Le varianti spingono la diffusione del Covid – oltre il 30% delle infezioni in Italia è dovuto a quella inglese che a metà marzo sarà predominante in tutto il Paese, hanno detto gli esperti di Iss e Cts al premier Mario Draghi – e in diverse zone del Paese si materializza la nuova stretta. La provincia di Brescia diventa zona “arancione rafforzata“, al pari di 14 comuni dell’Emilia Romagna, ma crescono le zone rosse in diversi territori, da Cecina nel Livornese a due Comuni del Palermitano. In tutto, ha ricordato il ministro della Salute Roberto Speranza nel suo intervento al Senato, “negli ultimi giorni 5 Regioni hanno segnalato la necessità di 25 zone rosse, alcune decise per l’insorgenza di focolai per la variante inglese altre per la presenza di variante brasiliana e sudafricana”. Lockdown locali che si aggiungono a quelli già istituiti: dal Centro Italia fino a Bolzano, dove la stretta generale è stata oggi prolungata fino al 14 marzo. Un altro allarme arriva dal Molise, travolto dai contagi e costretto a chiedere l’attivazione della Cross per trasferire pazienti Covid fuori Regione. Il governatore Donato Toma si appresta a chiedere al ministero della Difesa l’intervento dell’Esercito per l’attivazione in emergenza di almeno dieci posti letto di terapia intensiva in vari ospedali. È questo il quadro in cui il neo-premier Draghi si muove, in vista del nuovo provvedimento che dovrà sostituire il dpcm in scadenza il 5 marzo, stretto tra le richieste di riaperture che arrivano da Matteo Salvini, ma anche dai governatori, mentre il ministro della Salute Speranza e gli esperti del Cts frenano, segnalando il rischio legato appunto alle varianti.

In Molise la situazione sta diventando critica ogni giorno di più: un quarto dei Comuni è in zona rossa e negli ultimi giorni sono stati 8 i pazienti trasferiti in altre regioni perché gli ospedali sono già saturi. Per questo la mozione presentata dai consiglieri regionali di minoranza del Pd, Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla, è stata approvata dall’assemblea a maggioranza. L’atto di indirizzo impegna il presidente della Regione a chiedere l’aiuto dell’Esercito e a rendere operativi i posti di terapia intensiva dell’ospedale San Timoteo di Termoli attraverso l’adattamento del reparto di Rianimazione. “Una scelta forte e urgente – ha commentato la capogruppo Fanelli – perché, oltre alle strutture mobili che si stanno montando in Basso Molise, moduli senza Rianimazione, ci vengano in soccorso con mezzi e personale“.

La mappa delle nuove zone rosse o arancioni “rafforzate”
Solo nella giornata di martedì sono state istituite altre zone rosse in tutta Italia. Il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha firmato l’ordinanza per istituire nella provincia di Brescia e in alcuni comuni della Bergamasca e della provincia di Cremona una zona arancione rafforzata. Da giovedì la stessa misura scatterà anche per 14 comuni dell’Emilia Romagna. Mentre in Abruzzo, dopo le province di Chieti e Pescara, anche 4 Comuni della provincia dell’Aquila sono in zona rossa dal 25 febbraio al 7 marzo. Nello stesso provvedimento viene ordinato di provvedere ad eseguire screening periodici con tampone molecolare, dal 24 febbraio, in questi comuni, e anche in altri: Pacentro e Roccacasale, sempre nell’Aquilano.

In Toscana, a seguito dei 51 casi di contagio verificatisi nella rsa Iacopini, di cui 16 ad oggi riconducibili alla variante inglese, Cecina da giovedì diventerà zona rossa fino a sabato 27 febbraio, come ha comunicato il sindaco del comune del Livornese, Samuele Lippi. Dopo le restrizioni introdotte a Chiusi, ora sempre nel Senese ma anche nel Pistoiese ci sono altre località a rischio lockdown. Nel Lazio è stata istituita la zona rossa nel Comune di Torrice in provincia di Frosinone a causa della forte incidenza e presenza della variante inglese. Altre zone rosse nel Lazio sono già in vigore a Carpineto e Colleferro in provincia di Roma e a Roccagorga in provincia di Latina.

Anche in Sicilia, dopo la presenza accertata di alcuni focolai, ieri è stata decisa la zona rossa per San Cipirello e San Giuseppe Jato, due paesi contigui del Palermitano. Le restrizioni scattano da giovedì e resteranno in vigore fino all’11 marzo. Sempre in provincia di Palermo, resta alta la preoccupazione per il diffondersi del virus a Caccamo. Qui i casi sono 58 e il sindaco nei giorni scorsi aveva già deciso la chiusura delle scuole. Non è escluso che anche per questo comune possano essere presi provvedimenti restrittivi.

I lockdown mirati di ieri si aggiungono poi alle zone rosse già istituite nelle scorse settimane: l’Alto Adige, ad esempio, è in lockdown dalla seconda settimana di febbraio e ci resterà fino al 14 marzo, come ha annunciato il governatore Arno Kompatscher dopo la riunione della Giunta provinciale. Il Molise, ancora in fascia arancione, ha in zona rossa un quarto dei suoi Comuni. Anche Umbria e Abruzzo sono nella fascia intermedia, ma buone parte dei suoi abitanti già sperimentano la zona rossa: tutta la provincia di Perugia è in lockdown dall’8 febbraio e ci resterà almeno fino a fine mese. Nelle vicine Marche, Ancona è in zona rossa fino al 27 febbraio. Tornando più a Nord, in Lombardia ci sono anche altri 4 Comuni in “rosso”: Castrezzato, Viggiù, Mede e Bollate. In Liguria, infine, è scattata proprio oggi la zona rossa “light” voluta dal governatore Giovanni Toti per Ventimiglia – dove aprirà un nuovo centro per i tamponi – e nei comuni limitrofi. Durerà fino a venerdì 5 marzo.

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