AOSTA. La barriera della privacy sulle eventuali vaccinazioni ricevute da consiglieri regionali non convince e semmai rinfocola le polemiche. Ma nel frattempo il muro del silenzio inizia a sgretolarsi e ieri in due - l'assessore Luciano Caveri e il consigliere di Pour l'Autonomie Mauro Baccega - sono usciti allo scoperto dichiarando di aver ricevuto il farmaco rivendicando la totale legittimazione della somministrazione. Dopo la riunione dell'Ufficio di presidenza del Consiglio che mercoledì ha affrontato la questione arrivando alla conclusione che di fronte a informazioni di tipo sanitario vale il principio di riservatezza, Fratelli d'Italia - che quella riunione aveva sollecitato con una richiesta formale - ha attaccato: «Cari consiglieri, invece di agitarvi e offendervi perché non sgombrate il campo dai dubbi e non dite subito se ci siete o meno e la facciamo finita?». Un clima infuocato da cui qualcuno si è voluto tirare fuori. Caveri nella tarda mattinata di ieri ha pubblicato un lungo intervento sul suo blog personale per far sapere che «sono stato vaccinato per il Covid 19 e l'ho detto coram populo pure durante le chiacchiere a margine del Consiglio regionale, senza reticenze quando ebbi la prima dose. Con i miei quasi 63 anni sono il decano del governo regionale. Vecchio per la politica quando si tratta di millantare l'avanzare del nuovo o la rottamazione, in queste ore pare che io miracolosamente sia diventato troppo giovane per essere stato inserito nelle liste di coloro cui è stato somministrato il vaccino con la seconda dose di ieri (mercoledì, ndr)». L'assessore sottolinea che «espressi sin da subito, mesi fa, ai miei colleghi di governo la necessità, viste le nostre responsabilità, di provvedere ad una vaccinazione rapida della giunta. Non ho perorato prerogative di casta e neanche di privilegi. Semplicemente ho esplicitato ciò che qualunque persona di buon senso e senza pregiudizi potrebbe sottoscrivere: chi deve gestire la pandemia, a tutti i livelli, non può farsene travolgere. La giunta si era espressa comprendendo questa richiesta sulla vaccinazione degli ultra-sessantenni fra i propri componenti, parimenti a quanto osservato dall'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, come mi fu detto e di cui ho traccia nelle informazioni ricevute allora». Caveri inoltre aggiunge che «mia moglie, 43 anni, ha fatto la prima dose del vaccino Astrazeneca il 14 marzo scorso. Come 1500 altri valdostani ha risposto alla chiamata che l'Usl ha fatto per avere volontari "last minute" che subentrassero alle rinunce al fine di evitare lo spreco delle dosi. E' stata chiamata alle 18.30 per una defezione con appuntamento dato - prendere o lasciare - e alle 19.30 si è catapultata al centro vaccinale di Donnas. Non l'ha nascosto, anzi: attraverso i suoi canali ha invitato i valdostani a candidarsi alle sostituzioni per non sprecare neanche una dose di vaccino. I miei figli non hanno fatto alcun vaccino e credo che nulla si possa dire sull'inoculazione effettuata a mia mamma, che ha 91 anni». Anche Baccega ha scelto i social, ieri, per rendere pubblico il fatto che «ieri (mercoledì, ndr) si è completato il mio ciclo di vaccinazioni anti Covid 19» e spiegare che «ho aderito alla piattaforma Infovaccini lo stesso giorno in cui è stata resa operativa, ho ricevuto una chiamata che credo sia arrivata il 16 marzo senza che da parte mia si sia fatta alcuna azione di sollecitazione o di individuazione di corsie preferenziali per me o per i miei familiari» e che «il 1° marzo e il 22 marzo ho avuto due interventi chirurgici in ambito ospedaliero, ma non solo; i miei accessi in Ospedale sono stati frequenti per ragioni di salute da dicembre ad oggi. Mi chiedo: da consigliere regionale bisogna rendere pubblica la propria Tessera sanitaria?».