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Cinquantadue anni fa apriva il primo asilo nido italiano

È una giovane assessora di 36 anni, Adriana Lodi, quando nel 1969 fa aprire a Bologna il primo asilo nido d’Italia, il Patini, sul modello dei nidi scandinavi. «Allora lavoravo al sindacato e proprio non sapevo come fare con mio figlio Marco. Ho provato a portarlo all’Onmi (l’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, istituita da Mussolini, ndr ), ma il primo giorno il bambino, che strillava come un disperato, mi venne strappato dalle braccia».

La battaglia per gli asili

Ricorda di essere riuscita a lasciarlo lì solo otto giorni, prima di decidere di ritirarlo, nonostante avesse fatto una lunga fila di attesa per accedervi: lo racconta oggi, a 88 anni, mentre ultima, insieme alla giornalista Laura Branca, Raccontami una favola vera-Biografia di una politica: Adriana Lodi (in uscita a breve per Bacchilega Editore), in cui ricostruisce la nascita dei primissimi asili nido a fine anni Sessanta – ma anche tante battaglie civili e sociali dalla parte delle donne e dei bambini -, nell’Italia del boom economico che ricerca innovative soluzioni di Welfare per accompagnarlo.

Dalla Svezia a Bologna

«A un certo punto il Comune mandò me e un consigliere di minoranza a un congresso internazionale a Copenaghen. Di solito non si andava all’estero. Siccome avevo un cugino a Stoccolma, ci prendemmo due giorni, che ci siamo pagati di tasca nostra, e andammo in Svezia. Ci siamo fatti accompagnare sempre da mio cugino (che ci traduceva) a vedere come erano organizzati gli asili nido. Feci diverse foto e quello che non riuscivo a fotografare lo disegnavo… Tornati a Bologna iniziai a lavorarci. Era da tempo che le lavoratrici chiedevano dei nidi moderni e i tempi erano maturi».Quando rientra in Italia, un imprenditore le comunica che vuole donare al Comune di Bologna la costruzione di un asilo nido: Adriana Lodi ci vede l’opportunità di replicare il modello di accoglienza scoperto in Svezia – professionale e con il bambino al centro – e comincia a strutturare corsi per preparare le prime assistenti dell’infanzia.

All’Italia intera

È la sorgente della sua rivoluzione: eletta in Parlamento, nel 1971 porta all’approvazione della Legge nazionale n.1044, che istituisce i nidi pubblici comunali. Adesso ricorda le proteste di chi le contestava quanto costassero alle casse pubbliche: «Anche oggi sui giornali leggo che gli asili nido “costano tanto”, ma perché, l’Università non costa tanto? Nessuno si permette di mettere in dubbio l’Università. E per quale motivo quando i figli son piccoli dovrebbero badarci solo le madri? È una battaglia che non va mai abbandonata!».

iO Donna ©RIPRODUZIONE RISERVATA