Che cos'è Beeper, la maxichat che raccoglie tutte le altre da WhatsApp a Slack

Una piattaforma ideata dall'inventore dello smartwatch Pebble e destinata a integrare 15 app di messaggistica in un posto solo. iMessage inclusa
Che cos'è Beeper la maxichat che raccoglie tutte le altre da WhatsApp a Slack

Immaginate di avere a disposizione in un’unica applicazione o piattaforma tutte le chat che utilizzate, di frequente o anche raramente. WhatsApp, ovviamente. Ma anche i messaggi diretti di Twitter, Signal (qui abbiamo visto cos’è e come funziona), Skype, Hangouts di Google, Telegram e molte altre. Con qualche trucchetto, perfino iMessage di Apple che come noto non è possibile integrare in nessun modo su client o servizi esterni perché mancano le istruzioni a disposizione degli sviluppatori.

Presto potrebbe accadere. Anzi, sta già succedendo grazie a Beeper, una piattaforma ideata da un nome noto del mondo della tecnologia. Si tratta di Eric Migicovsky, già creatore di Pebble (l’orologio modulare, pioniere degli smartwatch, di cui sono stati venduti oltre due milioni di pezzi) e socio di uno dei più importanti acceleratori della Silicon Valley, fondato addirittura nel 2005, Y Combinator. In sostanza Beeper consente agli utenti di collegare 15 diversi tipi di servizi di messaggistica in un’unica applicazione. Il creatore ha spiegato a TechCrunch di aver avuto l’idea già quando lavorava a Pebble, poi finito nelle mani di Fitbit, poi a sua volta acquistata da Google.

Grazie al protocollo Matrix la piattaforma riesce a collegare ciascuna di queste chat in un unico posto creando una sorta di “ponte” in grado di scambiare i messaggi dal client all’app vera e propria e viceversa. Le chat coinvolte sono appunto Whatsapp, Messenger di Facebook, iMessage, Android Messages, Telegram, Twitter, Slack, Hangouts, Instagram, Skype, Irc, Matrix, Discord, Signal e il network Beeper.

Insieme al socio Tulir Asokan Migicovsky ha così iniziato a sviluppare questi collegamenti con codice open source. Tant’è che se vuoi sfruttare l’architettura e utilizzare server propri puoi evitare di pagare i 10 dollari al mese dell'abbonamento richiesto, ma è faccenda per esperti. Così come il sistema attraverso il quale Beeper riesce a far funzionare iMessage su Android, Windows e Linux: se occorre, perfino recapitando all’utente un iPhone 4s con jailbreak già effettuato. Un metodo, in tutta onestà, assai macchinoso. Meglio usare un Mac come intermediario per utilizzare iMessage (a patto di lasciarlo sempre acceso). Ma, chat di Apple esclusa, sarebbe già molto avere a disposizione 14 app.

Una piattaforma che non solo guarda alle prossime mosse legislative sia negli Stati Uniti che in Europea rispetto all’interoperabilità delle piattaforme di messaggistica ma in fondo anche alla tendenza – basti vedere il caso di Facebook, che procede verso una sempre più fitta integrazione delle sue piattaforme, da Messenger a WhatsApp fino alla messaggistica di Instagram – alla sintesi e all’unione di più strumenti in suite uniche. Anche Texts.com prova a fare qualcosa del genere.

Per il momento Beeper è scaricabile e utilizzabile su invito, perché le richieste dei primi giorni sono state moltissime, ben oltre le attese a riprova che un sistema simile è atteso e risulterebbe molto utile. In prospettiva l’idea è lanciarsi oltre i messaggi, i contenuti multimediali, gli adesivi o gli audiomessaggi come una qualsiasi chat ma costruire una superapp che integri altri servizi e mini-app interne (un po’ dalle parti di Slack, per esempio, che pure fa parte delle piattaforme collegabili): dirette, calendario e così via.

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