L’intervento

L’era Conte e la strategia del M5S: lotta contro le correnti e caccia all’unione nel Movimento

L’ex presidente del Consiglio ha annunciato un nuovo statuto con regole ferree contro le correnti: «Non abbiamo neppure bisogno di associazioni varie. Il nostro impegno politico e culturale viviamolo interamente nel nuovo Movimento, dove avremo tante occasioni di confronto»

di Andrea Carli

Giuseppe Conte: la sfida è rifondare il M5S, non è un restyling

3' di lettura

È la cronaca dei primi passi verso la rifondazione di M5S, dalle parole di chi nel nuovo soggetto politico avrà un ruolo di primo piano. Giovedì sera, 1 aprile, mancano pochi minuti alle 22. L’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, così come avveniva quando da capo del Governo chiudeva la riunione del Consiglio dei ministri e scendeva in conferenza stampa o affidava le sue parole a una diretta facebook, interviene all’assembea congiunta dei Cinque Stelle Camera e Senato. All’incontro, in streaming, partecipano anche eurodeputati, consiglieri regionali e amministratori locali.

La rifondazione non «sarà solo una operazione di restyling»

L’intervento è atteso. Quello che è entrato sulla scena politica come “avvocato del popolo”, alla guida di un governo M5S-Lega, dopo un M5S uscito dalle politiche del 2018 primo partito con oltre il 32% dei voti, dopo la temporanea uscita di scena con la nascita dell’esecutivo Draghi torna in campo e accetta la «sfida complessa ed affascinante» di guidare la rifondazione dei pentastellati, una rifondazione che «non sarà solo una operazione di restyling». «Vi proporrò un nuovo statuto contenente una proposta organizzativa che non rinneghi i punti di forza dell'esperienza “leggera” propria di un movimento, ma allo stesso tempo possa spiegare tutte le potenzialità tipiche di una struttura ben articolata e adeguatamente organizzata sul piano funzionale», avverte.

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L’incipit “dialogante”: alcuni errori commessi, ma chi non li commette

Libreria alle spalle, l’approccio iniziale dell’intervento di Conte è quello tipico di chi entra in una casa che in passato ha frequentato, ma che non è “di sua proprietà”. Il tono è distensivo, le parole calibrate, quasi diplomatiche. Riconosce che il Movimento5Stelle «ha scritto pagine importanti della più recente storia politica italiana», che sì «alcuni errori commessi, alcune ingenuità a cui vi siete esposti» salvo aggiungere immediatamente: «Ma chi non li commette - non valgono a oscurare le tante battaglie e riforme che avete combattuto e realizzato in direzione di un'Italia più moderna, più verde e vivibile, più giusta e solidale». L’ex premier sottolinea che «“Rifondare” significa puntare, tutti insieme, a compiere una completa, coraggiosa opera di “rigenerazione” del Movimento, che non rinneghi il passato e i valori che vi hanno portato sin qui. Anzi. Deve essere un'opera che valorizza l'esperienza fatta e i coraggiosi traguardi già raggiunti, ma sia capace di interpretare una nuova stagione politica e proiettare il neo-Movimento in una dimensione strategica». «In queste settimane - ricorda ai deputati e ai senatori Cinque Stelle - ho iniziato a elaborare delle proposte su cui sarà fondamentale confrontarsi nei prossimi giorni. Anzi vi anticipo che dopo la pausa pasquale avvierò una serie di incontri per raccogliere i vostri suggerimenti». La strategia di comunicazione è orientata al dialogo, al confronto, allo scambio di idee e opinioni per sviluppare un nuovo progetto politico, un «neo-Movimento».

Poi la “stoccata” contro correnti interne e cordate varie

A un certo punto però l’intervento di Conte aumenta di ritmo. La “stoccata” non si fa attendere: Conte annuncia un nuovo statuto con regole ferree contro le correnti. «Avremo regole ben rigorose - avverte - che contrasteranno ancor più risolutamente del passato la formazione di correnti interne, di cordate varie. La scelta della democrazia digitale ci consente un confronto diretto, senza la mediazione di correnti interne che, inevitabilmente, finiscono per cristallizzare sfere di influenze e posizioni di potere». «Care amiche e cari amici - è il messaggio -, non abbiamo neppure bisogno di associazioni varie. Il nostro impegno politico e culturale viviamolo interamente nel nuovo Movimento, dove avremo tante occasioni di confronto».

Caccia all’unione nel Movimento

“Dialogo” è la parola chiave, un approccio inclusivo che consenta di garantire coesione al Movimento, preservandolo da quelle lotte intestine e tra correnti che ne hanno scritto la storia recente. «Un passaggio rifondativo - ammette l’ex premier - suscita molte aspettative, speranze, anche inquietudini. Faremo in modo, tutti insieme, di non disperdere gli sforzi, gli slanci, anche gli entusiasmi che il cammino sin qui percorso ha suscitato». Parole che indirettamente sfiorano uno dei dossier “caldi”, quello del limite dei due mandati (gli altri nodi sono quello dei rimborsi, con la mole degli arretrati all’associazione di Casaleggio e il rapporto con la piattaforma Rousseau). Il futuro di molti deputati, senatori, ministri e amministratori locali diventa una sorta di “convitato di pietra”. Conte non ne parla. Per ora tiene le carte nascoste, ma il tema prima o poi guadagnerà un posto nell’agenda che condurrà alla rifondazione del Movimento. Un’operazione delicata, a rischio strappo.

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