Spettacoli

The dreamers. La stagione (verde) degli Oscar, tra sale che riaprono e set bio

L'Oscar in vestaglia. Siete pronti a fare nottata con noi? 
Buone notizie: grandi preparativi per la notte dell'Academy (cerimonia con tappeto rosso ecosostenibile), le sale riaprono con i film protagonisti agli Oscar e nel giorno della Terra parliamo dei set sempre più bio. Per iscriversi a questa e alle altre newsletter di Repubblicanewsletter.repubblica.it
13 minuti di lettura

Care lettrici e cari lettori, tre buone notizie. Mancano tre giorni alla notte più attesa dell'anno, quella degli Oscar, e i protagonisti della notte dell'Academy arrivano nelle sale che dopo tanti mesi di sofferenza stanno riaprendo, tra tante difficoltà è comunque bello vedere le saracinesche che si alzano, gli schermi che si illuminano e i film che tornano sul grande schermo. E per la  giornata della Terra, facciamo il punto sul cinema che si impegna, tra set, festival e anche premi green per avere un impatto sempre meno forte sull'ambiente.

Buona lettura e buone visioni

Arianna Finos e Chiara Ugolini

Verso gli Oscar: 8 film a caccia della statuetta

La cerimonia degli Oscar ha una valenza simbolica e per protagonisti film che il pubblico può vedere sulle piattaforme e/o tra pochissimo nelle sale riaperte. Eppure, malgrado i titoli siano a portata di telecomando, moltissimi spettatori non li conoscono, ne hanno poco sentito parlare. Perciò abbiamo pensato a una guida per orientarsi sui film che ambiscono al premio principale, ve li presentiamo nell'ordine contrario in cui i bookmaker danno la loro vittoria dal meno favorito al favoritissimo.

Olivia Colman e Anthony Hopkins 

 

The Father: Anthony Hopkins e il talento della senilità

Un anziano con il volto di Anthony Hopkins cerca di dare un senso alla sua esistenza mentre la sua mente vacilla e l'uomo inizia a dubitare della stessa realtà che lo circonda, cambiandone il volto, rifiutando ogni cura o aiuto da parte della figlia. Florian Zeller esordisce alla regia cinematografica con The Father-Nulla è come sembra, tratto dalla sua omonima pièce teatrale del 2012 (già portata sullo schermo da Philippe Le Guay in Florida con Jean Rochefort nel 2015). Un soggetto molto personale per il regista, che ha vissuto da ragazzino un’esperienza simile con la propria nonna malata di demenza senile e che ha consegnato al film sei candidature comprese quelle degli attori protagonisti. La figlia dell’anziano, Olivia Colman, è sempre più preoccupata nel vedere il padre perdere lucidità, si rivolge a chi possa assisterlo in casa, in modo da non lasciarlo solo. Anche perché la donna sta per lasciare Londra per trasferirsi a Parigi, in modo da stare accanto al suo nuovo compagno. Ma le cose peggiorano e il padre è aggressivo e ostile verso la badante. Le scenografie di Peter Francis e i costumi di Anna Mary Scott Robbins consegnano un mondo ordinato che contrasta con il caos interiore verso cui camminano padre e figlia. In autunno nelle sale.

Riz Ahmed in 'Sound of Metal' 

 

Sound of Metal: il film in soggettiva sonora

Delle sei candidature all'Oscar (miglior film, miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista, miglior sceneggiatura, miglior suono e miglior montaggio) le ultime due hanno serie possibilità di trasformarsi in altrettante statuette. Sound of Metal è un film costruito tutto sulla soggettiva sonora del suo protagonista, il batterista hard rock Ruben, interpretato da un grande Riz Ahmed (Lo sciacallo, The Night of). Il film di Darius Marder, che debutta dopo un documentario e la coregia con Derek Cianfrance di Come un tuono, è la storia drammatica e appassionante di un batterista heavy metal che improvvisamente perde l'udito. Lo interpreta il talentuoso Riz Ahmed, candidato all'Oscar per il ruolo, che dà spessore al musicista che lotta con la sordità ma anche le sue insicurezze di ex tossico mentre la donna con cui ha condiviso vita e palco fa fatica a stargli accanto. Il film è disponibile su Prime Video.

