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La lezione del Covid sull’equilibrio tra vita e lavoro

In questi mesi di pandemia, in cui la quotidianità domestica ha impattato con le dinamiche lavorative, sono emerse novità per la conciliazione vita lavoro, non solo per le donne.

di Letizia Giangualano

2' di lettura

Non è solo la pandemia a diminuire le chance lavorative delle donne, è soprattutto la maternità, e ben prima del Covid-19. La mancanza di un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla carriera le stesse energie dei colleghi uomini, si può quantificare con i dati diffusi a dicembre dalla Fondazione Leone Moressa per Federcasalinghe: le donne occupate con figli che vivono in coppia sono il 53,5%, contro l'83,5% degli uomini a pari condizioni. In un momento in cui stanno cambiando i paradigmi della leadership e le dinamiche del lavoro, si sta cercando il modo di integrare la maternità e non disperdere la forza lavoro femminile?

«I percorsi di carriera femminili sono meno lineari di quelli maschili» spiega Silvia Zanella, giornalista ed HR manager, «ma questo in competenze si traduce in maggiore flessibilità, gestione della discontinuità, in particolare per le madri che sperimentano in prima persona interruzioni di percorso».

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Zanella è autrice del libro “Il futuro del lavoro è femmina”, un titolo che spiega così: «Faccio riferimento a competenze e caratteristiche che la letteratura manageriale attribuisce alla sfera femminile. Si sta aprendo una nuova fase post industriale, si sta dando più enfasi alla comunicazione. Dal modello di accentramento delle informazioni si è passati alla circolazione e condivisione, dal modello del controllo e dell'efficienza si sta fluendo verso un’attenzione alla qualità del processo e delle relazioni».

Quattro mamme equilibriste al tempo del Covid

In questo nuovo contesto lavorativo si fa riferimento dunque a quelle skills di natura comunicativa, relazionale, emotiva, caratteristiche del lavoro di cura. Che ancora è appannaggio prevalentemente femminile, secondo gli ultimi dati: in Italia le donne dedicano 5,05 ore al giorno a lavori di cura non retribuiti contro 1,48 ore degli uomini. Ma in questi mesi di pandemia, in cui la quotidianità domestica ha impattato con le dinamiche lavorative, quali novità sono emerse per la conciliazione? Continua Zanella: «Si è introdotto un tema di vulnerabilità molto sano. Dal punto di vista della prassi e delle abitudini, è stato svelato il peso del carico sulle madri, e da più parti sono sorte riflessioni sui congedi parentali, su soluzioni di formazione legate al concetto del care living. Il binomio vita/lavoro in questi mesi non ha trovato equilibrio, ma ci ha mostrato che un'integrazione è possibile e da qui non si torna indietro».

Un futuro ibrido per il lavoro? Conclude Zanella: «Credo in un futuro che darà più spazio a diversità, fiducia, responsabilità. Se opportunamente codisegnato, continuando ad esercitare quell'ascolto attivo che è emerso in pandemia».

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