Vaccino, chi li offre ai turisti e chi ti paga per farlo

In tutto il mondo si sta lavorando a metodi alternativi e incentivanti per fare i vaccini. Dalle ciambelle in regalo a contanti per immunizzarsi. E c'è anche chi punisce chi non lo fa
Vaccino chi li offre ai turisti e chi ti paga per farlo

Vaccinatevi, vaccinatevi, vaccinatevi! Il grido è comune al mondo intero e in tanti stanno cercando incentivi. Vanno dalla birra al denaro contante passando per il vaccino da vacanza. Vorrebbe prendere questa via la città di New York, pronta a offrire l’inoculazione gratuitamente ai turisti. Il sindaco Bill de Blasio ha proposto il vaccino monodose Johnson&Johnson, per farlo servirà l'autorizzazione dello Stato.

Dovrebbero essere installati punti per le vaccinazioni nelle zone più frequentate dai turisti: da Times Square al ponte di Brooklyn. Dalla prossima settimana cadono molte restrizioni e per il mese di luglio la città dovrebbe tornare alla normalità nella prospettiva di sindaco e governatore dello Stato.

Non solo turisti però, bisogna incentivare tutti. In Europa c’è la proposta serba. Ai cittadini vengono offerti 3000 dinari, circa 25 euro, per andare a fare il vaccino entro il mese di maggio. La scelta è stata fatta perché, dopo una partenza velocissima con un milione e mezzo di vaccinati su 7 milioni di abitanti, la spinta si è fermata. Il presidente ha spiegato che l’incentivo serve per «premiare le persone che hanno mostrato responsabilità».

L'epidemiologo Zoran Radovanovic dice che il paese potrebbe essere il primo in Europa, ma dice anche che ci può essere un contrappasso: «Spingerà alcuni di coloro che vivono in estrema povertà a farsi vaccinare, ma produrrà resistenza con alcuni degli altri. La logica è questa: se lo stato mi paga per fare qualcosa che mi dice essere per il mio bene, allora c'è qualcosa che non va».

Ci sono anche disincentivi, oltre il limite del diritto: i dipendenti pubblici serbi che non si saranno fatti vaccinare non avranno ferie pagate se contraggono il virus. Succede lo stesso in Russia. In Indonesia chi rifiuta il vaccino può essere multato e vede ridotto il suo fondo per le spese sanitarie.

Anche in Cina le vaccinazioni vanno a rilento e le autorità locali hanno provato metodi incentivanti dal gelato alle uova per chi va a fare l’iniezione. Nella periferia di Pechino arrivano due scatole di uova agli ultrasessantenni dopo la seconda dose. In altri quartieri della capitale ci sono buoni per il gelato o per acquisti in macelleria, ingressi a parchi e anche premi in denaro. Proposte simile ci sono in India.

A Dubai c’è lo sconto in alcuni ristornanti per chi ha ricevuto una o due dosi. A Tel Aviv i vaccinati sono premiati con un concerto all’aperto, nel resto del paese sono arrivati pizza, birra e pasticcini.

Negli Usa c’è una larga parte di popolazione che non vuole vaccinarsi: il 30% dei repubblicani, ma anche un 11% di democratici. Di stato in stato cambiano i premi: ciambelle, sconti, soldi, buoni, birra, videogame. Shot and a Beer è il titolo dato all’iniziativa nel New Jersey, dal governatore Phil Murphy. A New York arriva un biglietto gratuito a una partita di baseball di New York Yankees o New York Mets.

In Virginia ci sono buoni di risparmio di 100 dollari peri ragazzi dai 16 ai 35 anni. Stessa cifra ai dipendenti pubblici che si vaccinano in Maryland. Anche molte grandi aziende hanno scelto questa via. A Cleveland una catena di cinema regala i pop corn ai vaccinati e, dove la cannabis è legale, c’è anche questo in omaggio.

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