'Mank' con Gary Oldman 

'Mank': la Hollywood in bianco e nero del cinema che fu

Un film sugli anni Trenta e Quaranta a Hollywood con lo stile e l'approccio di una pellicola anni Trenta e Quaranta. David Fincher ha ereditato un progetto del padre, lo sceneggiatore Jack Fincher, e realizzato un'opera in bianco e nero, sofisticata e curatissima fin nel più piccolo dettaglio, per raccontare la storia che c'è dietro al film cult di Orson Welles Quarto potere. Qui però non è lui, l'enfant prodige del cinema americano, il protagonista ma il graffiante critico sociale e sceneggiatore alcolista Herman J. Mankiewicz, che si affanna - tra crisi di astinenza e postumi di un ricovero in ospedale - a finire il copione di quello che diventerà un capolavoro. Dieci nomination, compresa quella per miglior film e miglior regia, Mank (su Netflix e dal 26 aprile nelle sale riaperte) è il film con più candidature agli Oscar 2021, ma la certezza che il regista di The Social Network e Il curioso caso di Benjamin Button (entrambi candidati ma non premiati) porti a casa qualche statuetta assolutamente non c'è. Delle sei nomination ai Golden Globe il film non si è aggiudicato nessun riconoscimento, un po' meglio è andato ai Bafta dove ha vinto per la scenografia. Tra le candidature che hanno delle chance di trasformarsi in statuette quella ad Amanda Seyfried come attrice non protagonista nel ruolo di Marion Davies, l'attrice biondo platino che visse la vita nella gabbia dorata del castello Hearst.

Daniel Kaluuya in 'Judas and the Black Messiah' 

'Judas and the Black Messiah', le Pantere nere e il loro Giuda

La prima cosa che si fa, dopo che i titoli di coda scorrono alla fine della visione di Judas and the Black Messiah, disponibile per l’acquisto e il noleggio sulle principali piattaforme, è correre su YouTube e cercare lui: William O'Neal. Che nel documentario Eyes on the Prize racconta il suo doppiogioco all'interno del Partito delle Pantere nere. Il film del regista afroamericano Shaka King, allievo di Spike Lee, racconta l'arco di O'Neal da ladruncolo di automobili, abile nel trucco di farsi passare per uno dell'FBI con tanto di finto tesserino, a vero informatore dell'agenzia governativa. Il film racconta la storia vera del capo delle Pantere Nere nell'Illinois Fred Hampton (Daniel Kaluuya, già Golden Globe per questo ruolo e indicato come favorito per l'Oscar a non protagonista) e dello strano rapporto che va a stabilirsi con William O'Neal (LaKeith Stanfield, ugualmente candidato come non protagonista). Ladro di professione, O'Neal sembra divertirsi a correre il rischio di manipolare sia i suoi compagni che il suo "supervisore", l'Agente Speciale Roy Mitchell (Jesse Plemons) quando accetta - per uno sconto della pena e per denaro - di infiltrarsi nel partito delle Black Panther dell'Illinois con l'incarico di tenere d'occhio il loro carismatico leader. L'influenza politica di Hampton è in forte ascesa proprio quando incontra e si innamora della sua compagna di rivoluzione Deborah Johnson (Dominique Fishback). Nel frattempo, nella mente di O'Neal c'è un dilemma: lui che non si era mai interrogato più di tanto sulla sua identità afroamericana saprà farsi contagiare dalla battaglia dei "fratelli neri" o contribuirà ad affossare Hampton e le Pantere con ogni mezzo, come comanda il Direttore dell’FBI J. Edgar Hoover (Martin Sheen)?

