"La societa' del Volley Pordenone ha ritirato la citazione e ottemperato a ogni obbligo nei confronti di Lara Lugli", l'atleta che non ha ricevuto gli emolumenti dalla società dopo la rescissione del contratto per una gravidanza. E' quanto fa sapere Assist, l'associazione nazionale atlete. «E' una grande vittoria per tutti - commenta ora Lara Lugli - ed era molto importante che questa causa non entrasse nemmeno in un Tribunale a dimostrazione della sua infondatezza. E' un forte segnale per tutte le donne non solo atlete che si trovano a dover affrontare queste situazioni assurde. Voglio ringraziare tutti quelli che sono stati al mio fianco, in particolare il mio legale Bonifacio Giudice Andrea, il mio agente Stefano Franchini, Assist e AIP, perché il loro sostegno è stato per me fondamentale», conclude Lara Lugli. 

«Non poteva esserci altro epilogo - dichiara la presidente di Assist, Luisa Rizzitelli - e si è giustamente evitata una macchia indelebile per lo sport italiano e un vero oltraggio alle donne tutte. Siamo fiere di essere state accanto a Lara Lugli, donna coraggiosa che speriamo voglia continuare con noi a battersi per i diritti delle donne nello sport. Questa vittoria va condivisa con tutti gli atleti e le atlete, le associazioni, i parlamentari e i cittadini e le cittadine che si sono uniti a noi in una enorme protesta. Ci abbiamo messo due mesi che sono stati difficili ma, come ha detto ieri Antonella Bellutti, non era tollerabile che nello "Sport dei valori", la maternità non trovasse posto e rispetto. Adesso confido che la FederVolley faccia da buon esempio per tutte le altre Federazioni e che il CONI assuma la posizione di spinta e controllo. Va fatta per la tutela dei diritti delle atlete. Bisogna cambiare passo su questo e bisogna farlo adesso. Noi siamo a disposizione con la convinzione che non ci siano strade che non si possano percorrere insieme», conclude Luisa Rizzitelli. 

La vicenda
Ai primi di marzo la giocatrice di pallavolo Lara Lugli, con un post su Facebook aveva denunciato la questione legale che la vedeva contrapposta al club in cui militava nella stagione 2018/2019 nel campionato di Serie B1: il volley Pordenone. Nel mese di marzo del 2019 ha comunicato al club la sua impossibilità di proseguire la stagione perché incinta, risolvendo dunque il contratto. A distanza di due anni ha ricevuto una citazione per danni, «per non aver onorato il contratto». «Rimango incinta e il 10 marzo comunico alla società il mio stato, si risolve il contratto», aveva scritto la giocatrice su Facebook, rendendo noto che, purtroppo, il mese successivo avrebbe perso il bambino a causa di un aborto spontaneo. In seguito, la stessa avrebbe chiesto al club di saldare lo stipendio di febbraio «per il quale avevo lavorato e prestato la mia attività senza riserve», aveva specificato nel post. In risposta al successivo decreto ingiuntivo, le era arrivata una citazione per danni. «Le accuse -aveva spiegato Lugli- sono che al momento della stipula del contratto avevo ormai 38 anni e data l'ormai veneranda età dovevo in primis informare la società di un eventuale mio desiderio di gravidanza, che la mia richiesta contrattuale era esorbitante in termini di mercato e che dalla mia dipartita il campionato è andato a scatafascio».

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