calcio e diritto

La Corte Ue condanna la Spagna per il regime agevolato concesso a Real e Barcellona

Per la Corte Ue Barcellona, Osasuna, Athletic di Bilbao e Real Madrid hanno ricevuto dal 1990 al 2016 illegittimi aiuti di Stato e dovranno restitiure una cifra di almeno 5 milioni

di Marco Bellinazzo

3' di lettura

Fútbol Club Barcelona, Atlético Osasuna di Pamplona, Athletic di Bilbao e Real Madrid hanno ricevuto illegittimi aiuti di Stato. Lo ha stablito la Corte di giustizia della Ue, dopo una unga battaglia legale, di fatto annullando una decisione del Tribunale Ue del 2019 e dando ragione alla Commissione europea che aveva qualificato appunto come aiuto di Stato il regime fiscale di quattro club di calcio professionistici spagnoli. Per la Corte di giustizia il Tribunale Ue è incorso in un “errore di diritto” e quindi la originaria decisione di Bruxelles resta valida.

La condanna di Bruxelles

La Commissione aveva stabilito nel 2016 che questi quattro club, per circa 20 anni, hanno pagato le tasse venendo considerati società sportive senza scopo di lucro.Un trattamento ritenuto assolutamente ingiustificato e contrario al mercato interno, e aveva quindi chiesto al Governo spagnolo di recuperare quelli che considera aiuti di Stato illeciti. In particolare la Commissione si è concentrata sulla legge spagnola del 1990 che obbligava le società sportive professionistiche a convertirsi in società per azioni sportive, con l’obiettivo di promuovere la trasparenza nella gestione, ma che assicurava a questi quattro club che conservavano la loro struttura “associativa” un’aliquota fiscale del 25% invece del 30%. L’inchiesta della Commissione, aperta nel 2013 e formalmente chiusa nel marzo 2014, riguardava 7 club spagnoli ( Barcellona, Real Madrid, Valencia, Athletic Bilbao, Atletico Osasuna, Elche e Hercules) in relazione a tra tre questioni: il risparmio d'imposta del 5% garantito ai 4 club che hanno mantenuto la forma di associazioni; gli interventi finanziari a favore delle tre società valenciane; i favori urbanistici e contabili del comune della Capitale al Real Madrid.

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L’inchiesta della Ue

La Ley del deporte del 1990 ha obbligato tutte le società sportive professionistiche spagnole a diventare società sportive per azioni. Venivano esentati i club calcistici i cui bilanci si erano chiusi in attivo nei precedenti 4-5 anni. Come osservato dalla Commissione Ue, però: “Non veniva menzionato nessun club specifico, ma soltanto quattro di questi, Real Madrid, Athletic Bilbao, Osasuna e Barcelona hanno beneficiato di tale esenzione e non hanno dovuto diventare società sportive per azioni. Da allora, nessuna altra squadra, anche se gestita in modo economicamente redditizio, ha potuto riprendere lo status precedente”. Il trattamento fiscale di questi quattro club – ha sottolineato ancora la Commissione Ue – differisce da quello applicabile alle società sportive per azioni. Infatti, essi possono beneficiare, in quanto enti senza scopo di lucro, dell’esenzione parziale dall'imposta sulle società prevista dalla legge spagnola con una riduzione dell'aliquota dell'imposta dovuta sul reddito commerciale al 25% rispetto all’attuale aliquota generale, che è pari al 30%. Ma sebbene a norma di legge i quattro club siano considerati enti senza scopo di lucro, essi svolgono, in quanto squadre di serie A, attività professionistiche a scopo di lucro in regime di concorrenza con altri grandi club calcistici professionistici europei.

Aiuti ingiustificati

Per la Commissione Ue, dunque, “la Spagna ha concesso ai quattro club Real Madrid CF, Athletic Club Bilbao, Club Atlético Osasuna (Navarra) e FC Barcelona aiuti al funzionamento che non risultano giustificati ai sensi dell'articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del TfUe”. La Spagna ha adattato la legislazione nazionale sull'imposta sulle società per abbandonare tale trattamento discriminatorio da gennaio 2016, ma per azzerare il vantaggio accumulato nel tempo i club devono versare le imposte non pagate, visto che hanno beneficato del tasso ridotto per oltre vent'anni “senza alcuna giustificazione oggettiva”. Per Bruxelles le somme da recuperare vanno da zero e 5 milioni di euro per club, ma l’ammontare preciso da rimborsare dovrà essere fissato dalle autorità nazionali nel quadro della procedura di recupero.

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