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MONDO

Sale la tensione

Armenia: premier denuncia tentativo di golpe, primi scontri in strada nella capitale

Dopo l'invito di Nikol Pashinyan a scendere in piazza, si stanno fronteggiando i fautori del premier e gli oppositori sostenuti dall'esercito. Aerei militari su Erevan

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Nel centro della capitale armena Erevan si stanno verificando i primi scontri tra i fautori del premier Nikol Pashinyan, che stanno marciando con lui per le strade, e i sostenitori dell'opposizione, che appoggia l'appello dell'esercito perché Pashinyan si dimetta.

Un video dell'agenzia russa Sputnik documenta calci, pugni e spintoni tra i membri delle due fazioni. Nella rissa sono rimasti coinvolti anche alcuni cronisti che stavano documentando i tafferugli. Poco prima Pashinyan aveva assicurato ai giornalisti che non ci sarebbero stati scontri perché in Armenia "non ci sono nemici interni" e sono "tutti fratelli".

Barricate davanti al Parlamento
L'opposizione armena ha costruito barricate che bloccano viale Baghramyan, nel centro di Erevan, dove si trova la sede del Parlamento e la residenza presidenziale. "Stiamo bloccando la strada con barricate per costringere il Parlamento a tenere una riunione e votare per la rimozione del primo ministro Nikol Pashinyan dall'incarico", ha annunciato il leader dell'opposizione e candidato premier, Vazgen Manukyan. "Preparatevi a stare qui anche di notte", ha aggiunto rivolgendosi ai sostenitori scesi in piazza. "Perdere questo momento significa perdere la patria", ha detto il politico.

Il premier invita al dialogo
Il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan, ha annunciato la conclusione del corteo in suo favore organizzato al centro di Erevan e ha chiesto all'opposizione di fare altrettanto interrompendo la mobilitazione nel centro della città. "Invitiamo l'opposizione a discutere ulteriori azioni", ha detto Pashinyan rivolgendosi alla piazza e sottolineando che "tutte le decisioni devono essere prese tenendo conto dell'opinione del popolo". Pashinyan ha anche ribadito che la sua posizione non è cambiata: il presidente armeno deve firmare una petizione per licenziare il capo di stato maggiore delle forze armate armene Onik Gasparyan, oppure lo stesso Gasparyan deve dimettersi.

Appello alla calma del presidente dell'Armenia
Il presidente armeno, Armen Sarkissian, ha fatto sapere di essere al lavoro per "avviare con urgenza misure volte a trovare modi per ridurre le tensioni e risolvere la situazione in modo pacifico". In una dichiarazione riportata dall'agenzia Armenpress sottolinea come "choc per il Paese sarebbero una mancanza di rispetto per la memoria delle migliaia di nostri figli morti durante la guerra". L'appello è a essere "vigili", al "controllo", alla "moderazione" e al "buon senso".

A migliaia in strada
L'appello del primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha richiamato migliaia di sostenitori  a radunarsi nella capitale Erevan in una dimostrazione di sostegno, dopo che i militari hanno chiesto le sue dimissioni. Un giornalista dell'Afp presente alla manifestazione ha detto che circa 20.000 persone si sono riversate nella piazza centrale, a circa un chilometro di distanza dalla protesta dell'opposizione dove circa 10.000 manifestanti chiedono le dimissioni del premier. Aerei militari sono stati visti volare su Erevan

Tentativo di golpe
Il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan, ha denunciato un tentativo di colpo di stato militare dopo che 40 alti ufficiali dell'esercito, incluso il capo di stato maggiore, Onik Gasparyan, hanno chiesto le sue dimissioni.

"Ritengo che la dichiarazione dello stato maggiore sia un tentativo di colpo di Stato militare", ha scritto il premier su Facebook, "invito tutti i nostri sostenitori a riunirsi in piazza della Repubblica", a Erevan. La nota firmata da Gasparyan esprime una "forte protesta" contro il licenziamento del vice capo di stato maggiore, Tiran Khachatryan, per ragioni definite "superficiali e infondate".

