Politica

M5S, la rifondazione di Conte fatica a decollare: solo il 33% degli eletti ha finanziato il neo-Movimento

Giuseppe Conte, leader in pectore del M5S 
Solo una settantina di parlamentari su 237 ha pagato i mille euro chiesti da Crimi per iniziare a riempire le casse e avviare il progetto: oltre allo stesso Crimi, anche Patuanelli e D'Incà
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In attesa del pronunciamento del Garante per la Privacy - chiamato dal M5S a dirimere la controversia con Rousseau relativa al trasferimento dei dati degli iscritti - il progetto Conte stenta a decollare anche dal punto di vista finanziario. Solo una settantina di parlamentari M5S su 237 (162 deputati più 75 senatori) ha pagato i mille euro chiesti dal reggente Vito Crimi per iniziare a riempire le casse del 'Neo-Movimento' e avviare, così, la rifondazione targata Giuseppe Conte.

In pratica solo il 33% dei parlamentari ha aderito al progetto Conte prima della sua presentazione ufficiale. Questo dato si riferisce agli eletti che hanno provveduto ad effettuare i bonifici entro il 30 di aprile e i cui versamenti sono stati pubblicati oggi, come previsto dalla legge, entro il 31 maggio, sul sito del Movimento 5 Stelle.

Scarsa la partecipazione dei big alla raccolta fondi: tra coloro che hanno versato troviamo, oltre allo stesso Crimi, i ministri Stefano Patuanelli e Federico D'Incà, il capogruppo al Senato Ettore Licheri e la vicepresidente del Senato Paola Taverna. Ma nell'elenco c'è anche un'ex come la deputata Martina Parisse, da poco passata al partito centrista 'Coraggio Italia' di Toti e Brugnaro. La richiesta speciale di anticipare tutto l'anno versando più di 9mila euro è stata accolta da pochi parlamentari: tra questi Crimi, Carinelli, Cominardi, Garruti, Croatti, Bottici, Patuanelli, D'Incà, Gallicchio, Mautone, Mantovani e Vaccaro.

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