Il giovane Alan S. Kim e Steven Yeun in 'Minari' 

'Minari' piccola storia con grande cuore. Il sogno americano è una pianta coreana

Si chiama Minari ma in Italia lo chiamano crescione coreano, è una pianta acquatica dal sapore forte, che può essere mangiato crudo o cotto, ripassato in padella o in piatti più elaborati che prevedono delle salse. Cresce anche in terreni inquinati e ha un potere quasi magico: ripulisce le acque e la terra dove mette radici. A questa pianta è dedicato il piccolo grande film del regista nato in Colorado da genitori sudcoreani Isaac Lee Chung. Trionfatore al Sundance, al Golden Globe e ora in corsa per sei Academy Award, il film è un piccolo miracolo per un regista che dopo tre documentari impegnati aveva praticamente deciso di cambiare mestiere. Arriva nelle sale italiane il 26 aprile, giorno di apertura dei cinema e poi il 5 maggio in prima assoluta alle 21.15 su Sky Cinema Due, in streaming su NOW e disponibile on demand. "Quando ho lasciato la scuola di cinema non mi interessava fare film personali, ero curioso delle storie degli altri. Credevo fosse molto più interessante quello che succedeva in Ruanda o in Cina, così ho realizzato dei documentari lì - ci ha raccontato il regista dalla sua casa di Pasadena, California - Nel 2018 poi mi sono reso conto che forse non avrei più avuto tempo di fare film perché era arrivato il momento per me di andare avanti e creare una vita più stabile per la mia famiglia. A quel punto ho pensato che dovevo scrivere una storia personale, altrimenti mi sarei pentito di non averlo fatto. E poi volevo lasciare questa storia a mia figlia, anche se non fossi riuscito a realizzare il film almeno avrebbe letto la sceneggiatura. Mi sono detto: 'Non importa se una storia di contadini in Arkansas possa sembrare noiosa, è la mia storia', poi però ho fatto di tutto per renderla divertente".

Carey Mulligan è protagonista di 'Una donna promettente' 

'Una donna promettente': la vendetta è una questione di genere

Cassie. Trent'anni, fisico minuto, un volto infantile e una massa di capelli biondi, ha lasciato l’università, medicina, e lavora in una caffetteria. Vive con i genitori, che la ritengono un’asociale. In realtà la giovane donna, che ha le mille sfumature emotive di Carey Mulligan, la sera esce e frequenta molti bar, dove si fa abbordare da sconosciuti fingendosi ubriaca, per poi, di fronte ai tentativi di abusare di lei approfittando dello stato di confusione, terrorizzarli mettendoli di fronte alle loro bassezze. È questo il suo modo di reagire a un trauma del passato, legato alla sua migliore amica. Quando conosce un ex compagno di college, deciso a entrare nella sua vita, si ritrova combattuta. Vorrebbe abbandonare la missione che ha abbracciato, ma una scoperta imprime una direzione definitiva alla sua vita, consacrandola alla vendetta. Una donna promettente (nelle sale prossimamente distribuito da Universal) è diretto da Emerald Fennell, attrice e sceneggiatrice inglese (alle spalle anche sei episodi di Killing Eve) che debutta sul grande schermo da regista. A produrre è la LuckyChap Entertainment, fondata da Margot Robbie (ma anche Carey Mulligan è produttrice esecutiva). Il film si è affacciato dal Sundance, ma la corsa ai premi è iniziata molto più avanti: nomination ai Golden Globe come miglior regista e per la protagonista Carey Mulligan mentre Emerald Fennel (anche attrice, è Camilla in The Crown) ha vinto il Bafta per la miglior sceneggiatura originale. Cinque candidature agli Oscar, tra cui film, regia, protagonista, sceneggiatura e montaggio.

