Morto Lawrence Ferlinghetti, anarchico del pensiero e poeta beat

Il 24 marzo avrebbe compiuto centodue anni. Invece, l'uomo che ebbe l'ardire di pubblicare «Urlo» di Allen Ginsberg, manifesto della Beat Generation, si è spento martedì, per le complicanze di una malattia polmonare. A riferirlo, il figlio, Lorenzo
Morto Lawrence Ferlinghetti anarchico del pensiero e poeta beat

Lawrence Ferlinghetti, padre putativo della Beat Generation, poeta senza etichette né confini, si è spento martedì sera, trenta giorni prima di compiere centodue anni. A riferirlo, è stato il figlio Lorenzo, spiegando come il padre sia morto per le complicazioni di una malattia polmonare, a San Francisco, dove decise di vivere per poter abbracciare le proprie «radici italiane». Ferlinghetti, nel cuore di North Beach, dentro una casa a schiera, beige e non dissimile da tante altre, spiegò di aver trovato un senso. Un punto d’unione con la vita passata, quella di un padre che il destino non gli permise di conoscere.

Il poeta, che nel 1956, solo contro la censura e le sue derive legali, ebbe l’ardire di pubblicare Urlo di Allen Ginsberg, rimase orfano di padre ancor prima di venire al mondo. Carlo Ferlinghetti, un bresciano di New York, morì pochi mesi prima della nascita del figlio, lasciandogli in lascito un cognome amputato, «Ferling», perché non si dovesse portare appresso il tanfo di «peperoni e cipolle», l’immaginario osceno allora associato agli italoamericani. Ferlinghetti crebbe senza un riferimento maschile, sballottato tra l’Europa e l’America dai sussulti di una famiglia problematica. L’infanzia fu confusionaria, l’adolescenza puntellata di piccole e grandi marachelle. Aveva fame, Ferlinghetti, cui i datori di lavoro di una zia suggerirono di studiare giornalismo. Il ragazzo, che si sarebbe arruolato in Marina per combattere la Seconda Guerra Mondiale e uscire strenuo difensore dell’ideologia pacifista, accolse bonariamente il consiglio. Studiò, e partì per Parigi, per trasferirsi poi a San Francisco, dove aprì la City Lights, prima libreria, poi casa editrice che avrebbe cambiato la storia degli Stati Uniti d’America e, al contempo, plasmato il pensiero occidentale post-bellico.

Lawrence Ferlinghetti fu il grande scopritore della Beat Generation, l’unico che ebbe il coraggio di pubblicarne il manifesto. Pubblicò le proprie raccolte di poesie, aiutò Jack Kerouac, che di lui scrisse in Big Sur. Si dedicò all’arte e all’arte votò la propria vita, pensatore anarchico come il santo patrono della città che ha contribuito a rendere centro nevralgico della cultura americana.

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