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ITALIA

Cerimonia al Quirinale

Festa della Repubblica, Mattarella: "E' tempo di costruire il futuro"

"La Repubblica è storia degli Italiani e della loro libertà. Nessuno si senta escluso"

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"La Repubblica è, prima di tutto, la storia degli italiani e della loro libertà". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel Suo discorso al Quirinale.

"A me sta a cuore, oggi, porre l'accento su ciò che viene prima. Quel che precede il valore e il significato, pur fondamentale, degli ordinamenti - ha sottolineato il presidente della Repubblica - parlo della vita delle donne e degli uomini di questo nostro Paese. Dei loro valori e dei loro sentimenti. Del loro impegno quotidiano. Della loro laboriosità. Del contributo, grande o piccolo, che ciascuno di loro ha dato a questi decenni di storia comune".

"La Repubblica - ha affermato - è, prima di tutto, la storia degli italiani e della loro libertà. E' la storia del lavoro, motore della trasformazione del nostro Paese. E' la storia della Ricostruzione, delle fatiche, dei sacrifici, spesso delle sofferenze, di tanti che si trasferirono da Sud a Nord, dalle campagne alle città, animando uno straordinario periodo di sviluppo. E' la storia del formarsi e del crescere di una comunità. Un bel brano di De Gregori dice: la storia siamo noi, nessuno si senta escluso".



Umanità è salvare vite nel Mediterraneo
"La Repubblica è umanità e difesa della pace e della vita. Sempre e ovunque. L'impegno della nostra Guardia costiera e della Marina militare per salvare la vita di persone spinte dalla disperazione alla deriva nel Mediterraneo.Va ricordato il contributo prezioso che, da molti anni a questa parte, i nostri militari forniscono nelle missioni internazionali, impegnati per la sicurezza e la pace, a fianco delle popolazioni che incontravano sulle loro strade, dimostrando sempre amicizia e umanità. Che nel mondo si parli di un "modello italiano" delle missioni è motivo di grande orgoglio per il nostro Paese. E voglio ricordare con commozione tutti i caduti: a loro va la riconoscenza della Repubblica". Ma "affermare i grandi principi, evocarli in formulazioni astratte non basta. Perché essi abbiano concreta incidenza sulla storia, dunque, bisogna viverli. Non è sempre facile. L'esito non è mai scontato". 

Sui diritti l'Italia ora è più matura
"Lo stesso lento, accidentato cammino abbiamo vissuto per la piena affermazione della dignità della persona e dei suoi diritti, combattendo una difficile battaglia per sradicare ogni forma di discriminazione. Possiamo dire con orgoglio che, su questo versante, l'Italia di oggi, anche sul piano dei diritti civili, è più matura e consapevole, migliore di quella di settantacinque anni fa. Lo è anche grazie al valore della memoria raccontata da persone come Liliana Segre, instancabile testimone di civiltà e umanità.

Per le donne ancora disparità e violenze
Non siamo ancora al traguardo di una piena parità di genere. Desidero ricordare la figura di una donna, Lina Merlin, pioniera della dignità femminile. Rammento la norma che precludeva alle donne l'accesso a molti importanti uffici pubblici, giudicata illegittima dalla Corte costituzionale nel 1960. Una storia che forse i giovani non conoscono e che oggi non può che sembrar loro inconcepibile. Così come è inconcepibile - non soltanto per i giovani - apprendere che il diritto di votare delle donne, nel 1946, è stato una conquista.

Si comprende allora come l'elezione a Presidente della Camera, nel 1979, di un'altra donna della Repubblica, Nilde Iotti, sia stata un passo decisivo nell'affermazione del protagonismo delle donne nella vita delle istituzioni. Non siamo ancora al traguardo di una piena parità. Soprattutto riguardo alla condizione delle donne nel mondo del lavoro, al loro numero, al trattamento economico, alle prospettive di carriera, alla tutela della maternità, alla conciliazione dei tempi. Permangono disparità mentre cresce l'inaccettabile violenza contro di loro.

L'Italia ha le carte in regola per farcela
L'Italia, la nostra Patria, ha le carte in regola per farcela. La Repubblica possiede valori e risorse per affrontare queste sfide a viso aperto. Ha potenzialità straordinarie. L'ineguagliabile patrimonio di arte e cultura, che affonda le sue radici nel passato e che continua a esprimersi e a parlare al mondo grazie a interpreti e intelligenze ammirate ovunque. Ha creatività. Competenze. Capacità che ci rendono in tanti settori un Paese all'avanguardia. Ne sono esempio tante nostre aziende che esprimono la qualità italiana, motore di sviluppo e di benessere in questi decenni. Ne sono esempio donne e uomini impegnati nella ricerca e nei settori dell'innovazione e delle tecnologie più avanzate. Un'altra donna italiana oggi ci rende orgogliosi: Samantha Cristoforetti, prima europea chiamata a comandare la stazione spaziale internazionale.

Il cambiamento c'è ed è veloce
Il Paese non è fermo, il cambiamento c'è ed è veloce. Risollevare il Paese, sgomberando le macerie materiali e morali che la Repubblica aveva trovato, portandolo a essere una delle principali realtà economiche e industriali del mondo, è stata una grande impresa. Un'impresa collettiva, risultato dello sforzo di tanti. Politici, imprenditori, lavoratori, donne e uomini di ogni ruolo e condizione: hanno avuto come orientamento il loro senso del dovere, la responsabilità verso sé stessi, verso le loro famiglie e la comunità; l'amore per la Patria. La forza di credere in un futuro migliore.