'Il processo ai Chicago 7' 

'Il processo ai Chicago 7' a processo la controcultura hippie

Agosto 1968. Otto uomini decisamente diversi tra loro per estrazione sociale, formazione ed ideali, si preparano a protestare alla Convention Nazionale Democratica di Chicago, per chiedere il ritiro delle truppe dal Vietnam. Il resto è storia. Una pagina di storia, tuttavia, piuttosto dimenticata. Non a caso a riportarla alla luce è stato Steven Spielberg, che convoca a casa sua Aaron Sorkin un sabato pomeriggio di 14 anni fa. "Mi dice che vuole fare un film su 'questo assurdo processo per cospirazione avvenuto a Chicago nel 1969'. Rispondo che è incredibile perché anch'io voglio da tanto tempo scriverci un copione. Esco e chiamo mio padre: 'Ma cos’è sto processo? Non ne so nulla', ci racconta Sorkin nel canonico appuntamento Zoom. Dopo tredici anni di ricerche e documenti, trascrizioni processuali e testimonianze, stesura e progettazione, inciampi, scioperi hollywoodiani e ripartenze ecco Il processo ai Chicago 7, il film che Sorkin (premio Oscar per la sceneggiatura di The social network) ha scritto e diretto. Si vede su Netflix (ma potrebbe riuscire in sala ora che riaprono i cinema). Tra i primi incontri del cineasta, quello con l'attivista Tom Hayden, scomparso nel 2016: per interpretarlo, Sorkin ha scelto il britannico Eddie Redmayne.

Frances McDormand è Fern in 'Nomadland' (ansa)

'Nomadland', la casa è dove sono quelli che amiamo

Nella terra dei nomadi d’America. Il film di Chloé Zhao, Nomadland, è dato per favorito nella corsa agli Oscar che è iniziata molto tempo fa, con il Leone d’oro alla Mostra di Venezia, il primo di una teoria di premi che spaziano dai Golden Globe ai Bafta Award. Le candidature ai premi dell’Academy sono sei, pesanti: dal miglior film, alla regia, alla protagonista Frances McDormand, che è anche produttrice. Di sicuro gli Oscar sarebbero uno splendido volano per l'arrivo del film sulla piattaforma Disney+, il 30 aprile.  Il film è tratto dall’omonimo libro inchiesta di Jessica Bruder e intercetta lo spirito nomade americano, accompagnando il movimento della manodopera migratoria stagionale. Frances McDormand interpreta una vedova che, quando la città mineraria in cui vive viene abbandonata, si sposta con il suo camper pieno degli oggetti più cari e attraversa i panorami dell’Ovest americano, le Badlands del South Dakota, il deserto del Nevada, fino al Pacific Norhwest. Si ritrova a far parte di una comunità di nomadi, che si incontrano raduno dopo raduno, e che nel film interpretano se stessi – ad esempio Linda May e Swankie – e stringe un rapporto di grande empatia con uno di loro, interpretato da David Strathairn (Good night and good luck, tanto per citare un titolo).  Grandi paesaggi, montagne millenarie e praterie innevate, ma anche il panorama industriale fatto di fabbriche dismesse e citta operaie, diventate fantasma, lamiere e prefabbricati incorporate nel paesaggio. Una immersione nella VanLife di Bob Wells, considerato il punto di riferimento, anche filosofico, per i nomadi che si spostano, in auto e camper, di Stato in Stato.

Laura Pausini da Los Angeles (ansa)

Il diario di Laura e le chance per l'Italia

In Italia ha dovuto lasciare la figlia Paola, che con la saggezza dei suoi otto anni le ha detto "preferisco rimanere a casa con i miei compagni e i nonni e fare il tifo per voi in tv" e anche il cagnolino Lila, che vanta un suo profilo Instagram seguito da 11.000 follower. Laura Pausini è a Los Angeles per la notte degli Oscar e da Hollywood sta aggiornando i fan con il suo diario social su Instagram, chiusa dalla sua stanza di albergo dove sta facendo la quarantena per poter cantare nel preshow degli Oscar, registrato sul tetto del nuovo Museo del Cinema non ancora inaugurato, la sua Io sì / Seen dal film La vita davanti a sé scritta da Dianne Warren che lei ha tradotto in italiano insieme a Nicolò Agliardi. Attualmente i bookmaker danno favorita proprio la coppia Pausini-Warren (la cantautrice americana è stata nominata 12 volte e non ha mai vinto). Tutta l'Italia spera quindi in questo grande risultato per una notte che segnerebbe un record: la prima volta che una canzone italiana si aggiudica un Academy Award. Ma non è l'unica testimonial della creatività italiana. Battono la nostra bandiera anche  gli artisti di Pinocchio, il film di Matteo Garrone che è stato nominato per i costumi di Massimo Cantini Parrini e il trucco di Dalia Colli e il parrucco di Francesco Pegoretti. Vi riproponiamo le loro interviste.

