L’11 giugno 2021, allo stadio Olimpico di Roma, Italia e Turchia apriranno il Campionato Europeo di calcio. Dopo le tante polemiche sorte per la sedia mancante alla presidente della Commissione Europea Von der Leyen nell'incontro con il presidente turco Erdogan e per il ritiro della Turchia dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza sulle donne, la Convenzione di Istanbul, si fa largo un’ipotesi. Affidare la direzione della partita ad un arbitro donna.
«Sono certamente favorevole», dice Nicola Rizzoli, il designatore degli arbitri di Serie A, «credo fermamente che sia una buona idea. Ma ritengo non debba essere un’eccezione ed anche sottolinearla come un evento non renderebbe giustizia ad un’eventuale designazione ad una donna».
Rizzoli, che ha arbitrato tantissime gare internazionali, tra le quali la finale di Champions League tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund del 2013, è certo che nel futuro ci sarà sempre più spazio per gli arbitri di sesso femminile.
«Ritengo che sia giunto il momento di finirla col fatto di sottolineare che la direzione di un match sia stato affidato ad un arbitro donna. Deve essere chiaro che un arbitro è un arbitro e basta. La cosa migliore è che venga annunciato il nome (come accade quando si sceglie un uomo) e che la cosa si chiuda così. Questo, per me, vuol dire raggiungere la vera parità di genere».
Stéphanie Frappart ha diretto con polso e grande capacità il match di Champions League tra Juventus e Dinamo Kiev. «Abbiamo visto tutti le sue qualità. È un ottimo arbitro e merita le designazioni che sta ottenendo. Proprio questo è il punto. Non penso sia giusto parlare di quote rosa, deve valere il merito. Come è sempre accaduto finora. Se una donna arbitro è brava deve essere designata per una partita importante. Tutto qui».
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