Da Londra a Firenze, da New York a Osaka: otto ristoranti che varranno un viaggio dopo la pandemia 

Le giornate si allungano, la primavera è dietro l’angolo e la voglia di sognare cresce.  Abbiamo scelto per voi 8 mete per un viaggio gourmet, da mettere in agenda dopo che avremo tutti fatto il vaccino
Wayne MaserCondé Nast via Getty Images
Wayne Maser/Condé Nast via Getty ImagesWayne Maser / Condé Nast via Getty Images

State sognando la prima uscita al ristorante del post pandemia? Non siete i soli. Non abbiamo nulla contro una pizza e un panino, ma non vediamo l'ora di lasciarci alle spalle il lockdown con gli arrosti e le torte copiate da Instagram.

Anche se molti di noi hanno arricchito il proprio repertorio con ricette "fai da te", il settore dell'hospitality ha subito un duro colpo. La buona notizia? Il cambiamento è all’orizzonte. E anche se ci vorrà ancora un po’ per tornare alla vita pre-Covid, con i vaccini in arrivo possiamo cominciare a sognare (almeno quello) un po' di libertà.

Quale momento migliore per studiare con calma le varie proposte e riservare un tavolo in alcune delle più eccitanti mete culinarie del mondo? Da Berlino a Osaka, passando per Brooklyn, ecco i ristoranti per cui vale la pena fare un viaggio tra la fine del 2021 e l'anno dopo.

