I sostegni alle start up

Fondo perduto, corsa alle domande: niente calo del fatturato per le partite Iva dal 2019

Nella prima giornata 231mila istanze. Le Entrate: chi ha avviato l’attività dal 2019 non deve dimostrare di aver avuto una perdita di almeno il 30%

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Covid, per gli autonomi contributi a fondo perduto e sgravi

3' di lettura

Pronti via, è subito corsa alle domande per il fondo perduto del decreto Sostegni. Quasi 231mila le richieste telematiche arrivate alle Entrate tra la mattinata (l’apertura è stata comunicata poco prima delle 10) e il pomeriggio di martedì 30 marzo: l’Agenzia ha riferito in un tweet di 550 istanze al minuto senza che si siano verificati rallentamenti. Comunque la domanda si potrà presentare fino a venerdì 28 maggio per essere ammessi ai contributi destinati alle partite Iva con un calo di fatturato e corrispettivi di almeno il 30% nel confronto tra l’ammontare medio del 2020 e quello del 2019, a condizione di non aver avuto ricavi o compensi oltre i 10 milioni si euro nel 2019. Ma proprio poche ore prima del via alle richieste è arrivato un importante chiarimento delle Entrate sulle start up, ossia chi ha attivato la partita Iva dal 1° gennaio 2019 in poi.

Contributo anche senza calo del fatturato

L’Agenzia ha modificato le regole per le richieste. Con il provvedimento emesso il 29 marzo vengono essenzialmente chiariti tre aspetti sulle attività partite dal 1° gennaio 2019 in poi:

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• il contributo spetta a prescindere dalla circostanza che abbiano registrato un calo del 30% della media mensile del fatturato del 2020 rispetto alla corrispondente media del 2019;

• la percentuale di calo indennizzabile è applicata al calo della media mensile di fatturato calcolata per i soli mesi successivi a quello di attivazione della partita Iva;

• restano fermi il limite massimo di ricavi o compensi per l'ammissione al beneficio e gli importi minimi e massimi del contributo.

Di fatto, si punta a fugare ogni dubbio rispetto alla formulazione del decreto Sostegni (articolo 1 del Dl 41/2021) , anche per evitare penalizzazioni a chi potrebbe avere una media mensile paradossalmente più bassa rispetto al primo anno del Covid ma solo perché ha avuto più difficoltà a ingranare essendo una start up.

Come si compila la domanda

Per non commettere gli errori sul chiarimento arrivano in soccorso le istruzioni alla compilazione della domanda.

Gli importi dell'ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell'anno 2020 e dell'anno 2019 da indicare vengono determinati dividendo la cifra complessiva del fatturato e dei corrispettivi di ciascuno dei due anni per il numero dei mesi in cui la partita Iva è stata attiva nell'anno.

Nello specifico di autonomi, imprese e professionisti che hanno attivato la partita Iva dal 1° gennaio 2019, ai fini del calcolo dell'ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell'anno 2019, rilevano i mesi successivi a quello di attivazione della partita Iva. Le istruzioni differenziano due situazioni.

Partita Iva aperta prima del 2019. Nel caso di partita Iva attivata prima 2019, il richiedente deve dividere l'importo complessivo del fatturato e dei corrispettivi realizzati nell'anno 2019 per 12 mesi.

Partita Iva aperta durante il 2019. Nel caso invece di partita Iva attivata nel 2019, le istruzioni citano il caso dell’apertura il 25 marzo 2019. In una simile situazione, il richiedente dividerà l'importo complessivo del fatturato e dei corrispettivi realizzati a partire dal mese di aprile per 9 mesi (sarebbero quelli appunto da aprile a dicembre).

L’assenza di fatturato medio mensile

Le istruzioni affriontano anche l’ipotesi dell’assenza di ammontare medio mensile del fatturato e corrispettivi dell'anno 2019 o 2020. In questo il corrispondente campo della somanda non va compilato e si intenderà che l'importo è pari a zero. Questa situazione può accadere, ad esempio, se la partita Iva è stata attivata nel mese di dicembre 2019.


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