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Quando il Sapiens non ce la fa più

Serena Dandini

La pandemia ci ha proiettati improvvisamente in un futuro che avevamo solo letto nei classici della fantascienza e che oggi, alla luce del tempo, sembrano quasi più realistici dei feuilletons ottocenteschi.

Mi auguro lo stesso effetto non sopraggiunga tra qualche anno per il primo romanzo di Sabina Guzzanti, 2119. La disfatta dei Sapiens, appena uscito per HarperCollins, in cui l’autrice si diverte a frequentare il genere distopico restituendoci un mondo inquietante, apocalittico e – ahimé, visto come ci stiamo comportando noi umani – verosimile.

Diceva Arthur Charles Clark, grande maestro della letteratura fantascientifica: «I dinosauri hanno fatto l’errore di scegliere la corazza come protezione invece dell’intelligenza e per questo si sono estinti».

Per sopravvivere e restare umani dovremmo contare sulla forza dei nostri neuroni ma se a prevalere sarà l’intelligenza artificiale e la dittatura degli algoritmi non avremo scampo.

2119. La disfatta dei Sapiens” di Sabina Guzzanti (HarperCollins)

È questo lo scenario del romanzo di Sabina Guzzanti, che immagina un mondo alla deriva, ridotto a poche terre emerse governate da un consorzio di multinazionali che, attraverso il web, gestiscono il potere a livello globale, proteggendo esclusivamente una minoranza multi-miliardaria.

Dopo devastazioni e pandemie dovute a inquinamento e cambiamenti climatici, gli umani sopravvissuti sono resi docili e praticamente anestetizzati da un apparecchietto sottocutaneo che controlla le loro volontà.

Ancora è in vigore una legge che permette di manipolare solo in parte i cervelli ma sta per essere introdotto un nuovo algoritmo in grado di cancellare per sempre il libero arbitrio.

E, come se non bastasse, «i social creano dipendenza attraverso la dopamina, stimolata dalle gratificazioni fittizie di cuoricini e crediti».

Non possiamo che specchiarci in questa triste deriva e fare il tifo per Tess, l’eroina del romanzo, redattrice di una popolare rubrica di gattini che cercherà di salvare l’umanità da questo cupo destino.

Lei è una delle poche giornaliste ancora “umane”, visto che ormai sulla Terra i giornali li scrivono solo i robot (sic) e, insieme a un manipolo di ribelli, attivisti come lei, si opporrà alla manipolazione globale delle coscienze.

Ogni riferimento alla nostra situazione sul Pianeta non è affatto casuale ed è raccontata con lo stile ironico e divertito cui l’autrice ci ha abituati in tanti anni di satira militante.

Auguro un grande successo a questo libro che, più di tanti dibattiti sull’argomento, ha la forza travolgente di aprirci gli occhi sul nostro futuro, forse più prossimo di quanto crediamo.

Tutti gli articoli di Serena Dandini.

iO Donna ©RIPRODUZIONE RISERVATA