9 marzo 2021 - 07:47

Vaccini, l’America di Biden corre da sola: cooperazione e condivisione solo a emergenza finita

Il vertice tra il commissario all’Industria Ue Thierry Breton e il responsabile operativo della campagna di vaccinazione americana Jeffrey Zients è stato molto deludente per gli europei: ciò che viene prodotto negli Stati Uniti resterà a casa

di Giuseppe Sarcina

Vaccini, l'America di Biden corre da sola: cooperazione e condivisione solo a emergenza finita
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dal nostro corrispondente
WASHINGTON — In una nota diffusa ieri 8 marzo dalla Commissione di Bruxelles si legge che Ue e Stati Uniti «hanno concordato di lavorare insieme per garantire il regolare funzionamento delle catene di approvvigionamento industriale per la produzione di vaccini da entrambe le parti». Una formula generica che nasconde una realtà più semplice: il vertice tra il commissario all’Industria Ue Thierry Breton e il responsabile operativo della campagna di vaccinazione americana Jeffrey Zients è stato molto deludente per gli europei. Gli Stati Uniti non condivideranno nulla con gli alleati del Vecchio Continente. Ciò che viene prodotto sul territorio Usa rimarrà a casa. Non solo i vaccini, ma anche le siringhe, le fiale, tutto quello che servirà per immunizzare i cittadini statunitensi.

Per almeno quattro-cinque mesi l’amministrazione Biden penserà solo agli americani. Non c’è molta differenza con «l’America First» di Donald Trump. Andrebbe, quindi, chiarito l’equivoco che continua a circolare in Italia e in Europa: Washington non userà i vaccini o le forniture di materiale medico per combattere la battaglia geo-politica mondiale. Sicuramente non in Europa. Come dice, in via del tutto informale una fonte nel partito democratico: che cosa fanno gli europei se non gli diamo i vaccini, escono dalla Nato? È una linea che vale anche per il resto del mondo. Qualche analista o politico potrà pensare che sia un errore, che in questo modo Biden lascerà spazio ai russi e ai cinesi, che si stanno facendo avanti in Medio Oriente, in Africa, in Asia.

D’altra parte quello che Zients ha detto a Breton è scritto chiaramente nel piano anti-pandemia di Biden: 200 pagine all’insegna del «Prima gli americani». Nel dettaglio, pagina 111: gli Usa sono consapevoli che la campagna di vaccinazione dovrà per forza avere una scala mondiale. E quindi doneranno i vaccini ai Paesi che ne avranno bisogno. Quando? «In futuro» e solo «il surplus del fabbisogno americano». La settimana scorsa Biden ha negato i vaccini anche al Messico, un Paese ormai strettamente integrato economicamente (nel lecito e nell’illecito) agli Stati Uniti. Di cooperazione, di condivisione e tutto il resto se ne parlerà solo a emergenza finita. Forse dopo l’estate, quindi.

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