Massimo Cantini Parrini: "Corro all'Oscar con Pinocchio e i colori dell'amore"

Francesco Pegoretti parrucchiere per 'Pinocchio': "Sul set siamo tornati tutti bambini"

Delia Colli truccatrice di 'Pinocchio': "Con Garrone fatica e emozioni"

'Lazzaro Felice' di Alice Rohrwacher 

Green cinema, ecco come l'Italia si organizza per rendere i set a impatto zero e Cannes e gli Oscar si mobilitano

Il cinema italiano punta alle zero emissioni nette. Ogni anno le 1500 settimane di set causano migliaia di tonnellate di CO2. La consapevolezza è cresciuta negli ultimi anni e in occasione della Giornata della Terra, giovedì 22 aprile, nasce un progetto dedicato: "Stiamo lanciando ZEN2030. Un protocollo e una società benefit, che punta al proprio mantenimento e non al profitto, per arrivare a zero emissioni nette entro il 2030 - racconta Matteo Rovere, regista e produttore di Groenlandia - Stanno aderendo alla start up produttori e registi, mentre artisti come Alessandro Gassmann e Stefano Accorsi ci aiuteranno sul fronte divulgativo". Il protocollo si richiama alla conferenza di Parigi sul clima 2015, l'accordo universale sui cambiamenti climatici che stabiliva un tetto massimo dell'innalzamento delle temperature medie a livello globale di 1,5°. Per far questo i procedimenti industriali devono ridurre al massimo le proprie emissioni e compensare le restanti con una serie di pratiche, ad esempio la riforestazione. Nel cinema italiano la sensibilità ambientalista è nata da qualche anno. Nel settore esistono i protocolli di EcoMuvi e di Edison, e le discipline regionali, dal Trentino, al Piemonte, alla Sardegna. Creato nel 2014, EcoMuvi è un protocollo elaborato dalla produzione Tempesta di Carlo Cresto-Dina, che ha calato i principi di sostenibilità ambientale nelle realtà di lavoro del settore: il set di Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher ha evitato l'emissione di gas ad effetto serra pari a 249,89 tonnellate di CO2 grazie al car-pooling, l'utilizzo del treno e l'allaccio alla rete locale per l'impiego di energia elettrica. L'impiego di erogatori d'acqua e stoviglie compostabili ha evitato 370Kg di rifiuti in plastica e così via. "Sono stati i precursori, un movimento di sensibilizzazione - dice Rovere - è fondamentale che adesso si espanda e diventi sempre più scientifico e stringente, realizzando in maniera olistica l'impatto zero". L'urgenza, ora, è rendere sostenibile tutta la filiera produttiva dell'audiovisivo: "Un esempio concreto è Romulus, con la seconda stagione sarà la prima serie carbon negative, una delle prime in Europa", realizzata da Sky Original, Cattleya e Groenlandia, con la collaborazione dell'inglese Albert, riferimento internazionale anche per la certificazione. In Europa sono una dozzina i protocolli e film carbon zero, lo è ad esempio il bel 1917 di Sam Mendes, mentre la newyorkese Earth Angels ha curato la sostenibilità ambientale per The Amazing