Il capolavoro di Artemisia, ferito nell'esplosione del porto di Beirut,in mostra (virtuale) a Milano
Avrebbe dovuto essere aperta oggi e fino al 25 luglio 2021, la mostra 'Le Signore dell'Arte. Storie di donne fra '500 e '600' allestita nelle sale di Palazzo Reale di Milano, ma il ritorno della Lombardia in zona arancione ha fatto slittare l'inaugurazione a data da destinarsi. Tra le opere esposte la Maddalena di Sursock.
La mostra, che per ora è visitabile solo attraverso un tour virtuale, racconta la vita di 34 grandi artiste vissute tra '500 e '600 attraverso 130 opere straordinarie, alcune poco conosciute. C'è la nobile romana Claudia del Bufalo, una recente scoperta che entra a far parte della storia dell'arte al femminile, e ci sono opere esposte per la prima volta come la Pala della Madonna dell'Itria di Sofonisba Anguissola, realizzata in Sicilia, a Paternò, nel 1578 e mai uscita prima d'ora dall'isola. Ma ci sono anche le artiste più note come Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Fede Galizia, Giovanna Garzoni e molte altre. Tra queste naturalmente spicca il nome più celebre, quello di Artemisia Gentileschi che chiude il percorso espositivo con la sua Maddalena di Sursock, opera danneggiata nell'esplosione al porto di Beirut dello scorso 4 agosto.
L'opera prende il nome dalla famiglia Sursock, una delle più aristocratiche del Libano, con parentele romane come i Colonna, che dà il nome all'omonimo museo chiuso dopo l'esplosione e che conserva nel palazzo privato adiacente una invidiabile collezione privata con opere di Guido Reni e Luca Giordano tra gli altri. Arrivata dal Medio Oriente in una cassa, oggi è stata liberata dagli esperti di Palazzo Reale che ne hanno valutato le condizioni. Ben visibili i fori conseguenza dell'esplosione sul dipinto che solo negli ultimi tempi è stato attribuito a Artemisia Gentileschi, grazie alla tesi di dottorato alla Sorbona di Gregory Buchakjian, confermata dallo studioso Riccardo Lattuada. Si tratta dunque di una prima volta per questa Maddalena di Artemisia che dovrà certamente passare attraverso un'attenta opera di restauro dopo l'esposizione.