13 aprile 2021 - 07:20

Firenze, il mercante d’arte: «Così ho provato ad acquistare per 1500 euro un Caravaggio»

Fabrizio Moretti e il volo in fretta e furia per il dipinto «Ecce Homo». Da Firenze a Madrid per l’asta divenuta un caso

di Chiara Dino

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Nel 2013 Giuseppe Tornatore fece un affresco inquietante del mondo dei mercanti d’arte. «La Migliore offerta» era un giallo come i tanti che il cinema ha prodotto sull’argomento. La vicenda che stiamo per raccontare è un semi-giallo che da Napoli ci porta a Madrid, rimbalza a Genova per planare a Firenze dove vede protagonista Fabrizio Moretti, mercante d’arte e segretario generale della Biennale Internazionale dell’Antiquariato.

Fabrizio Moretti
Fabrizio Moretti

È la storia di cui parlano tutti in questi giorni e riguarda l’Ecce Homo che l’8 aprile la casa d’aste spagnola Ansorena stava vendendo per 1500 euro, proponendolo come un’Incoronazione di spine della cerchia di José de Ribera, e di cui si è bloccata la vendita dopo che mercanti e storici dell’arte, ne avevano messo in dubbio l’attribuzione. Secondo loro, capitanati da Maria Cristina Terzaghi curatrice della recente mostra sul maestro seicentesco al Museo di Capodimonte, sarebbe quell’Ecce Homo che Caravaggio aveva dipinto a Napoli nel 1605 per il cardinale Massimo Massimi, e che, dal 1659, si troverebbe in Spagna (il che renderebbe quello di Palazzo Bianco a Genova un falso). È a questo punto che la nostra vicenda raggiunge Firenze da dove il nostro Moretti — viste le foto che qui pubblichiamo inviategli per informarlo del possibile colpaccio (comprare un Caravaggio per 1500 euro) — il 7 è volato in fretta e furia, destinazione Madrid. «Per me — ci dice oggi — non c’è dubbio sull’attribuzione a Caravaggio». Poi prosegue: «Sono tanti i particolari che me lo fanno pensare: la presenza e anche la posizione della balaustra che distacca e mette in evidenza la figura di Pilato mentre mostra il Cristo; la capacità narrativa che emerge dalla scena raffigurata, dinamica come in un film alla maniera di Caravaggio; le pennellate decise e d’impulso tipiche del genio e, credo, anche il colore. Sono convinto che quel rosso del manto, dopo la necessaria pulitura del quadro, si rivelerà proprio caravaggesco».

Le osservazioni di Moretti si allargano fino a toccare anche l’analisi della figura del soldato alla sinistra del Cristo e la sua bocca aperta con un’espressione di sgomento che richiamerebbe, in misura ridotta, quella della Medusa degli Uffizi. Tutti segnali che lo avevano fatto partire alla vigilia dell’asta per portare a segno quel colpaccio che non gli è riuscito. «Per me è una delle più grandi scoperte degli ultimi anni — prosegue — credo che se lo avessi acquistato lo avrei fatto per rivenderlo, e d’altronde il mio mestiere è quello del mercante d’arte. Un quadro così può valere anche 200 milioni di euro e ritengo che a musei come il Getty di Los Angeles avrebbe fatto gola». Ma... Nulla di fatto. «Ora la Spagna ne ha bloccato l’esportazione — conclude l’antiquario — e Maria Cristina Terzaghi è stata chiamata come consulente dal Prado che vorrà farlo proprio con una transazione privata. Ci ho provato anche io: quando la casa d’asta ne ha bloccato lo vendita all’incanto ho provato a fare un’offerta, ma non è andata a buon fine».

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