Civile

Abbonamento in palestra: lezioni online equiparate al rimborso

I soggetti che offrono servizi sportivi possono riconoscere degli abbonamenti alternativi al rimborso

di Annarita D'Ambrosio

Centri sportivi, palestre e piscine, allo stremo della sostenibilità economica con in vista una ripartenza molto complessa e difficile. È per questo che nel testo del Dl Sostegni (41/2021) approvato dal Senato il 6 maggio e trasmesso alla Camera è stato dato via libera all’articolo 36 ter con una nuova veste del comma 4. La sospensione determinata dalle disposizioni emergenziali connesse al Covid, vi si legge, si conferma come sopravvenuta impossibilità della prestazione sportiva in relazione ai contratti di abbonamento sottoscritti ex articolo 1463 del Codice civile. I soggetti che offrono servizi sportivi possono riconoscere – si precisa - ai sottoscrittori degli abbonamenti, alternativamente al rimborso o allo svolgimento delle attività con modalità a distanza quando realizzabili, un voucher di valore pari al credito vantato utilizzabile entro sei mesi dalla fine dello stato di emergenza nazionale.

Le opzioni per i clienti dunque diventano tre con la novità della possibilità di riconoscere a coloro che abbiano acquistato i servizi sportivi non fruiti, alternativamente al rimborso, di realizzare le attività con modalità a distanza quando ciò risulti possibile. Non solo: con riferimento alla tipologia dei contratti di abbonamento, la nuova disposizione elimina la condizione che si tratti di contratti «di durata uguale o superiore a un mese», introducendo l’obbligo di adempimento anche per quelli di pochi giorni, e fino a due/tre settimane. Rimborsi per tutti i clienti sì, ma il provvedimento è una mano tesa solo ai gestori? Offrendo loro più possibilità di adempimento viene sicuramente incontro alle problematiche connesse alla loro mancanza di liquidità in questo momento, ma al cliente che sia impossibilitato alla prestazione da remoto o non la ritenga percorribile (casa troppo piccola, problemi di connessione e altro), l’opzione del rimborso ovviamente resta.

Si ritiene però, lo precisa anche il testo di accompagnamento all’ articolo di legge, che l’obbligo della richiesta scritta dello stesso da parte del cliente sia venuto meno, avendo introdotto l’alternativa di adempimento appunto online.

Una ipotesi che parrebbe inoltre non collidere con la normativa europea, la quale impone però che la scelta tra le opzioni sia demandata unicamente al cliente. Non nascondiamoci il fatto che c’erano già gestori che avevano offerto lezioni online nei mesi scorsi e non si è trattato di scelta sempre accolta dai clienti con favore. La palestra è socialità, che da un anno e più abbiamo inequivocabilmente perso. E poi anche gli istruttori sportivi lo riconoscono: c’è chi da casa, magari non in tuta “griffata”, non accende neppure la telecamera, in ogni caso il controllo sulla correttezza di esecuzione degli esercizi ginnici diventa senza dubbio complicato. Ed i dolori da smart working alla schiena, ci verrebbe da aggiungere, siamo destinati a sopportarli ancora per un pò.

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