TORINO. In comune hanno l'aver lavorato più volte con Riccardo Muti e, soprattutto, la grande passione per il canto coltivata fin da bambine. Il soprano Eleonora Buratto nei panni di Fiordiligi e il mezzosoprano Paola Gardina in quelli di Dorabella sono le protagoniste di «Così fan tutte», dramma giocoso di Mozart che ha portato il maestro a Torino per dirigere la sua prima opera lirica sul palco del Regio.

L'allestimento, firmato dalla regia di Chiara Muti con le scene di Leila Fteita e i costumi di Alessandro Lai, sarà trasmesso gratuitamente in streaming giovedì 10 marzo alle 20 sul sito del Teatro che lo ha prodotto con il contributo di Reale Mutua. «Essere diretta da Muti è sempre una grande emozione - confessa Eleonora Buratto -. La mia prima esperienza sul palco è stata proprio con lui quando nel 2009 mi scelse per interpretare Creusa in "Demofonte" al Festival di Salisburgo. Lui mi ha mostrato a cosa avrei potuto puntare con la mia voce, è stato il primo a darmi fiducia».

Riccardo Muti è salito sul podio dell'Orchestra e del Coro del Regio accolto da una grande energia, che ha ricambiato, tanto da dichiarare di «aver trovato una compagine molto al di sopra dell'ottimo, un'eccellenza importante non solo di Torino ma anche d'Italia», affermando poi di voler tornare a lavorare insieme. «Essere guidati dal maestro è bello, interessante e costruttivo - aggiunge Paola Gardina -. È pure impegnativo perché lui si aspetta un risultato preciso e non si accontenta fino a quando non viene raggiunto. Quindi bisogna essere sempre sul pezzo, presenti anima e corpo: essere sul palco con lui è un privilegio».

In scena un sestetto di giovani cantanti italiani con, oltre alle due artiste, Alessandro Luongo, Giovanni Sala, Francesca Di Sauro e Marco Filippo Romano. «È un'opera in cui l'aspetto musicale è strettamente legato alla recitazione - spiega Buratto -. Con Chiara Muti abbiamo approfondito in particolare l'interpretazione del personaggio». «Chiara ha colto l'essenza di ognuno di noi e ha plasmato i differenti ruoli - prosegue Gardina -. Conoscendo bene sia la musica che il libretto e avendo le idee chiare riguardo all'impronta dell'allestimento, ci ha dato delle direttive precise». Ne è nata una messa in scena metafisica in cui il gioco è centrale. La Fiordiligi di Buratto è una giovane alle prime armi con l'amore dall'impronta moderna, mentre la Dorabella di Gardina è parecchio vivace. Di entrambe colpisce la freschezza dell'interpretazione. «A guidarmi è l'amore per il canto, passione che coltivo da sempre - dice Gardina -. Pur non provenendo da una famiglia di artisti, fin da bimba sognavo di fare la cantante. Ho iniziato con le sigle dei cartoni animati poi, grazie al sostegno dei miei genitori, sono riuscita a far diventare questa passione una professione. Ai giovani che si vogliono avvicinare al mestiere dico sempre che ci vuole impegno, costanza, fiducia e avere intorno persone che credono in te».

«Anche per me l'appoggio di mamma e papà è stato importante - conclude Buratto -. Ho cominciato a cantare da piccolissima e al liceo ho fondato un gruppo rock, i Pentatonica. Solo dopo essermi iscritta al Conservatorio ho capito che sarebbe potuto diventare un lavoro, quando poi ho incontrato Muti che mi ha mostrato quali erano le mie reali potenzialità, non ho più abbandonato la lirica». - © RIPRODUZIONE RISERVATA 

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