La Cina è lontana

Alessio e Laura con la pergamena verde che sanciva il loro abbinamento con il bambino cinese che volevano adottare
Alessio e Laura con la pergamena verde che sanciva il loro abbinamento con il bambino cinese che volevano adottare

Alessio Siotto , Rovereto, 42 anni, lui e la moglie, 37,  sono opratori sanitari in una Asl

Cercherò di riassumere in poche battute la lunga storia mia, di mia moglie e di altre 35 coppie italiane abbinate a minori della Repubblica popolare cinese per l’adozione internazionale dalla fine del 2019. La foto in allegato risale al giorno in cui mia moglie Laura e io firmammo la Pergamena verde: il documento che formalizza l’accettazione dell’abbinamento col bambino che dobbiamo adottare, ma andiamo per ordine. Nel dicembre del 2019 – dopo 4 anni di attesa “normale”, accettammo l’abbinamento col nostro bambino. Poche settimane dopo ricevemmo appunto la pergamena verde da firmare e rispedire in Cina al China Center for Children’s Welfare for Adoption (CCCWA) per formalizzare l’adozione.

A quel punto la normale prassi vuole che dal CCCWA arrivi (in genere dopo qualche settimana) una pergamena rossa con la quale si invita la coppia a partire per la Cina, dove si devono svolgere gli ultimi adempimenti per formalizzare l’adozione.
I primi mesi del 2020 furono caratterizzati dall’insorgenza della pandemia e tutti i viaggi all’estero furono bloccati. Fu devastante, ma capivamo che in un contesto nel quale non si poteva nemmeno andare dal parrucchiere sotto casa, andare in Cina fosse fuori discussione. Col cuore in frantumi iniziammo la nostra attesa, un’attesa che ancora va avanti. Nell’estate del 2020 la situazione sanitaria di Italia e Cina migliorò sensibilmente. Questo ci diede una grande speranza riguardo la possibilità di partire, ma la Cina (pur aprendo ai viaggi per motivi familiari e umanitari) non permise alle coppie adottive di partire.

Le ondate pandemiche dell’autunno 2020 e di inizio 2021 fecero sì che la Cina chiudesse di nuovo in maniera totale le sue frontiere nei confronti dei Paesi esteri. Fu un incubo. Oggi, con la bella stagione alle porte e la campagna vaccinale che sembra aver preso un buon passo, speriamo che le Istituzioni cinesi e Italiane prendano in considerazione la possibilità di farci partire al più presto, per il bene – soprattutto – di quei bambini, ai quali più di un anno fa è stato detto che presto avrebbero avuto una famiglia e che ad oggi vivono ancora in un istituto.

Ci dispiace molto tra l’altro percepire un quasi totale disinteresse da parte dei ministri competenti nelle questioni riguardanti le adozioni internazionali: la ministra Elena Bonetti, in quanto responsabile della Famiglia è anche presidentessa della Commissione per le Adozioni Internazionali e nei suoi canali social, come nelle sue numerose apparizioni televisive, non ha mai parlato della questione; la stessa cosa vale per il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Sappiamo che le coppie adottive sono in numero eccessivamente esiguo per avere un appeal elettorale tale da essere al centro dell’attenzione politica, ma almeno qualche parola a conforto della nostra situazione ci avrebbe fatto piacere sentirla.