«Ho scoperto qual è il mio impatto mestruale sull'ambiente. E il risultato è inquietante»

Mai come adesso mi sto rendendo conto di quanto la gestione del ciclo mestruale possa aumentare il livello di inquinamento. Del resto, chi sa davvero quanti chilogrammi di rifiuti si possono generare nel corso della vita utilizzando sempre e solo assorbenti usa e getta? Un'azienda produttrice di coppette mestruali lavabili ha creato un calcolatore che azzarda una stima. L'ho provato, per farmi subito un'idea
«Ho scoperto qual è il mio impatto mestruale sull'ambiente. E il risultato è inquietante»

In questi giorni, ho realizzato quanto la semplice gestione del mio ciclo mestruale possa avere un impatto negativo sull'ambiente. Ci pensate mai a quanti rifiuti le donne producono nel corso della loro vita adoperando prodotti mestruali non riutilizzabili, come ad esempio gli assorbenti esterni e interni? I rifiuti derivanti da prodotti mestruali usa e getta possono impiegare secoli per decomporsi (un articolo apparso su Forbes afferma che gli assorbenti tradizionali impiegano circa 500 anni per disintegrarsi). E sappiamo bene quanto scegliere uno stile di vita sostenibile significhi creare abitudini di consumo che abbiano un impatto minimo sugli ecosistemi: uno studio citato dall’azienda Natracare, che produce assorbenti totalmente biodegradabili, evidenzia che quelli tradizionali sono costituiti per il 90% da plastica (2,4gr), l’equivalente di 4 borse da spesa per pacchetto.

Ad accendermi in testa un'ulteriore «spia» è arrivato poi Intimina, marchio noto per i suoi prodotti sostenibili, che in occasione della Giornata Mondiale della Terra 2021 ha pensato bene di attivare uno speciale calcolatore che permette a ogni donna di scoprire la quantità di rifiuti e il costo stimato derivante dal proprio utilizzo di prodotti mestruali non riutilizzabili. In pratica, inserendo pochi semplici dati, il calcolatore Greentimina permette di misurare i rifiuti derivanti dalla gestione del tuo ciclo mestruale, suggerendoti anche eventuali soluzioni alternative.

Ho voluto testarlo, così - inserendo la mia data di nascita, il numero di cicli mestruali annuali e la durata media di ogni singolo ciclo - ho scoperto di aver prodotto fino a questo momento 22.8 kg di spazzatura, rifiuti che sono andati a sommarsi a quelli che già inquinano inesorabilmente il nostro pianeta. Non solo: ho speso più di 4,670.68 euro per l'acquisto di prodotti mestruali e secondo le previsioni del calcolatore, con questo ritmo, nel corso della mia vita butterò più di 11.000 prodotti mestruali usa e getta! Le cifre, in effetti, danno da pensare.

«Sapere di produrre nella propria vita oltre 10 kg di materiale non compostabile, può apparire inquietante», commenta  Alessandra Bitelli, woman empowering coach. «Soprattutto se si sa di poterlo evitare facilmente. Si tratta di prendere coscienza di quanto un piccolo cambiamento personale possa incidere positivamente nell’ambiente che appartiene a tutti. Un cambiamento importante che parte tra le mura domestiche e scolastiche e si sviluppa maggiormente tra le giovani che facilmente ne possono comprendere l’utilità e l’efficacia. Un cambio di prospettiva che sostituisce il senso di colpa con “ho il potere di tenere il mondo più pulito”».

Il cambiamento personale a cui fa riferimento la coach è quello che dovrebbe indurre sempre più donne a sostituire l'uso di assorbenti usa e getta con accessori riutilizzabili e a basso impatto ambientale. Coppette mestruali e mutande assorbenti (a cui da poco si aggiungono anche i costumi da bagno assorbenti), ma anche assorbenti e tamponi usa e getta ecologici e biodegradabili al 100% sono le soluzioni alternative proposte per una maggiore salvaguardia dell'ambiente e, al tempo stesso, una gestione più economica e green del flusso mestruale.

Se vi sembrano ipotesi ancora troppo lontane - o esterofilie di cui in Italia si terrà poco conto - potreste presto ricredervi. Perché i risultati di un sondaggio on line condotto dalla stessa Intimina su 1442 partecipanti ha registrato una percentuale molto alta (l'82%) di donne che dichiarano di aver iniziato a prestare maggiore attenzione alla sostenibilità proprio durante la pandemia. Non solo: una su due (58%), sempre durante la pandemia ha deciso di sostituire i prodotti mestruali usa e getta con le coppette mestruali. Non da ultimo il fatto che, quando si tratta di scegliere, l'86% di tutte le partecipanti al sondaggio dichiara di preferire marchi che prestano attenzione alla sostenibilità. «Una precisazione importante va fatta soprattutto per le nuove generazioni che pensano al pianeta più di quanto ci abbiano pensato le precedenti. Sono più sensibili e meno pigre sotto questo aspetto», aggiunge Bitelli «perché sono più educate all’attenzione per il futuro del pianeta come posto in cui dovranno vivere. Il pensiero globale ha agevolato questo processo in cui questi giovani tendono ad allargare la prospettiva al di fuori del recinto in cui vivono».

Nell'attesa che sempre più donne riscoprano una coscienza ecologica anche per quanto concerne la gestione della propria sfera intima, alcuni dati riportati sul Journal of the Institution on Environmental Sciences sollecitano la nostra attenzione con 1,4 milioni di assorbenti, 2,5 milioni di tamponi e 700 mila salvaslip scaricati ogni giorno, solo nel Regno Unito, nei WC e di conseguenza destinati a inquinare mari e spiagge.

In Italia, secondo uno studio del 2013 condotto dall'azienda Fater, il 3% dei rifiuti totali è costituito da prodotti assorbenti per la cura della persona, tra cui oltre agli assorbenti femminili anche quelli per l’incontinenza e i pannolini per bambini. Tale percentuale equivale a circa 900 mila tonnellate annue su un totale di rifiuto residuo non recuperabile di 32 milioni di tonnellate di rifiuti. Partendo da questi dati allarmanti, nel 2015 Fater Smart ha sperimentato a Lovadina di Spresiano (TV) un impianto di riciclo totale dei prodotti assorbenti: l’innovativa struttura riuscirebbe a ottenere, dal riciclo di assorbenti e pannolini, quasi 75 kg di plastica da usare in nuove produzioni (arredi urbani, oggetti, ecc.) e più di 225 kg di materia organico-cellulosica impiegabile per la produzione di cartoni per imballaggi industriali, come fertilizzante in grado di restituire nutrienti a terreni depauperati e altre applicazioni ad alto valore aggiunto. Una scelta ecologica determinante, che è valsa all'azienda il premio “Sviluppo sostenibile” a Ecomondo 2018. Un caso, speriamo non unico, in cui il Pianeta Terra ringrazia.

LEGGI ANCHE

Coppette mestruali: le risposte alle domande più frequenti

LEGGI ANCHE

La masturbazione durante il ciclo aiuta a ridurre i dolori mestruali

LEGGI ANCHE

Mestruazioni, «è vero che...»: i 10 falsi miti più comuni