VALSAVARENCHE. Nel 2002 era stata definita «la biblioteca più alta d'Europa», quando il gestore aveva catalogato e messo a disposizione degli ospiti migliaia di libri anche in lingua straniera. Nell’estate scorsa, dopo un incidente mortale nella zona, era salito agli onori della cronaca per aver preso pubblicamente posizione contro gli «escursionisti improvvisati» annunciando dal sito che non avrebbe più fornito «informazioni su itinerari impegnativi alle persone non in possesso di cartina topografica, calzature idonee, luce frontale e abbigliamento adeguato». Ma a dicembre 2020, dopo 34 anni di attività, Alessandro Bado, storico gestore del rifugio Città di Chivasso, a 2604 metri al colle del Nivolet, ha detto basta e ha restituito al comune di Valsavarenche la struttura. Che potrebbe rimanere chiusa per diverso tempo. «Faremo un bando per una nuova gestione ma prima è necessario capire se il rifugio ha bisogno di interventi e di che tipo», dice il sindaco Giuseppe Dupont. Per questo il Comune ha deciso di affidare un incarico per accertare se la struttura risponda ancora a tutti i requisiti necessari per «una prossima gestione esternalizzata e, se del caso, quali interventi occorrano per renderlo idoneo». «Dobbiamo avere queste informazioni prima di qualunque decisione – aggiunge Dupont – consapevoli che, se risulteranno necessari interventi importanti e globali, può essere a rischio la sua apertura nel 2021». Il «Città di Chivasso» fu costruito nel 1938, per uso militare. Nel 1950 divenne rifugio del Cai e la sezione di Chivasso lo amministrò fino al 2010 quando la proprietà passò al comune di Valsavarenche. Che nel 2014 fece fare uno studio per la riqualificazione di tutta l’area del Nivolet, con la quale si immaginava il miglioramento delle aree di sosta per auto e pullman e la realizzazione di servizi igienici per i turisti a valle del vicino rifugio Savoia, ma anche un percorso per disabili di accesso al «Città di Chivasso». «Opere realizzate di recente con i fondi dell’Interreg “Trek Nature Grand Paradis-Vanoise” – dice Dupont – ma per completare la riqualificazione adesso sarà necessario intervenire anche sulle reti idriche, fognarie ed elettriche, così da dare ai rifugi tutti i servizi necessari per garantire la qualità dell’offerta turistica della zona».