Spiderman, ma senza protocolli. "Negli ultimi due anni abbiamo realizzato film 'beta test', Carosello Carosone, Black Out Love - continua Rovere - e Romulus sarà la prima serie a certificazione ufficiale. L'obiettivo è di arrivare a dieci produzioni nel 2022, Venti nel 2023 e poi tutte a impatto zero". Secondo il produttore, malgrado le pratiche complicate, l'incidenza sul budget delle produzioni è minima e in un paio di anni, "se i fornitori si evolveranno, si arriverà a impatto zero". Chiaramente il set deve essere in parte re-immaginato sotto diversi punti di vista, ogni tipo di attività viene misurata attraverso un software per ridurre emissione e compensare il resto, magari attraverso la riforestazione. È introdotta una nuova figura professionale speciale per fare i calcoli con tutti gli elementi per ridurre e compensare. Il set diventa quindi un laboratorio per sensibilizzare chi ci lavora a tutti i livelli, in più il cinema con la sua visibilità può dare il buon esempio ai cittadini e alle altre imprese, "anche in un momento di crisi così acuto come quello che viviamo bisogna caricarsi sulle spalle questi aspetti. per cercare di crescere insieme".
A Hollywood le iniziative ambientali sono legate all'impegno delle star - a partire ovviamente da Leonardo DiCaprio, ambasciatore Onu contro i cambiamenti climatici - che hanno firmato una lettera-appello al Presidente degli Stati Uniti Joe Biden sul New York Times per invitarlo a diventare il "presidente del clima", guidando la lotta al riscaldamento della terra. In Europa il Festival di Cannes spinge sull'impatto zero, nell'edizione 2021, con misure che vanno dal contributo economico degli accreditati per compensare l'impatto dei viaggi, all'uso di auto elettriche, al tappeto rosso dimezzato e riciclabile e zero bottiglie di plastica: "La scommessa è enorme - dicono il presidente Pierre Lescure e il Delegato generale Thierry Frémaux - Stiamo compiendo un passo forte e concreto". Non solo Cannes però anche gli imminenti Oscar stanno lavorando per essere sempre più "green" in particolare per quel che riguarda il tappeto rosso.  Da alcuni anni gli Academy Awards stanno diventando ecocompatibile per svolgere un ruolo nel salvare il nostro pianeta e la storia è tutta incentrata sulla sostenibilità, utilizzando materiali che non danneggiano il nostro ambiente e riutilizzando ogni sorta di cose. Potresti chiamarla "couture con coscienza" quindi vai col vintage e con l'iniziativa Red Carpet Green Dress. L'idea è venuta a Suzy Amis Cameron quando il marito, James Cameron era candidato all'Oscar per il suo Avatar. In quell'occasione aveva cercato un abito che corrispondesse al suo animo ecologico ma quello che aveva trovato non era all'altezza dell'occasione, così ha organizzato un concorso di design per sfidare i giovani a utilizzare i materiali green in modo elegante".

David Attenborough 

Dieci titoli per la Giornata della Terra (e dove vederli)

