22 aprile 2021 - 19:56

Vaccino CureVac, il tedesco è il quinto: ecco come funziona

Sarà il terzo preparato anti Covid basato sulla piattaforma dell’Rna messaggero. Per assicurare la produzione, accordi con Bayer

di Margherita De Bac

Vaccino CureVac, il tedesco è il quinto: ecco come funziona
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Cos’è CureVac?

CureVac è un’azienda farmaceutica di Tubinga in Germania e sarà la terza al mondo a uscire sul mercato con un vaccino disegnato con la tecnologia dell’Rna messaggero, la stessa piattaforma utilizzata da Pfizer-Biontech e Moderna i cui preparati finora sono sembrati meno esposti a problemi rispetto a quelli prodotti con il vettore virale (AstraZeneca, Johnson & Johnson). Un vantaggio ulteriore di questa tecnologia consiste nella capacità di poter aggiornare il vaccino in tempi rapidi in caso di nuove varianti del virus.


Quante dosi arriveranno?

L’amministratore delegato di CureVac, Franz Werner Hass, ha dichiarato che la società prevede di produrre fino a 300 milioni di dosi entro l’anno e un miliardo di dosi nel 2022. E’ stata la quinta azienda a chiudere un accordo per la fornitura di vaccini con l’Ue, l’unica a rendere pubblico il contratto d’acquisto (sia pur con diverse parti cancellate).


Quando arriverà?

L’Ema dovrebbe rilasciare l’autorizzazione a fine maggio. Il direttore di Aifa Nicola Magrini in un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato di prevedere l’avvio della somministrazione delle dosi a giugno. L’azienda tedesca ha richiesto la revisione clinica anche alla Swissmedic, l’agenzia svizzera dei farmaci.


Come funziona?

E’ nato con la tecnica messa a punto dalla biochimica ungherese Katalin Karikò Il vaccino contiene una molecola (Rna messaggero) avvolta in un involucro di piccole particelle di grasso (lipidi). Le istruzioni genetiche vengono trasmesse alle cellule affinché producano la proteina Spike di cui il virus si serve per infettare. Una volta iniettato il vaccino, le cellule leggono il messaggio e producono la Spike. Il sistema immunitario riconosce questa proteina come estranea e risponde mettendo in campo le proprie difese (anticorpi e cellule T). L’organismo sarà in grado di combattere il virus una volta che la persona vaccinata sarà contagiata. Una volta depositato il messaggio l’Rna messaggero sparisce.

È efficace?

La revisione clinica da parte di Ema è cominciata a febbraio, sta per terminare la sperimentazione di fase 3 i cui risultati vengono progressivamente inviati all’agenzia di Amsterdam per accelerare i tempi, secondo un meccanismo applicato per tutti gli anti Covid finora autorizzati in Europa. Non sono disponibili dati sull’efficacia. Alla fase 3 hanno partecipato anche 36.500 volontari tedeschi (inizio a dicembre). La decisione di avviare la revisione clinica è stata anticipata dall’analisi dei risultati di laboratorio (dati non clinici) e di altri studi preliminari negli adulti dai quali si deduce che il vaccino induce la produzione di anticorpi e altre componenti del sistema immunitario che colpiscono il Sars-CoV-2.


Cos’é la revisione clinica?

E’ uno strumento regolatorio creato da Ema per accelerare la valutazione di medicinali promettenti o necessari per affrontare un’emergenza. I dati non vengono esaminati tutti insieme, in un unico dossier, ma valutati non appena pronti. Se il comitato per i medicinali uso umano (Chmp) formula un parere positivo, può richiedere per quel prodotto l’autorizzazione velocizzata all’agenzia.


Come viene conservato?

Rispetto ai due vaccini a Rna, quello di CureVac può essere conservato più facilmente perché non richiede una catena del freddo a meno 80 gradi. Resiste per 3 mesi a 5 gradi, il che lo rendere più gestibile. Servono due dosi a distanza di 4 settimane, intramuscolo.


Dove verrà prodotto?

Il gruppo ha stretto accordi per la produzione con i colossi Bayer e GlaxoSmithKline (collaborazione per produrre e distribuire questo vaccino e per sviluppare e produrre nel 2022 uno o più vaccini polivalenti contro le varianti)e altre aziende. L’Ue, grazie ai finanziamenti all’azienda (sostenuta inoltre dai 250 milioni di euro del governo tedesco), dovrebbe essere la maggiore beneficiaria delle forniture, attese 225 milioni di dosi (30 all’Italia). Anche Elon Musk, patron dell’auto elettrica Tesla, ha mostrato interesse per il progetto. L’ex presidente degli Usa Trump cercò di convincere il gruppo di Tubinga a spostare la ricerca negli Usa.


E l’Italia?

La società Reithera, con sede a Castel Romano, si è messa a disposizione a tutto campo per sostenere la capacità produttiva dell’Italia : «Risponderemo positivamente ad eventuali richieste di produzione di uno dei vaccini anti Covid 19 già approvati, di tip mRna e adenovirus, distribuiti anche in Italia». La società presieduta da Antonella Folgori sta portando avanti la sperimentazione di un vaccino a vettore virale che, in ogni caso, continuerà il suo cammino.

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