I giovani e l’agricoltura, finalmente un dato in controtendenza. Alla fine del 2020, annus horribilis che abbiamo salutato senza nostalgia, le statistiche parlano chiaro: rispetto a 5 anni fa, a livello nazionale, si registra uno storico balzo del 14% del numero di giovani imprenditori. L’analisi è firmata dalla Coldiretti. Che è andata a rivedere il numero delle iscrizioni al registro delle società di Unioncamere relative a settembre 2020. C’è stata una vera corsa, quasi un’attrazione fatale, verso la terra degli under 35. Scartate altre attività produttive, dall’industria al commercio. In Liguria sono 992 le imprese giovanili impegnate nel settore agricoltura e silvicoltura. Anche la pesca garantisce un’offerta stabile nonostante le difficoltà del periodo. Ed è una conferma: agricoltura e pesca possono rappresentare la strada per il futuro di molti ragazzi. Basta analizzare le cifre. La presenza dei giovani ha di fatto rivoluzionato il lavoro agricolo dove, a livello nazionale, sette imprese under 35 su dieci operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, fino alle fattorie didattiche, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale, l’agribenessere e la cura del paesaggio. Per il settore della pesca i giovani hanno una più spiccata propensione alla diversificazione dell’attività tradizionale, tramite soprattutto attività di ittiturismo e pesca turismo. «La rinnovata attrattività della campagna per i giovani – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato confederale Bruno Rivarossa – si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventato un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale. Anche il settore ittico ha le stesse potenzialità, ma purtroppo le barriere d’entrata, la mancanza di fondi destinati all’acquisto di imbarcazioni, e l’eccessiva burocrazia disincentivano i giovani ad entrare in questo mondo, pilastro fondamentale dell’economia regionale. In un momento difficile come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia, occorre sostenere il sogno imprenditoriale delle nuove generazioni che vogliono investire il proprio futuro nelle campagne e in mare, mantenendo vive tradizioni antiche. Per questo in primis è necessario, per entrambi i settori, ridurre il peso della burocrazia e agevolare il più possibile il ricambio generazionale». Nel disegno di legge varato dal governo è previsto l’esonero contributivo per 24 mesi per i giovani under 40 anni che si iscrivono per la prima volta, nel 2021, nella gestione previdenziale agricola come coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali. Confermato l’esonero Irpef dei redditi dominicale e agrario, dichiarati da coltivatori diretti e Iap. Spazio poi alle filiere con l’istituzione di un fondo (150 milioni) per il sostegno delle filiere agricole, pesca e acquacoltura. Per la pesca viene riconosciuta, per il 2021, l’indennità per il fermo obbligatorio e non obbligatorio. — © RIPRODUZIONE RISERVATA