Il potere che trasforma i trasformisti

Un giorno qualche scienziato della politica ci spiegherà l’impatto devastante che ha avuto sul Paese la coppia Casaleggio-Grillo (magari ha solo colmato un vuoto, e questo è anche peggio). Qualche analista scioglierà prima o poi gli strani intrecci della Casaleggio Ass e dell’Ass Rousseau (il sistema nervoso di un partito che viveva online).

Nel frattempo, Davide Casaleggio, i cui rapporti con il M5S non paiono essere più così idilliaci, ha lanciato un suo manifesto «ControVento», in cui detta le condizioni ai grillini di lotta e di governo per restare ancora insieme. Dieci regolette per non fare solo la figura del «fornitore di servizi» (è pur sempre il figlio del Fondatore), un decalogo che sembra scritto per gli Amici del Burraco o per il Circolo dei Castori, a metà fra una canzone del Gaber impegnato e massime instagrammabili e aspirazionali.

Il terzo e il quinto comandamento sono capolavori di conversione (potere e sopravvivenza trasformano tutto, pure i trasformisti). L’uno dice che «la formazione è la madre della competenza», invitandoci a dimenticare tutti gli incompetenti che i Fondatori ci hanno fornito. L’altro dice che «uno non vale l’altro». Scrivere che uno non vale uno era chiedere troppo?

Se in politica ci si dedica all’opera pia della conversione non è per liberare, ma per incatenare.

13 marzo 2021, 23:24 - modifica il 13 marzo 2021 | 23:25

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