29 aprile 2021 - 10:00

Verona, gratta e vince due biglietti milionari: «Sapeva dove venivano venduti»

Muratore mantovano si presenta in banca due volte in 20 giorni a Peschiera. Incassava e poi faceva bonifici per il Brasile. Inchiesta per fuga di notizie, soldi sequestrati

di Laura Tedesco

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Solitamente la fortuna è cieca, ma in questo caso ha visto talmente bene da baciare lo stesso vincitore, nell’ambito dello stesso concorso a premi, per due volte nel giro di venti giorni. Una doppia, ravvicinatissima vincita tutt’altro che secondaria, visto che il «fortunato» giocatore si è portato a casa due ticket milionari al Gratta e Vinci: lo scorso 4 febbraio, nelle sue mani è «casualmente» finito un biglietto da un milione di euro; il successivo 24 febbraio un tagliando ancora più «fortunato», da ben due milioni. Un evento le cui probabilità di verificarsi, a detta degli esperti, sono statisticamente «vicine allo zero». E ora l’intero bottino, che dedotte le imposte dell’Erario superava i due milioni e 400mila euro, è posto sotto sequestro con l’ipotesi di riciclaggio: per la Procura scaligera, si tratterebbe di denaro «proveniente dal delitto di accesso abusivo al sistema informatico della società concessionaria della lotteria e conseguente rivelazione di segreto». Dietro quel «colpaccio», sospettano infatti gli investigatori, si celerebbe una truffaldina fuga di notizie da parte di alcuni dipendenti di Lottomatica, concessionaria della lotteria di Stato, che avrebbero spifferato a presunti complici una serie di informazioni top secret sulle tabaccherie dove sarebbero finiti in vendita i biglietti vincenti. Tra i beneficiari di quelle «dritte», stando all’accusa, rientrerebbero anche i protagonisti di questa vicenda.

Gratta e vinci, sospetti su una doppia vincita milionaria (archivio)
Gratta e vinci, sospetti su una doppia vincita milionaria (archivio)

I sospetti

Così, quando quell’insospettabile muratore di Mozambano (nel Mantovano) insieme a un amico di Caprino Veronese è riuscito a incassare nell’arco di venti giorni presso un istituto di credito di Peschiera del Garda non solo il premio del primo ma anche quello del secondo biglietto vincente, è immediatamente partita la segnalazione da parte dell’Uif (l’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia presso la Banca d’Italia) al nucleo speciale Polizia valutaria della Guardia di Finanza. Troppi sospetti, attorno da quel doppio «colpo di fortuna». Forse la «dea bendata», in tutta questa storia, non era affatto tale: un dubbio che ha subito spinto gli investigatori ad andare a fondo. Il 30 marzo hanno così scoperto che il muratore «baciato dalla sorte» aveva appena disposto un bonifico di 800mila euro - quasi l’intero ammontare della prima vincita - su un conto acceso presso il Banco Do Brasil e aveva simultaneamente chiesto l’emissione di un assegno circolare da 80mila euro a favore di tale N. R. (soggetto su cui sono in corso indagini) per «atto notarile di donazione». Due operazioni che il 12 aprile hanno indotto la Procura a disporre il sequestro preventivo d’urgenza dell’intero saldo disponibile sul conto corrente intestato al muratore presso la filiale del Banco Bpm di Peschiera del Garda, ovvero 2 milioni, 400mila e 200 euro. Sigilli che sono ora stati convalidati dalla giudice per le indagini preliminari di Verona Giuliana Franciosi, secondo cui si tratta della «cifra corrispondente all’ammontare delle vincite dei biglietti Gratta e Vinci oggetto delle imputazioni». Ai due indagati, infatti, il pm contesta il reato di riciclaggio: sotto inchiesta ci sono un 40enne di origini brasiliane residente a Mozambano, T. G. R., titolare di partita Iva con una ditta individuale «dagli esigui redditi» nel settore del rivestimento di muri e pavimenti, e il presunto complice C. C., 47 anni, di Caprino Veronese, chiamato in causa soltanto per il secondo presunto «incasso sospetto» in banca da due milioni di euro. Nel decreto di convalida del sequestro, il gip evidenzia la estrema improbabilità di vincite tanto «ravvicinate e consistenti». Inoltre la tesi della «fuga di notizie relativa ai biglietti vincenti in capo alla società concessionaria» risulta «oggetto di procedimento penale con indagini della Guardia di Finanza di Roma». Non manca un ulteriore dettaglio sospetto: il muratore, riscosse le prime due vincite, avrebbe addirittura «preannunciato in banca la necessità di procedere all’incasso di un terzo biglietto vincente», stavolta addirittura da 5 milioni. Sarebbe stato veramente troppo.

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