10 marzo 2021 - 22:06

I ministri divisi, Draghi attende i dati. I nuovi divieti scattano da lunedì

Il centrodestra propenso a misure mirate, ma per Speranza può non bastare. Puglia e Campania decidono di anticipare la stretta

di Fabrizio Caccia

I ministri divisi, Draghi attende i dati. I nuovi divieti scattano da lunedì
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A grandi passi verso la nuova stretta anti Covid. Mario Draghi, però, si è preso altre 24 ore per decidere. La cabina di regia governo-Cts, riunita ieri sera dal premier a Palazzo Chigi, attenderà infatti oggi gli ultimi dati sulla diffusione del contagio. Poi, la Conferenza Stato-Regioni, convocata per le 14.30, valuterà l’informativa finale del ministro della Salute, Roberto Speranza. E domani il Consiglio dei ministri, convocato per le 11, varerà il decreto con le nuove misure ad hoc, appena 6 giorni dopo l’entrata in vigore del Dpcm del 6 marzo.

Il Cts: lockdown nei weekend come a Natale

Resta da capire quando diventeranno operative: lo stesso Draghi aveva promesso di comunicare le decisioni in anticipo, per evitare chiusure last minute che finirebbero per danneggiare le varie categorie. E dunque appare improbabile che si parta già questo weekend, mentre sembra ipotizzabile il via per lunedì 15 marzo, quando però l’Italia potrebbe già trovarsi quasi tutta in zona arancione o rossa, per i cambi di colore delle regioni dovuti al progredire inarrestabile della pandemia.

Il centrodestra: in zona gialla ristoranti aperti anche la sera

E in effetti, sui territori, molti sindaci e governatori la stretta l’hanno già decisa autonomamente. Il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, da oggi fino al 28 marzo ha stabilito la sospensione delle attività di vendita al dettaglio a partire dalle 19. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha disposto sempre da oggi fino al 21 marzo la chiusura al pubblico di lungomari, parchi e piazze «fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali e alle abitazioni private». Perché i contagi aumentano, purtroppo. Nella riunione di ieri il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il direttore del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli hanno consigliato al governo la linea dura, anche se non durissima: nessun lockdown generalizzato, a patto però che si mettano subito in atto una serie di restrizioni ben precise. Nei weekend, ad esempio, si propone il lockdown in tutto il territorio nazionale come già durante le festività natalizie. E in zona gialla bisognerebbe chiudere i ristoranti anche a pranzo e anticipare il coprifuoco di 2-3 ore.

Studio Gb: con la variante inglese rischio di morte più alto del 64%

Una linea condivisa dal ministro Speranza ma che vede contrario il centrodestra: Lega e Forza Italia, Salvini e Berlusconi, spingono anzi per nuove aperture là dov’è possibile. «No a misure uguali in tutto il Paese, sì a provvedimenti mirati e di buonsenso - dice il governatore della Liguria, Giovanni Toti, di Cambiamo!- Noi nelle regioni gialle siamo per far aprire i ristoranti anche di sera...». Ma con la variante inglese che ormai rappresenta il 54% dei contagi (ed è associata, secondo uno studio dell’università di Exeter, a un rischio di morte più alto del 64%) l’Iss avverte il governo: rallentare le varianti è possibile solo con misure più severe.

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