Vittime della repressione

Myanmar, oltre 100 civili: è il giorno più nero dal golpe

Le vittime totali della repressione seguita alla protesta potrebbero così raggiungere quota 400

1' di lettura

È salito a oltre 110 morti il bilancio della repressione delle proteste anti-golpe in Myanmar. Lo riferisce il sito di informazione Myanmar Now. Si tratta del bilancio giornaliero più alto mai registrato dal colpo di Stato militare dello scorso 1° febbraio. Il bilancio è stato diffuso da un ricercatore indipendente a Yangon, che effettua un conteggio delle vittime della repressione delle proteste in tempo reale e che in genere coincide con i conteggi poi diffusi a fine giornata dall’Associazione di assistenza per i prigionieri politici, associazione che documenta morti e arresti e viene considerata la fonte più autorevole.

Tra le vittime anche in bambino di cinque anni e una di 13. Le vittime totali della repressione seguita alla protesta potrebbero così raggiungere quota 400, in una delle giornate più sanguinose.

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L’ambasciata Usa in Myanmar ha condannato l’esercito per l’uccisione di «civili disarmati» nella repressione delle proteste che sono seguite al golpe di febbraio. «Le forze di sicurezza stanno uccidendo civili disarmati, compresi bambini, proprio le persone che hanno giurato di proteggere», si legge in un comunicato diffuso sulla pagina Facebook dell’ambasciata.

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