6 maggio 2021 - 22:18

Piano vaccini, più forniture e anziani diffidenti: «Prenotazioni al via per gli over 50 dal 10 maggio»

Figliuolo: dopo Lazio, Lombardia e Veneto da lunedì in tutta la Penisola. Polemica su Pfizer e Moderna, il Cts riprogramma a 42 giorni il richiamo

di Fabio Savelli

Piano vaccini, più forniture e anziani diffidenti: «Prenotazioni al via per gli over 50 dal 10 maggio»
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La campagna vaccinale accelera per le forniture regolari ma anche per effetto di una quota di diffidenti al vaccino tra le categorie più anziane: ciò permette di anticipare le punture a chi è più giovane prima delle previsioni. Così da lunedì 10 maggio — ha annunciato ieri il commissario Francesco Figliuolo — saranno aperte in tutte le regioni le prenotazioni per gli «over 50», seguendo Lazio, Lombardia e Veneto che avevano già cominciato a farlo. Significa che la corsa alle somministrazioni quotidiane — tarate sotto quota 500 mila da alcuni giorni dopo i picchi del 29 e 30 aprile — sta permettendo di modificare il programma delle inoculazioni anticipando le adesioni ai 50enni senza disperdere fiale. È un effetto positivo di uno stock di vaccini ormai diffuso — sono previste 17 milioni di fiale a maggio, altre 25 milioni a giugno — ma segnala una quota di No Vax tra le categorie più a rischio leggermente al di sopra delle attese. D’altronde non c’è l’obbligatorietà, ma sugli «over 80» possiamo ormai dire che tutti i prenotati sulle varie piattaforme regionali sono stati vaccinati. Resiste una quota di diffidenti e di difficili da raggiungere (e convincere) soprattutto in Sicilia, Campania, Calabria e Sardegna. Ma anche nelle regioni più virtuose, come Lazio e Lombardia, c’è un 10% che non aderisce alla campagna secondo la banca dati dell’Istat.

Sulla fascia 70-79 anni siamo nei giorni dello sprint: Lombardia e Veneto hanno coperto i tre quarti della popolazione almeno con una dose, in alcune regioni meridionali siamo a poco più della metà anche per effetto di un importante sottoutilizzo di AstraZeneca che in Sicilia tocca la metà delle dosi consegnate dalla struttura commissariale. Per questo il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, propone la redistribuzione delle fiale da chi non riesce a usarle al meglio alle Regioni che denotano maggiore capacità somministrativa. Per ora però non è un’ipotesi allo studio, anche perché le consegne di vaccini sono annunciate in grande crescita. Sono attese anche sette milioni di fiale della tedesca Curevac nel caso in cui l’Ema (l’Agenzia europea per i medicinali), entro fine maggio, dovesse dare il via libera. Suscita invece qualche polemica il parere del Comitato tecnico-scientifico contenuto in una circolare del ministero della Salute che ha riprogrammato a 42 giorni il richiamo dei vaccini ad Rna messaggero come Pfizer e Moderna.

Per l’assessore alla Salute della Regione Lazio, Alessio D’Amato, lo slittamento produrrà «riflessi negativi sulla campagna». Perché chi avrà avuto la prima dose a giugno — realisticamente la fascia tra i 40 e i 59 anni — «si troverà a dover fare i conti con la seconda somministrazione» nel periodo delle ferie. D’Amato rileva che nel Lazio i 30enni saranno vaccinati entro luglio e tutti entro fine agosto. La strategia degli scienziati è che però occorre mettere in sicurezza la più ampia platea possibile di italiani almeno con una dose seguendo il modello della Gran Bretagna. D’altronde la pressione sul sistema ospedaliero è ancora alta e incide sulle riaperture e sulla ripresa economica.

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