I FILM DEL FINE SETTIMANA

«Apples», dalla Grecia un film-metafora della pandemia

Con la Pasqua arriva on-demand l'esordio di Christos Nikou, scelto come apertura della sezione Orizzonti dell'ultima Mostra di Venezia

di Andrea Chimento

3' di lettura

Uno degli esordi più interessanti degli ultimi mesi: si potrebbe riassumere così «Apples», opera prima del regista greco Christos Nikou, disponibile on-demand sulla piattaforma MioCinema.

Presentato come film d'apertura della sezione Orizzonti dell'ultima Mostra di Venezia, «Apples» racconta di una pandemia globale che ha causato in molte persone un'improvvisa amnesia: Aris, un uomo di mezza età, si ritrova coinvolto in un programma di recupero pensato per aiutare i pazienti a costruirsi una nuova identità.

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Aris trascorre così le sue giornate svolgendo dei compiti utili a creare dei nuovi ricordi e documentarli con una macchina fotografica.

Assistente di Yorgos Lanthimos nel potentissimo «Dogtooth», Nikou riprende molto dal suo celebre connazionale, sia per il soggetto di partenza (che può ricordare un altro lavoro di Lanthimos come «The Lobster»), sia per lo stile asettico, essenziale e dal taglio minimalista su cui punta la sua messinscena.

«Apples»

«Apples» (il titolo fa riferimento al frutto che il protagonista mangia di continuo) è un film che mette tantissima carne al fuoco e prende traiettorie narrative molteplici: è allo stesso tempo un'anomala storia d'amore, una metafora della pandemia che stiamo vivendo e anche, soprattutto, un film sulla nostra memoria, su quanto sia selettiva e su come funzioni.

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Un trauma individuale e collettivo

Cosa scegliamo di ricordare e cosa vogliamo rimuovere? Da questa domanda sembra prendere avvio il copione di un film che mette in scena un trauma individuale, quello di Aris, per raccontare però un trauma collettivo che ha molti collegamenti con l'attualità.L'amnesia, che si diffonde come un virus, diventa rappresentazione di una società di persone prive di contatti, che dimenticano, perché tutto ormai può essere affidato a metodi di archiviazione, digitali o meno che siano: il film ragiona, infatti, anche sulla tecnologia e le sue potenzialità (non sempre positive) tramite le quali la nostra memoria finisce per impigrirsi approfittando di quanto sia semplice oggi registrare le informazioni.

«Apples» è un lavoro dalle molteplici letture, non tutte particolarmente originali ma comunque capaci di far riflettere: nonostante ci sia un po' troppa maniera, lo sguardo di Nikou (che può ricordare anche quello di Michael Haneke) è incisivo ed è valida l'idea di utilizzare un formato che ricorda quello delle polaroid (altro gioco sulla memoria): la forma si fa contenuto ed è forse questo il pregio maggiore del lavoro del regista greco.

Sulla stessa onda

È un'opera prima anche «Sulla stessa onda», esordio di Massimiliano Camaiti arrivato direttamente su Netflix.Si tratta di un teen drama sentimentale, genere finora poco trattato nel cinema italiano contemporaneo ma che ultimamente sta iniziando a prendere piede anche nel nostro paese: si pensi ad esempio all'ironico «Sul più bello» di Alice Filippi.La storia d'amore tra due adolescenti, segnata anche dalla malattia di uno dei due, può ricordare «Colpa delle stelle» o «Il sole a mezzanotte», di cui però ha gli stessi pregi (un certo coinvolgimento emotivo) e, soprattutto, gli stessi grandi limiti (troppa retorica e sequenze ricattatorie).La regia è purtroppo molto acerba, ma una menzione positiva va al cast e alla colonna sonora, mentre il copione naviga in acque troppo conosciute per sorprendere come vorrebbe.

The Rental

Infine, una breve menzione per l'horror «The Rental», disponibile su Amazon Prime Video.Esordio alla regia di Dave Franco, il film racconta di due coppie che passano alcuni giorni in una casa isolata: dal soggetto già si coglie la scarsa originalità di un prodotto che viaggia su binari sicuri, non rischia niente e finisce per emozionare molto meno del dovuto.Fratello di James Franco, il regista deve ancora maturare nella gestione dei tempi di montaggio e del ritmo, tanto che l'interesse dello spettatore dura soltanto per poche sequenze, il tempo di realizzare che si è di fronte a un prodotto che sa molto di già visto.Attori non all'altezza in un cast male amalgamato in cui nessuno sembra impegnarsi come dovrebbe.


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