Può essere che il 29 maggio a Istanbul una tra Manchester City e Psg coroni il suo lungo e dispendioso inseguimento alla Champions League. La coppa che nelle ultime 23 edizioni ha ammesso un solo nuovo nome (Chelsea nel 2012) nel suo albo d’oro è però un club riservato ai soliti noti. Non perde occasione per onorare chi ne ha scritto le migliori pagine. Lo fa anche stasera, al via dei quarti. Vero: c’è anche City-Dortmund, con i guardiolisti che giocano come nessun altro e Haaland che è il centravanti del presente e del futuro. Ma volete mettere il fascino di un Real Madrid-Liverpool? Blancos e Reds sono la storia (13 titoli contro 6) e pure il passato più recente, avendo vinto le 4 edizioni che hanno preceduto il Bayern 2020. Infortuni e usura sembravano averli condannati a una stagione complicata, Zidane e Klopp parevano aver smarrito il tocco magico. Invece... Mai dare per spacciati i vincitori seriali: nell’ora decisiva, Real e Liverpool continuano a essere acciaccate ma hanno ritrovato una buona cera. «Siamo nel nostro miglior momento», garantisce Zidane che ha vinto 9 delle ultime 11 partite e in Liga è risalito a -3 dall’Atletico leader: il «Clasico» di sabato contro il Barça sarà cruciale. Ko due volte con lo Shakhtar in Champions, battuto in campionato da Cadice, Valencia, Alaves e Levante, Zidane è stato a un passo dal perdere tutto. «Ci hanno criticati, sottovalutandoci. Ma noi ribaltiamo quel che si dice in giro». Zizou lo ha fatto anche nel temuto ottavo contro l’Atalanta, magari con l’aiuto del rosso-lampo a Freuler. Poi, però, si è costruito un finale di stagione intrigante con le sue mani e con i gol di Benzema, a segno da 7 partite. Stasera sarà ancora senza Sergio Ramos e Hazard, ma anche Klopp s’è ormai abituato a fare a meno di Van Dijk, Henderson e Matip. Sabato, nel 3-0 in casa Arsenal, s’è visto il miglior Liverpool di questo folle 2021 fatto in Premier di tracolli interni (sei di fila) e di successi esterni (5 nelle ultime 6 sfide). Fabinho è tornato a centrocampo liberando l’estro di Thiago; Salah, Firmino e Mané hanno ripreso a tritare difese; Diogo Jota è la nuova realtà. Morale: un mese fa Klopp riteneva «quasi impossibile qualificarsi per la prossima Champions», adesso è a -2 dal Chelsea quarto e, dopo aver fatto fuori il Lipsia, con il Real se la gioca eccome. Peccato solo che la rivincita della finale 2018 di Kiev, ultima partita di CR7 nel Real, decisa dalle papere di Karius, si giochi nel «Di Stefano» di Valdebebas, piccolo e pure vuoto. Ci stiamo abituando, purtroppo. Non abbiamo invece fatto in tempo a prendere confidenza con l’idea che Blancos e Reds si fossero imbrocchiti. Pochi mesi e sono tornati. All’altezza o quasi della loro storia.
I commenti dei lettori