Beni strumentali, incerto il cambio «in corsa» per le vecchie prenotazioni

Sui temi della rivalutazione e del credito per investimenti la legge di Bilancio 2021 si è sovrapposta a norme precedenti ancora in vigore, prevedendo però disposizioni più favorevoli. Ciò crea qualche problema di raccordo, sul quale la stessa legge 178/2020 nulla dispone.

Le fatture di acquisto

Per beneficare del credito occorre che i documenti di acquisto riportino le norme agevolative. Questo ha comportato che in molti casi le fatture di fine 2020 contenessero una doppia indicazione: sia il richiamo alla legge 160/2019, sia quello alla legge 178/20, in modo da rispettare il requisito formale qualunque fosse stata – ex post – l’agevolazione richiesta. Se le indicazioni sono invece incomplete, ricordiamo che l’Agenzia, nella risposta a due interpelli (438 e 439 del 5 ottobre 2020), ha fornito indicazioni per regolarizzare gli elementi mancanti (con scritte, timbri o integrazioni elettroniche), in modo da non perdere l’agevolazione.

Acconti di fine 2020

In certi casi, sono stati accettati ordini e pagati acconti del 20% entro la fine del 2020: erano i requisiti per applicare la vecchia normativa anche agli investimenti del primo semestre 2021. Ci si chiede se sia possibile rinunciare alla prenotazione e quindi applicare agli stessi le nuove condizioni, qualora ritenute più favorevoli. Su questo aspetto alcune indicazioni del passato (Dre Emilia Romagna, risposta 23 settembre 2019 n. 909-10/2019, risposta agenzia delle Entrate a Telefisco 2020) hanno privilegiato il regime vigente al momento dell’acconto.

Tuttavia, le risposte si riferivano a regole diverse e, soprattutto, nella fattispecie attuale l’acconto cade all’interno del periodo “unitario” agevolato (dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2021). Sembra possibile concludere per la facoltà di scelta del regime più favorevole: sul punto, però, è necessaria una conferma ufficiale che fughi ogni dubbio.