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Niente più blackface in Rai, ovunque ma soprattutto a “Tale e quale Show”

Mai più blackface. Mai più volti dipinti di nero a imitare Beyoncé, Aretha Flanklin oppure Ghali – che aveva protestato per l’esibizione di Sergio Muniz a Tale e quale Show proprio nei panni del cantante. Con dreadlocks e “lucido da scarpe” in faccia. In risposta ai solleciti delle associazioni – Lunaria, Italiani senza cittadinanza, Razzismo brutta storia, Arci, Cospe – sempre unite in dieci anni di trasmissione a sostenere quanto la pratica fosse umiliante, la Rai dice finalmente basta.

«Nel merito della vicenda per la quale ci avete scritto – recita il comunicato aziendale. Diciamo subito che assumiamo l’impegno – per quanto è in nostro potere – a evitare che essa possa ripetersi sugli schermi Rai. Ci faremo portavoce delle vostre istanze presso il vertice aziendale e presso le direzioni che svolgono un ruolo nodale nel coordinamento, perché le vostre osservazioni sulla pratica del blackface diventino consapevolezza diffusa».

Carlo Conti e Sergio Muniz nei panni di Ghali.

Stop al blackface

La difesa di Carlo Conti, presentatore di Tale e quale Show, è sempre stata quella dell’autenticità. Cioè più un personaggio è uguale all’icona (tale e quale) che imita, più ha chance di vittoria. Ma di fronte al Black Lives Matter, ai doppiatori dei Simpson bianchi sostituiti da professionisti di colore, indiani o di altra etnia nel rispetto di ogni diversità; di fronte anche a Justin Bieber che ieri si è permesso di farsi i dreadlock per la seconda volta e su Instagram è di nuovo Appropriazione Culturale Show, è chiaro che non si può più sostenere l’esigenza spettacolare di una fedeltà somatica.

Totò in “Totòtruffa ’62”.

Anche se il blackface è uno sfregio eminentemente americano, e in Italia la condanna importata non ha la stessa esigenza riparatoria di secoli di schiavitù, il mondo sta marciando in altra direzione. Talvolta indubbiamente onesta, come la ferma condanna del poliziotto che ha ucciso George Floyd; talvolta talebana, come la traduttrice olandese della poesia di Amanda Gorman sostituita all’ultimo con una di colore. Se sarà inoltre una regola retroattiva lo vedremo quest’estate, su Techetechete’: con i filmati di repertorio dei comici, i più grandi frequentatori del blackface ma in modi nemmeno così pervasivi.

Certo ci sarebbe da eliminare anche tutta una serie di stereotipi su milanesi così e napoletani, romani, pugliesi, siciliani cosà. Ogni repulisti ha però la sua stagione.

iO Donna ©RIPRODUZIONE RISERVATA