Arthur Elgort/Conde Nast via Getty Images. Arthur Elgort / Conde Nast
  1.  893 Ryōtei 
    Dove: a Berlino, in Germania
    In breve: Sareste perdonati se passaste dritti davanti alla porta a specchio coperta di scritte con le bombolette spray dell’893 Ryōtei, dato il suo aspetto esterno serie ‘non c’è niente da vedere qui’ così tipico del mantra “povero ma sexy” coniato dall’ex sindaco della capitale tedesca Klaus Wowereit. Se tuttavia siete tra i pochi e fortunati che lo sanno, entrerete in uno Shangri-la al neon con un tocco di Blade Runner: banconi in marmo scuro, luci soffuse e velluto in abbondanza, il tutto condito da una musica assordante. Frutto dell’ingegno del tentacolare ristoratore The Duc Ngo, 893 Ryōtei offre una sofisticata combinazione di cibo peruviano e giapponese e un’occasione per vedere la bella gente della città.
    Il piatto vincente: Black Cod e miso
    893ryotei.de
  2. Krebsegaarden
    Dove: a Copenhagen, in Danimarca
    In breve: Non abbiamo nulla contro Noma, ma non si può negare che l’enfant prodige scandinavo perennemente al completo sia stato al centro della ribalta culinaria per buona parte degli ultimi quindici anni. Ora c’è Krebsegaarden. Situato nell’affascinante quartiere di isole di Christianshavn, questo camaleontico ristorante trae la sua ispirazione gastronomica dalle opere d’arte esposte a rotazione nell’adiacente Galleri Krebsen, facendo tesoro dell’antico adagio per cui un piatto si mangia prima con gli occhi.
    Il piatto vincente: Il menù degustazione stagionale
    krebsegaarden.dk
  3. Olmsted 
    Dove: a Brooklyn, New York, negli Stati Uniti
    In breve: Venite per l’eccellente curriculum culinario di Chef Greg Baxtrom (che comprende un periodo da Alinea, il tristellato Michelin di Chicago rinomato a livello internazionale), restate per gli incredibili sapori e l’atmosfera informale. Cominciate la serata stimolando le papille gustative con un cocktail in giardino in mezzo al verde – consigliamo il rosemary con il mezcal. Poi spostatevi all’interno per una serata di beatitudine epicurea a chilometro zero stile Brooklyn. Olmsted è un’autentica rarità newyorkese: ambizioso, delizioso e tuttavia accessibile.
    Il piatto vincente: La tartare di manzo con la salsa olandese di noce moscata
    olmstednyc.com
  4. Yonemasu
    Dove: a Osaka, in Giappone
    In breve: Affettuosamente soprannominata tenka no daidokoro (la cucina della nazione), la seconda città più grande del Giappone attira a sé tutti i buongustai dichiarati. Camminando per gli animati mercati della città, noterete che l’aria è pregna dei profumi dell’amato street food locale. Chiunque cerchi una serata davvero indimenticabile dovrebbe prenotare – per tempo, potremmo aggiungere – da Yonemasu, uno dei ristoranti più ambiti della città, premiato con una stella Michelin. Non lasciatevi ingannare dall’arredo essenziale stile zen: il tradizionale menù multi-portate Kaiseki vi lascerà senza parole.
    Il piatto vincente: Il menu degustazione Kaiseki da 12 portate
    guide.michelin.com/en/osaka-region/osaka/restaurant/yonemasu
  5. Pandeli
    Dove: a Istanbul, in Turchia
    In breve: All’interno del Gran Bazaar, il mercato più famoso di Istanbul, c’è l’iconico Pandeli, aperto nel 1901. Con uno straordinario assortimento di prelibatezze anatoliche – dai gustosi meze ai sontuosi stufati, ai frutti di mare scottati alla perfezione – e una vista mozzafiato sul Bosforo scintillante con il famoso ponte di Galata in lontananza, questa perla nascosta e senza pretese offre un gradito momento di tregua dal trambusto e dalla frenesia della città. 
    Il piatto vincente: Lo stufato di agnello “Delizia del sultano” e le melanzane arrosto
    pandeli.com.tr
  6. The Palomar
    Dove: a Londra, in Inghilterra
    In breve: Per chi è in cerca di una serata tranquilla, meglio stare alla larga: The Palomar è chiassoso e stravagante, devoto all’allegro altare dell’ospitalità mediorientale. Ma non è proprio quello che ha ordinato il medico dopo mesi di solitudine, quando l’unico rumore che scandiva le nostre giornate erano i vicini che ci davano dentro con la loro nuova Pelaton bike? I piatti d’ispirazione israeliana di questo ristorante sono tutti deliziosi – dal polpo con la glassa all’hummus di barbabietole al tajine di maiale – ma è l’atmosfera vibrante che vi farà capire quando vi è mancato davvero mangiare fuori.
    Il piatto vincente: L’octo-hummus (il nome spiega tutto)
    thepalomar.co.uk
  7. Ristorante Santa Elisabetta
    Dove: a Firenze, in Italia
    In breve: Anche se non storceremmo mai il naso davanti a un bel percorso di scoperta di sé a suon di pizza per le vie romane di ciottoli stile Mangia Prega Ama, pecchereste di negligenza a non fermarvi in questo ristorante aperto relativamente da poco nel pittoresco capoluogo della Toscana. Situato in un antico edificio storico, la torre bizantina della Pagliazza, il due stelle Michelin Santa Elisabetta è guidato dall’Executive Chef Rocco De Santis. Fondendo tradizione e innovazione, De Santis prende piatti tipici della cucina mediterranea come il classico ragù napoletano e li rielabora, senza tradirne la ricca fibra culturale.
    Il piatto vincente: I cappelletti alla ricotta di bufala
    ristorantesantaelisabetta.it 
  8. Birch
    Dove: a San Pietroburgo, in Russia
    In breve: Anche se questo ristorante alla moda vicino alla famosa Cattedrale della Trasfigurazione prende il nome dal simbolo della Russia, la betulla, lo chef Hezret-Arslan Berdiev rinuncia alla cucina tradizionale slava in favore di un menù più eclettico. Berdiev fonde elementi asiatici, latini ed europei per creare dei piatti davvero sbalorditivi e, proprio come il menù, anche l’interno di Birch è raffinato ma pratico: legno chiaro e caldo inframmezzato da acciaio freddo e pareti grigio ardesia senza fronzoli.
    Il piatto vincente: Il tataki di manzo
    birchrest.com