Ieri il presidente armeno, Armen Sarkissian, aveva firmato il decreto che rimuoveva Khachatryan in seguito a uno scontro con il governo, che aveva lamentato l'inefficienza dimostrata dai missili Iskander di fabbricazione russa nel recente conflitto con l'Azerbaigian per il controllo del Nagorno-Karabakh. L'esito della guerra, conclusasi con un consolidamento delle rivendicazioni territoriali azere, ha scatenato un'ondata di rabbia popolare contro l'esecutivo guidato da Pashinyan.

Stanchi di sentirsi addosso tutta la responsabilità del risultato del conflitto, Pashinyan e i membri del suo governo sono quindi passati all'attacco, lamentando l'inefficienza degli armamenti russi in dotazione all'esercito. Di recente Khachatryan aveva commentato con una risata sprezzante un commento di Pashinyan a proposito degli Iskander che "non esplodevano" o "esplodevano del 10%", affermando che simili affermazioni "non potevano essere serie".

Poco dopo il numero due delle forze armate sarebbe stato licenziato, una decisione che, secondo la nota dei militari, "è stata presa senza tenere conto degli interessi nazionali e statali dell'Armenia ma solo sulla base di sentimenti e ambizioni personali".

"La decisione, presa in circostanze difficili per l'Armenia, è antistatale e irresponsabile", prosegue il comunicato, secondo il quale il premier armeno e il suo governo "non sono più in grado di prendere decisioni adeguate in questa situazione critica, cruciale per il popolo armeno".

"Le forze armate armene hanno tollerato a lungo gli attacchi delle autorità mirati a screditare le forze armate ma ogni cosa ha il suo limite", conclude la nota, "date le circostanze, le forze armate armene chiedono le dimissioni immediate del primo ministro e del governo e li avvertono di non utilizzare la forza contro la gente i cui figli sono morti difendendo la madrepatria".

Cremlino: "Preoccupazione, ma sono affari interni"
Il Cremlino segue con preoccupazione gli sviluppi politici in corso in Armenia, ma ritiene che la situazione attuale sia un affare interno del Paese. Lo ha dichiarato il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov, secondo quanto riferisce RIA Novosti e hanno ripreso i media armeni. "Seguiamo con preoccupazione gli sviluppi in Armenia. Lo consideriamo questione interna dell'Armenia, nostro importante e stretto alleato nel Caucaso", ha detto Peskov.

 Lavrov: "Soluzione pacifica della crisi"
Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha avuto un colloquio telefonico con il collega armeno, Ara Ayvazyan, auspicando una "soluzione pacifica" della crisi politica esplosa nella repubblica ex sovietica. Lo riferisce una nota del ministero degli Esteri russo. Nel corso del colloquio, ha riportato il ministero degli Esteri russo, Lavrov ha espresso l'auspicio che la crisi politica possa risolversi in modo pacifico. "La parte russa ha sottolineato che riteniamo la situazione come una questione interna dell'Armenia e speriamo che possa essere risolta pacificamente", ha dichiarato la diplomazia di Mosca.

Turchia: forte condanna al tentativo di golpe
"La Turchia condanna con forza il tentativo di colpo di stato militare in Armenia". Così il ministro degli Esteri di Ankara, Mavlut Cavusoglu, a commento della situazione, in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo ungherese peter Szijjarto. "In qualsiasi parte del mondo avvengano, noi siamo contrari ai golpe e ai tentativi di golpe. È inaccettabile che i militari chiedano le dimissioni di un governo che è arrivato al potere in democrazia".

L'Unione Europea
La UE "segue molto da vicino gli sviluppi in Armenia". "Chiediamo calma a tutti gli attori e di evitare ogni retorica o azione che possa portare a un'ulteriore escalation", afferma una nota del portavoce dell'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell.  "Le divergenze politiche vanno risolte in modo pacifico e con assoluto rispetto dei principi e dei processi della democrazia parlamentare - prosegue la nota - In linea con la Costituzione armena, le forze armate 'devono mantenere la neutralità nelle questioni politiche e devono essere sotto il controllo dei civili'. Mantenere l'ordine democratico e costituzionale è l'unico modo per l'Armenia per affrontare veramente le sfide che ha di fronte".

L'Iran
Seguiamo con "attenzione gli sviluppi" in Armenia e invitato "tutte le parti alla moderazione e a evitare la violenza", ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri, Saeed Khatibzadeh, nella prima reazione ufficiale di Teheran alle tensioni tra il governo e le forze armate in Armenia, paese confinante con l'Iran.