Nasce ufficialmente il nuovo ministero per la Transizione ecologica guidato da Roberto Cingolani. Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che dà via libera all’istituzione del nuovo dicastero, a cui vengono trasferite le competenze sull’energia, dalle fonti rinnovabili alle trivelle, che fino ad oggi facevano capo al ministero dello Sviluppo. E insieme alle competenze arriveranno anche le necessarie “risorse umane, strumentali e finanziarie”, spiega il decreto. La direzione generale per l’approvvigionamento, l’efficienza e la competitività energetica e la direzione per le infrastrutture e la sicurezza dei sistemi energetici e geominerari passano quindi, con i relativi dirigenti, al Mite.

“E’ un risultato importante per il Paese, proposto e negoziato da Beppe Grillo in persona, che punterà a proiettare l’Italia verso nuove opportunità di crescita e sviluppo”, commenta in un post su Facebook Luigi Di Maio. “Transizione ecologica non significa solo ambiente e green, ma andremo a revisionare totalmente il concetto di lavoro, di imprese e apriremo una strada innovativa e moderna che ci porterà ad essere molto più competitivi in Europa e nel mondo: significa anche creare nuovi posti di lavoro, stabili e duraturi“.

Grillo rilancia il post di Patuanelli che scrive: “Scelta di campo del governo” – Dal canto suo il garante del Movimento rilancia – aggiungendo solo “Con il Consiglio dei Ministri odierno è stato ufficialmente creato il nuovo Ministero per la Transizione Ecologica” – un post dell’ex titolare del Mise Stefano Patuanelli, ora all’Ambiente, che scrive: “Una promessa che avevamo fatto ai cittadini per rendere la politica industriale del Paese improntata al Green New Deal europeo. Una scelta di campo che caratterizza fortemente l’azione del Governo e che sposta molte competenze del Ministero dello Sviluppo Economico in materia energetica”. E ancora: “La transizione, sia ecologica sia digitale, è un processo complesso che dovrà essere gestito senza creare shock ai sistemi produttivi. La visione deve essere però chiara anche a livello istituzionale. Oggi senz’altro abbiamo fatto un primo passo in continuità con quanto già realizzato nell’ultimo anno, in particolare con il Piano Nazionale Transizione 4.0 e con il Superbonus 110%”.

Cingolani: “Sfida imponente, tutto il governo impegnato” – Cingolani in una nota scrive che “parte quel percorso di costruzione che vede il governo intero impegnato nella realizzazione di questa nuova visione. Tutte le politiche afferenti a questo obiettivo primario faranno riferimento al MiTE: quella energetica, delle emissioni, lo sviluppo sostenibile, la mobilità green, le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici. Senza dimenticare la mission storica del ministero: la valorizzazione dell’ambiente, del territorio e dell’ecosistema, la conservazione delle aree naturali protette e della biodiversità, l’economia circolare, le bonifiche, la difesa del territorio e la lotta ai danni ambientali. È una sfida imponente, e tutto il Governo è impegnato a lavorare per portarla a termine. Abbiamo davanti a noi poco tempo per vincerla, ce lo dicono i dati scientifici sui cambiamenti climatici. Infine voglio porre l’accento sul nuovo acronimo del Ministero: MiTE. La mitezza è la virtù perduta che va recuperata e che indica il modo in cui intendiamo operare: puntare sulla forza degli argomenti e sulla consapevolezza della sfida ambientale e sociale, confrontandosi con grande apertura, avendo a cuore le future generazioni ”.

Il passaggio di dirigenti dal Mise – La dotazione di personale dirigenziale del Ministero dello sviluppo economico, con la nascita del Mite, viene “rideterminata in 17 posizioni di livello generale e 104 posizioni di livello non generale. La dotazione organica del personale dirigenziale del ministero della Transizione ecologica è individuata in 12 posizioni di livello generale e in 67 posizioni di livello non generale. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, si provvederà alla “puntuale individuazione delle risorse umane e strumentali da trasferire”. La dotazione organica del personale non dirigenziale del ministero dello Sviluppo economico “è conseguentemente ridotta in misura corrispondente al personale trasferito”.

Al nuovo dicastero sono attribuite “le funzioni e i compiti spettanti allo Stato, relativi allo sviluppo sostenibile, ferme restando le funzioni della Presidenza del Consiglio dei ministri, e alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente, del territorio e dell’ecosistema, relativamente” ad alcune materie tra le quali “l’esercizio dei diritti di azionista allo stato esercitati dal Ministero dello sviluppo economico nei confronti di GSE s.p.a. – Gestore Servizi Energetici”. Inoltre spetterà al Mite “l’approvazione della disciplina del mercato elettrico e del mercato del gas naturale e dei criteri per l’incentivazione dell’energia elettrica da fonte rinnovabile di cui al decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, e di cui al decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, ed esercizio di ogni altra competenza già a qualunque titolo esercitata dal Ministero dello Sviluppo economico fino alla data di entrata in vigore del presente decreto in materia di concorrenza e regolazione dei servizi di pubblica utilità nei settori energetici”.

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