Sesso e cancro: nasce Sexandthecancer per rompere il tabù

Il cancro si porta via tante cose: capelli, parti anatomiche, la sicurezza in sé. Anche la vita sessuale. Ma non se ne parla. Ecco perché è nato il progetto Sexandthecancer®, rivolto soprattutto alle donne
Sesso e cancro nasce Sexandthecancer per rompere il tabù

Il sesso ancora oggi è tabù. Figuriamoci dopo aver avuto il cancro. La salute sessuale è spesso il fanalino di coda tra i pensieri che può avere una persona impegnata con le cure per la sopravvivenza al cancro, soprattutto per le pazienti di sesso femminile. Ma non perché non rappresenti un problema, bensì perché se ne parla poco, anzi spesso si tace. Un silenzio che anche molti medici non sanno affrontare.

Per questo prende il via Sexandthecancer, primo progetto che vuole dar voce al silenzio che circonda un problema che riguarda il 6% delle donne italiane, spesso molto giovani: i disturbi sessuali dopo il cancro, infatti, possono colpire oltre 50 donne su cento.

Ricorrenti infezioni vaginali e urinarie, irritazione, prurito, urgenza urinaria, minzione dolorosa, scarsa lubrificazione, vaginite, atrofia vaginale, stenosi vaginale e dolore alla penetrazione, calo della libido: alterazioni del desiderio e del comportamento sessuali sono influenzati da fattori biologici, fisiologici e psicologici indotti dal cancro e dalle terapie utilizzate per combatterlo.

Siamo forse di fronte a un nuovo tabù sessuale di cui non si parla, perché le donne stesse hanno spesso vergogna a confidarlo al proprio medico, al partner e persino alle amiche più intime, convinte che il sesso non sia importante o che nulla possa essere fatto a livello medico. E invece no.

Sexandthecancer è un progetto ambizioso che mira a favorire una nuova consapevolezza del diritto delle donne ad avere una sessualità soddisfacente con e dopo il cancro. L'obiettivo? Informare e formare i medici, lungo la strada della medicina di genere, a comprendere il problema, conoscere i possibili rimedi e superare l'imbarazzo di parlarne con le pazienti e sensibilizzare le istituzioni per inserire le terapie disponibili per i disturbi sessuali nei percorsi di cura.

«Sexandthecancer è nato su impulso della mia storia: due anni fa ho avuto il cancro al seno – ci racconta Amalia Vetromile, la fondatrice del progetto – e la mia amica Vita, specialista in radioterapia oncologica, mi ha chiesto se avessi avuto qualche ripercussione sulla vita sessuale post terapia. Io che pensavo che l'intimità di coppia piatta fosse dovuta alla depressione o a un problema di relazione, ho chiesto ad altre amiche con il mio stesso problema, se tra le lenzuola andasse tutto bene. Le loro confidenze mi hanno travolto come un fiume in piena!

Così mi son detta che qualcosa doveva essere fatto: bisognava trovare il coraggio di parlarne perché qualcosa di smuovesse anche a livello istituzionale. Così è nato Sexandthecancer, con l'obiettivo di creare una comunità che diventi un movimento di cambiamento che si batte per il diritto ad avere una sessualità soddisfacente dopo il cancro».

Parlarne come pazienti può aiutare anche i medici a curarci meglio: nonostante gli effetti collaterali sulla sfera sessuale siano molto comuni tra le persone che sopravvivono a un tumore, radiologi e oncologi non affrontano il problema con i loro pazienti. È quanto emerge da un’indagine presentata all’American Society for Radiation Oncology (ASTRO). Ma alcuni rimedi esistono e possono essere efficaci: laser vaginale, trattamenti locali non ormonali, lubrificanti e idratanti vaginali, riabilitazione del pavimento pelvico...

«Parlarne, anche con leggerezza, può aiutare a eliminare lo stigma che circonda chi è stato colpita da cancro, ma anche garantire un'equità di accesso alle cure, che oggi non c'è ancora - continua Vetromile – L'idea è di fare da contenitore a una serie di storie, che invoglino anche altre donne a raccontare la propria, e di fare divulgazione e sensibilizzazione, anche e soprattutto sui diversi social, lì dove si ha il termometro dell'opinione pubblica».

Accanto ad Amalia Vetromile, vi è un team di medici, psicologi, psicosessuologi, giuristi, esperti di comunicazione e personalità del mondo della cultura, che la aiuteranno in questo senso: «Parlare di due tabù grandi, come il sesso e il cancro, attraverso i diversi linguaggi artistici, per fare in modo di raggiungere quante più persone possibili e dire loro: non siete sole e c'è vita dopo il cancro. Ci dev'essere».

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