Suarez, il video dell’esame farsa: le domande (concordate, secondo l’accusa), gli errori, gli autografi

di Antonio Castaldo

L’esame di italiano di Luis Suarez all’Università per Stranieri di Perugia: i video ripresi con la telecamera nascosta della Guardia di Finanza. Agli atti dell’inchiesta alcuni testi inviati in anticipo al calciatore, poi ripetuti nel corso della prova d’esame

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«Mi chiamo Luis, sono nato in Uruguay, sono sposato con mia moglie da dieci anni, ho tre figli, sono calciatore professionista». È il 17 settembre dell’anno scorso, in un’aula dell’università per Stranieri di Perugia comincia l’esame d’italiano del fuoriclasse uruguaiano Luis Suarez, in predicato di passare alla Juventus, e pertanto interessato alla cittadinanza per essere tesserato come comunitario. L’esame in questione è il cosiddetto B1, che in questo periodo a causa del Covid si tiene in forma orale. Né i due docenti, Lorenzo Rocca e Danilo Rini (il primo ha patteggiato 1 anno, il secondo non è indagato), né tantomeno l’esaminando sanno che una telecamera nascosta posizionata dalla Guardia di Finanza li sta riprendendo. Era infatti già partita l’inchiesta della procura di Perugia sul cosiddetto «esame farsa», con due docenti, il direttore e il rettore dell’ateneo indagati. Secondo l’accusa, l’intera prova era stata concordata, il giocatore aveva ricevuto gran parte delle domande ed era stato istruito su come rispondere. Per quanto riguarda il ruolo svolto dalla Juventus, un dirigente e un legale del club sono sotto indagine per false dichiarazioni al pm in un procedimento connesso.

L’esame di italiano

L’esame si svolge in maniera molto distesa. Suarez, in jeans e tshirt bianca, e con il cappellino ben calcato in testa, entra nella stanza e saluta in italiano: «Ciao, tutto bene?». Seduto a una scrivania, si vede l’attaccante, ripreso di spalle, compilare un modulo con i dati anagrafici. «Possiamo cominciare l’esame?» chiede uno degli esaminatori, che poi lo invita a parlare di sé e a presentarsi. «E nel tempo libero cosa le piace fare?», è un’altra delle domande. «Mi piace stare con la mia famiglia, gioco alla playstation con i miei figli», la risposta.

Le parole in spagnolo

La discussione tra i due esaminatori e lo studente si svolge tra battute di spirito e un atteggiamento di confronto molto cordiale. Suarez di tanto in tanto inciampa in espressioni spagnole, cha naturalmente sarebbero da evitare in un contesto del genere, e infatti si corregge subito, mentre gli esaminatori non sembrano fargli pesare più di tanto le incertezze. Suarez parla quindi della sua famiglia, delle sue squadre di club: «Da quanto gioca con il Barcellona?» una delle domande, «sei anni» la risposta. E con la nazionale. «E nel tempo libero cosa le piace fare?», è un’altra delle domande. «Mi piace stare con la mia famiglia, gioco alla PlayStation con i miei figli», la risposta. E ancora, l’esaminatore si rivolge a Suarez dicendogli: «Sì però credo che nei prossimi mesi lei segua delle lezioni di italiano, no? Dovrà studiare italiano!», e Suarez risponde: «Sì sì sì... Anche per cercare lavoro. Allora in Barcellona il giocatore, il giocatore o calciatore… Calciatore parlare italiano, della Juventus, Pjanic...». Non proprio un discorso di senso compiuto.

Gli errori di Suarez: da la «cocomera» a «cinque hermanos»

A mettere in difficoltà il calciatore è la domanda sulla «spesa». Non gli sovviene la parola giusta: «Bambino porta cocomera». Poi capisce di aver sbagliato e si corregge: «Cocomero, peperoni, frutta e verdura con il carrello», dice allora Suarez, al quale era stato chiesto di descrivere due immagini. «In questa immagine sono una mamma e un bambino che fa i compiti» si sente dire Suarez. «E nell’altra?», chiede l’esaminatore. «Ci sono quattro persone, papà, mamma, bambino e bambina». Descrivendo la sua famiglia, gli scappa un altro spagnolismo: «Cinque hermanos», ma poi subito si corregge: «cinque fratelli».

Le domande concordate (secondo l’accusa)

In tutto, l’esame dura poco più di 15 minuti. Secondo l’accusa, parte delle domande erano state concordate: Suarez le avrebbe ricevute in anticipo e si sarebbe pertanto preparato le risposte. Agli atti dell’inchiesta ci sono ad esempio i testi della conversazione su una gita da fare ad Assisi, inviati al candidato nei giorni precedenti. E puntualmente ripetuta, con piccole varianti, nel corso dell’esame. Poco prima di congedare lo «studente» i due esaminatori gli chiedono un autografo per i loro bambini. Suarez però chiede ai docenti di scrivere il nome dei ragazzi, forse per non sbagliare grafia. Poi la porta si apre e entrano dirigenti e dipendenti dell’università per Stranieri di Perugia, per foto e autografi.

L’inchiesta su Suarez

L’inchiesta della Procura di Perugia partita lo scorso settembre, proprio nei giorni che hanno preceduto l’esame di Suarez, è recentemente giusta al giro di boa della chiusura delle indagini. Lo scorso 21 aprile gli avvocati degli indagati hanno ricevuto l’avviso di conclusione, ed è quindi possibile per le difese prendere visione di tutti gli atti di indagine depositati in attesa della richiesta di rinvio a giudizio. In questo specifico filone d’indagine, risultano indagati l’ex rettrice Giuliana Grego Bolli, l’allora direttore generale Simone Olivieri, la professoressa Stefania Spina e all’avvocato Maria Cesarina Turco, dello studio Chiusano, legale della Juventus. I reati contestati sono falsità ideologica e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. Alla base delle accuse, ci sono diverse intercettazioni telefoniche che descrivono le affannose manovre per organizzare rapidamente la prova d’italiano. Suarez aveva bisogno della cittadinanza per poter essere tesserato dalla Juventus, che aveva già esaurito gli slot per gli extracomunitari.

30 aprile 2021 (modifica il 28 settembre 2021 | 10:29)