12 marzo 2021 - 23:29

Il discorso di Draghi: «Sostegni corposi e avanti con i vaccini. Ognuno rispetti il turno come Mattarella»

La visita di Draghi nel centro per l'immunizzazione di Fiumicino. Contratto con la Patheon Thermo Fisher per produrre un siero in Italia

di Monica Guerzoni

Il discorso di Draghi: «Sostegni corposi e avanti con i vaccini. Ognuno rispetti il turno come Mattarella»
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Il giro con i medici e gli infermieri lo ha molto toccato e Mario Draghi, tolta la mascherina per il tempo di un messaggio «di fiducia e forza», lascia che gli italiani se ne accorgano. Gli mettono sul leggio il foglio con il testo dell’intervento, che contiene l’annuncio di «un nuovo scostamento di bilancio» per ristori e sostegni, ma il presidente del Consiglio parte a braccio e racconta la prima visita in un centro vaccinale, «breve ma veramente bella». Nell’hub di Fiumicino il capo del governo ha capito che «ne usciremo, grazie a voi e a tutti coloro che faranno e aderiranno a questa campagna». E a chi ha fatto il furbo o pensa di farlo, il presidente ha lanciato un appello e un monito, ricordando che l’ordine è imposto dall’età e dalle condizioni di salute: «A tutti chiedo di aspettare il proprio turno, come ha fatto in maniera esemplare il presidente della Repubblica».

I numeri dicono che qualcosa in un mese è cambiato in meglio e Draghi, sia pure senza troppa enfasi, si prende il merito di uno sprint sui vaccini: «Ad oggi, si vedono già i primi risultati di questa accelerazione». I numeri? «Solo nei primi undici giorni di marzo è stato somministrato quasi il 30% di tutte le vaccinazioni fatte fino all’inizio di questo mese: è il doppio della media dei due mesi precedenti». Quando però le dosi necessarie tardavano ad arrivare. «Il ritmo giornaliero attuale è di circa 170.000 somministrazioni al giorno — rivendica il premier — L’obiettivo è triplicarlo presto».

Nel padiglione trasformato in sala stampa c’è il presidente del Lazio Nicola Zingaretti, che Draghi ringrazia «per i record che stabilisce» in fatto di vaccinazioni. C’è il commissario Francesco Paolo Figliuolo e c’è il ministro Roberto Speranza, che il presidente del Consiglio ringrazierà «per tutto quello che ha fatto finora» e citerà tre volte. E ci sono quindici giornalisti accreditati, le cui domande rimarranno nei taccuini perché lo staff di Palazzo Chigi ha scelto di rinviare ancora la prima conferenza stampa. Draghi ringrazia Croce Rossa, Aeroporti di Roma, regione Lazio e Spallanzani per aver allestito il centro e, con «profonda riconoscenza», medici, infermieri e volontari di tutta Italia. Poi legge il triste bollettino dell’emergenza: 150.175 nuovi contagi nell’ultima settimana, quasi 5.000 ricoverati negli ultimi quindici giorni, con oltre 650 pazienti in più nelle terapie intensive. «Questi dati ci impongono la massima cautela per limitare il numero di morti e impedire la saturazione delle strutture sanitarie» scandisce con tono mesto il premier, promettendo che il governo farà di tutto per impedire che il dramma della scorsa primavera possa ripetersi.

L’ex presidente della Bce spiega il perché di una seconda Pasqua blindata, con le misure «adeguate e proporzionate» del nuovo decreto legge «che vedrà il Parlamento pienamente coinvolto», così come lo sono state le Regioni. Di nuovo il premier loda l’«infinita pazienza» degli italiani e si dice consapevole delle conseguenze che le restrizioni avranno «sull’istruzione dei figli, sull’economia e sullo stato anche psicologico di tutti noi». Ma se i partiti hanno dato il via libera, Lega compresa, è perché bisogna «evitare un peggioramento che renderebbe inevitabili provvedimenti ancora più stringenti». L’espressione lockdown nazionale non la pronuncia, ma è chiaro che di questo il premier sta parlando, perché gli scienziati e l’ala rigorista della maggioranza invocavano tre settimane di stop per far raffreddare la curva epidemiologica. I sacrifici sono pesanti, per le famiglie e per le attività, e Draghi si sofferma sui ristori. Il decreto previsto per la settimana prossima comprende «corpose» misure di sostegno all’economia destinate ad arrivare «rapidamente». I 32 miliardi già autorizzati per prolungare la cassa integrazione e sostenere i nuovi poveri costretti a fare la fila alle mense della Caritas sono «interamente impegnati». Per cui Draghi, convinto che «non basta», annuncia che proporrà al Parlamento un nuovo scostamento di bilancio. Quindi rinnova l’impegno a dare «nuovo vigore» alla campagna vaccinale.

La speranza di uscire dalla pandemia è nella «forte accelerazione», che proseguirà «con rinnovata intensità» qualunque sia la decisione finale dell’Ema riguardo ai casi sospetti che hanno portato al blocco di un lotto di vaccini AstraZeneca. Il parere dell’Aifa e degli scienziati è «che non ci sia alcuna prova che questi «gravi eventi avversi» siano legati alla somministrazione del vaccino», sottolinea il premier. Poi la notizia del «primo contratto tra un’azienda italiana e un’azienda titolare di un brevetto», Patheon Thermo Fischer, per la produzione di massa di un vaccino sul territorio nazionale. Draghi assicura che il nostro Paese «continuerà a sviluppare la sua capacità produttiva» e incalza l’Unione Europea: «Ha preso impegni chiari con le case farmaceutiche e ci aspettiamo che vengano rispettati». E se ci saranno altre aziende in ritardo con le consegne Palazzo Chigi prenderà di nuovo «decisioni forti», come ha fatto quando ha bloccato l’invio di 250 mila dosi di AstraZeneca-Oxford destinate all’Australia.

Il «cambio di passo» per difendere la salute degli italiani prevede l’individuazione di altri siti vaccinali fissi oltre ai 1.694 già individuati. Per poter vaccinare «anche nelle aziende, nelle palestre, nei parcheggi», il trio Speranza-Figliuolo-Curcio avrà bisogno dell’aiuto di medici generali, specialisti e specializzandi, medici delle aziende, sportivi e odontoiatri, il cui contributo è «centrale» come lo è quello di tutti i cittadini. Perché «solo con una vaccinazione diffusa» sarà possibile allentare le restrizioni.

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