Daily
11 maggio 2021

Covid, la grande fuga dalle Rsa (anche se adesso sono sicure)

di Tommaso Pellizzari

Nello scorso fine settimana le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) sono state riaperte ai visitatori dopo una chiusura di quasi 7 mesi. Il decreto emesso il 13 ottobre dall’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in piena seconda ondata di pandemia, aveva infatti stabilito che l’accesso sarebbe stato consentito solo in casi di estrema necessità, ad esempio gli ultimi giorni di vita dei ricoverati. Una circolare del 30 novembre aveva poi fatto una distinzione tra le strutture in cui erano presenti focolai di Covid (dove le visite erano state sospese senza eccezioni) e le strutture «Covid free»: qui le visite erano ammesse, ma con adeguati dispositivi di protezione, in seguito a vaccinazione o in apposite «sale degli abbracci». Il procedere delle vaccinazioni ha consentito la riapertura, e sabato e domenica c’è stata una prova generale. Il ritorno alla normalità, però, non sarà immediato. Un po’ perché ai visitatori vengono poste tre condizioni: devono essere vaccinati o guariti dal Covid oppure devono aver fatto un tampone ed essere risultati negativi. E un po’ perché, come ci racconta Sara Bettoni nell’episodio di oggi del podcast «Corriere Daily», parte di questa normalità consisterà anche nel ritorno nelle Rsa di molti pazienti che nei mesi scorsi erano stati riportati a casa per evitare che la lunga clausura senza visite aggravasse il loro stato di salute fisica e psicologica.

Scopri gli altri podcast e audio

- Leggi e commenta