Il sostituto procuratore della Repubblica Davide Greco è rimasto tre ore ieri nel carcere di Cuneo per fare chiarezza sulla rapina del 28 aprile a Grinzane Cavour finita nel sangue. Ha interrogato Alessandro Modica, 34 anni, albese, al Cerialdo da una settimana, in isolamento. Fino dopo le 18,30 Modica, unico sopravvissuto della banda che ha assaltato la gioielleria di via Garibaldi, ha risposto alle domande del pm, assistito dal suo avvocato, Carla Montarolo. Inquirenti e investigatori, coordinati dal procuratore capo della Repubblica ad Asti, Alberto Perduca, da giorni lavorano nel massimo riserbo, anche perché le testimonianze del gioielliere e del rapinatore sono discordanti. Ieri il trentenne ha raccontato come era stato preparato il colpo, cosa ha visto dentro e fuori la gioielleria (lui era il palo, stava all’esterno, ma a un certo punto ha raggiunto i due complici dentro il negozio) e poi la sua fuga. Il gioielliere Mario Roggero ha sparato almeno 4 proiettili con la sua pistola calibro 38, regolarmente detenuta, uccidendo gli altri due componenti della banda (Andrea Spinelli, 44 anni, di Bra, e Giuseppe Mazzarino, 58 anni, di Torino), e ferendo Modica al ginocchio e mandando in frantumi il vetro di una delle due auto che i rapinatori avevano preparato per la fuga. Roggero con la figlia era già stato vittima di una violenta rapina sei anni fa: erano stati picchiati a sangue. La scorsa settimana - secondo quanto ricostruito finora da Procura e carabinieri -, Mazzarino e Spinelli sono entrati nella gioielleria alle 18,45 fingendosi clienti. Poi si sono impossessati di gioielli, li hanno messi in un borsone e lo hanno «passato» a Modica che aspettava fuori. Gioielli e denaro Ma volevano anche denaro contante. Con un coltello e una pistola (risultata poi finta) hanno minacciato e picchiato moglie e figlia di Roggero, che a quel punto ha estratto la sua pistola da un cassetto, accanto alla cassa. C’è stata una colluttazione - dentro la gioielleria ci sono tracce di sangue -, poi in via Garibaldi il gioielliere ha sparato, uccidendo i due rapinatori e ferendo Modica. Dopo la fuga a piedi, il trentenne è stato lasciato da qualcuno poco lontano dall’ospedale di Savigliano, quattro ore dopo e a 40 km di distanza da Grinzane. I carabinieri l’hanno trovato sdraiato in un prato, cosciente e dolorante. Dopo le autopsie, l’analisi dei cellulari sequestrati e le immagini delle telecamere della gioielleria e all’esterno, sarà decisiva la perizia balistica, affidata a Stefano Conti dell’Istituto di Scienze criminalistiche dell’università di Torino, tra i massimi esperti del settore. Nei prossimi giorni Conti sarà a Grinzane Cavour, dove saranno tolti per la prima volta i sigilli alla gioielleria di via Garibaldi.