La disponibilità al sacrificio per realizzare qualcosa per i propri figli e nipoti. Qualcuno, a volte, manifesta l'impressione che questo spirito, che animò i costruttori di allora, sia andato smarrito. Che il Paese si sia fermato, imbrigliato da inerzie e pigrizie, bloccato da rendite di posizione, dall'illusione di poter sopravvivere seguendo la logica emergenziale del "giorno per giorno". Ma il Paese non è fermo. Affiora talvolta la tentazione di rinchiudersi nel presente, trascurando il futuro. Ma non può essere così.Quando diciamo che nulla sarà come prima sappiamo che il cambiamento è già in atto. Ed è veloce.

Appello ai giovani
Tocca ora a voi scrivere la storia della Repubblica. Scegliete gli esempi, i volti, i modelli, le tante cose positive da custodire della nostra Italia. E poi preparatevi a vivere i capitoli nuovi di questa storia, ad essere voi protagonisti del nostro futuro. I doveri verso i giovani, a cui passeremo il testimone della vita, sono ineludibili. Ma si presenta una nuova generazione che è pronta, chiede spazio e ha voglia di impegnarsi.

La solidarietà unisce il nostro popolo
La Repubblica è solidarietà. La solidarietà che scattò all'indomani dell'alluvione del Polesine che colpì le province venete, nel novembre del 1951, con quasi cento vittime e più di 180.000 sfollati, soccorsi e ospitati spontaneamente da tantissime famiglie in tutto il Paese. Oppure l'indimenticabile mobilitazione degli angeli del fango: migliaia di giovani che nel novembre del '66 corsero a Firenze, provenienti da ogni parte d'Italia, per dare aiuto alla città messa in ginocchio dall'alluvione e porre in salvo centinaia di opere d'arte. E così è avvenuto ogni volta che il Paese è stato ferito da catastrofi naturali, alluvioni, terremoti. Dal Vajont al Belice al Friuli all'Irpinia, ai tragici eventi che più di recente hanno colpito l'Emilia e l'Italia centrale. Ogni volta abbiamo visto quanto sia forte il legame di solidarietà e fraternità che unisce i nostri territori, il nostro popolo.

La Repubblica è legalità
E mentre lo diciamo  avvertiamo il dovere di fare memoria di chi ha pagato con la vita il proprio impegno contro le mafie. Quelli noti e quelli meno ricordati. Uomini dello stato, semplici cittadini, esponenti politici, sacerdoti, giornalisti, che con il loro sacrificio hanno saputo dare speranza e fiducia a chi non si rassegna alla prepotenza criminale.

Terrorismo sconfitto da regole e popolo
A volte le istituzioni possono sembrare fragili, esposte a sfide inedite, ma seguendo le regole del diritto e con il sostegno popolare anche la sfida più dura del recente passato, gli anni del terrorismo fu vinta. Gli attentati, le stragi, i ferimenti, gli omicidi. Sono state tante le vittime della ferocia di chi voleva sovvertire lo Stato con le bombe o con le armi. Nei cinquantacinque giorni dopo l'eccidio di via Fani e il rapimento di Aldo Moro, la Repubblica visse il suo momento più difficile. La risposta degli apparati dello Stato per molti aspetti apparve incerta di fronte all'attacco terroristico.

A salvare la democrazia in quel passaggio drammatico, stringendosi intorno alle istituzioni democratiche, fu prima di tutto la straordinaria mobilitazione popolare. Il no alla violenza netto, forte, determinato dei partiti, dei sindacati. Le piazze piene di persone di ogni età e di differente orientamento culturale e politico. Il coraggio di chi, come l'operaio e sindacalista Guido Rossa, scelse di denunciare i terroristi e per questo pagò con la vita. Il senso del dovere di magistrati e forze di polizia.

Una risposta di popolo che spazzò via le ambiguità di chi teorizzava assurde e intollerabili equidistanze tra lo Stato e i terroristi. Il terrorismo è stato sconfitto e lo Stato ha prevalso con gli strumenti del diritto. Anche per questopossiamo dire che la Repubblica è libertà e democrazia.

La Costituzione è viva
L'Italia è stata ricostruita dalle macerie. La Costituzione ha indicato alla Repubblica la strada da percorrere. Questa è l'idea fondante della Repubblica, di una Costituzione viva, che si invera ogni giorno nei comportamenti, nelle scelte, nell'assunzione di responsabilità dei suoi cittadini, a tutti i livelli e in qualunque ruolo. La Repubblica è, prima di tutto, la storia degli italiani e della loro libertà. E' la storia del lavoro, motore della trasformazione del nostro Paese. E' la storia della Ricostruzione, delle fatiche, dei sacrifici, spesso delle sofferenze, di tanti che si trasferirono da Sud a Nord, dalle campagne alle città, animando uno straordinario periodo di sviluppo. E' la storia del formarsi e del crescere di una comunità.

Proviamo a leggere questi settantacinque anni di vita repubblicana: da una prospettiva diversa che ci consenta di cogliere i profili di soggetti che spesso sono rimasti sullo sfondo. E che invece hanno riempito la scena, colmato vuoti, dato senso e tradotto in atti concreti parole come dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà. Parole che altrimenti sarebbero rimaste astratte aspirazioni. Le persone: donne, uomini, giovani che sono state al centro della nostra storia, con la loro voglia di esserci e di contare. Di partecipare. Partecipazione civile, politica, sociale. La volontà di cambiare il mondo. Perché il mondo di prima aveva prodotto la guerra, l'ingiustizia, la fame, le distruzioni.