Non poteva mancare la nostra guida virtuale per questa giornata così simbolica. Arriviamo a fine giornata ma poiché al nostro vecchio pianeta dobbiamo pensare tutti i giorni siamo certi che vorrete utilizzarla anche da domani. Cominciamo da un maestro: Sir David Attenborough, il naturalista britannico furoreggia sulle piattaforme con i suoi documentari. Su Apple Tv+
The Year Earth Changed, un documentario che adotta un nuovo approccio al lockdown globale mostrando gli uccellini che cantano nelle città deserte e l'incontro con i capibara nei sobborghi sudamericani e poi le seconde stagioni di Tiny World e Il pianeta notturno a colori. Mentre su Netflix troviamo la docuserie David Attenborough: una vita sul nostro pianeta che ha ottenuto due Emmy e molti altri premi, mentre il docufilm Il mio amico in fondo al mare ha ottenuto una candidatura agli Oscar e racconta l'amicizia tra un polpo e un documentarista nelle profondità dell'oceano sudafricano (Leggete qui l'intervista al regista). Su Prime Video c'è invece il documentario della BBC Earth - Un giorno straordinario, doppiato in italiano da Diego Abatantuono, un viaggio alla scoperta di continenti, oceani, ghiacciai che va anche in onda alle 21.20 su Rai Premium (canale 25). Su Sky Cinema Family c'è una maratona di sei film per tutta la famiglia con al centro le tematiche ambientali e le meraviglie della Natura. Ve ne segnaliamo due: il cartoon Arctic - Un'avventura glaciale con il doppiaggio di Vinicio Marchioni e Stefano Fresi in cui Speedy, un volpino artico, si trova a far fronte a un oscuro piano che sta provocando lo scioglimento dei ghiacciai dell'Artico e con il prezioso aiuto dei suoi amici salverà il pianeta e il documentario Ailo - Un'avventura tra i ghiacci, con la voce narrante di Fabio Volo, che segue il primo anno di vita di un cucciolo di renna in Lapponia. (Cliccate sul nome del film per l'approfondimento). Sulla neonata piattaforma Nexo+ c'è il documentario diretto da Pascal Moret e Julien Guiol, Microcosmo-Grande Meraviglia. Che celebra la natura come fonte inesauribile di conoscenza. Dopo 3 miliardi di anni di evoluzione, ha creato meccanismi incredibili su scala microscopica che consentono alle piante e agli animali che ci circondano di proteggersi, svilupparsi e far fronte agli attacchi di fuoco, aria, suolo e acqua. Chiudiamo con due grandi cult che si trovano su Disney+: il film che è tornato ad essere il più visto al mondo, Avatar di James Cameron, una favola ecologica che presto avrà i suoi seguiti e il gioiello d'animazione Pixar Wall-e che racconta del piccolo robot riciclarifiuta rimasto solo sul nostro pianeta abbandonato che incontra nella supertecnologica Eve l'anima gemella e con lei la speranza che la Terra possa essere ancora feconda. Da Oscar. Ma c'è anche il corto con protagonista la piccola anima 22 del film d'animazione Soul, è lei la protagonista di 22 contro la Terra ancora con la voce di Paola Cortellesi.

Accade oggi: 2021 Odissea nello spazio
di Luigi Gaetani

Narrano gli annali del cinema che il 22 aprile del 1964 – in un ristorante di New York – Stanley Kubrick incontrò lo scrittore Arthur C. Clarke per discutere di un nuovo progetto. Dopo Il Dottor Stranamore, il regista aveva in mente un film sulla “relazione dell'uomo con l'universo”. A partire dal racconto La sentinella di Clarke (a cui si aggiunsero molti altri spunti), per quattro anni i due lavoreranno allo script di 2001: Odissea nello spazio. La pellicola oggi è considerata tra le più significative della storia, ma quando uscì non piacque a tutti: un critico la definì “moralmente pretenziosa, intellettualmente oscura, anormalmente lunga”. Comunque, Kubrick andrà avanti con altri capolavori, come Arancia Meccanica e Shining. A proposito, oggi è il compleanno di Jack Nicholson, 84 anni. Destinato a diventare uno dei più grandi attori della sua generazione (tre Oscar), la sua vita aveva seguito una trama quasi cinematografica sin dall'inizio: solo da adulto scoprì che quella che credeva sua sorella era in realtà sua madre.

 

(reuters)

Happy ending: Vivianne "OscarSuperfan"

Vogliamo chiudere con l'immagine di questa signora, che si gode il suo quarto d'ora di celebrità. Si chiama Vivienne Robinson e si autodefinisce una superfan degli Oscar, anno dopo anno si mette in posa per i fotografi nei giorni che precedono l'evento. Dalle scarpe al cappello questa signora sessantenne sfodera un look tra festa in maschera e parata, quest'anno il costume da "Oscar superfan" ha un nuovo gadget la mascherina, griffata naturalmente.

Buona lettura, buone visioni

Arianna Finos e Chiara Ugolini
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