30 gennaio 2021 - 12:27

Nega risultati elettorali, invoca pallottole, insegue vittime. La paurosa escalation della deputata Marjorie Taylor Greene

Una risoluzione del partito democratico per espellerla dal Congresso. Proteste di alcuni repubblicani per le dichiarazioni complottiste e antisemite ma la leadership tace

di Viviana Mazza

Nega risultati elettorali, invoca pallottole, insegue vittime. La paurosa escalation della deputata Marjorie Taylor Greene
shadow

Marjorie Taylor Greene, imprenditrice di successo e neodeputata del 6° distretto della Georgia, ha costruito la sua fama attraverso post e livestream sui social, presentandosi come la repubblicana più fieramente trumpiana che ci sia sulla piazza.

Le stragi con le armi

Le sue parole continuano ad essere denunciate da molti siti di informazione americani. Come il video di un anno fa in cui Greene insegue per strada David Hogg, uno dei ragazzi sopravvissuti alla sparatoria nel liceo di Parkland dove un ex compagno uccise 14 ragazzi e tre adulti nel 2018 (su 7, intervistiamo i genitori di Joaquin Oliver, una delle vittime). Hogg è diventato un attivista dopo la strage, e nel filmato si dirige al Congresso mentre la 46enne Greene gli chiede con insistenza di spiegarle come fa ad avere trenta appuntamenti con parlamentari mentre lei non ne ha nessuno, e lo accusa di essere finanziato da George Soros, dopodiché lo informa di avere un’arma con sé. Dialogando su Facebook, Greene ha appoggiato la tesi che questa sparatoria — come quelle nella scuola elementare di Sandy Hook nel 2012 o a Las Vegas dove un uomo con oltre dieci fucili d’assalto sparò dalla sua stanza d’hotel uccidendo 58 persone— non sia mai avvenuta o che il partito democratico abbia pagato qualcuno per commetterla al fine di privare i cittadini americani del diritto alle armi. Nei suoi spot elettorali imbracciava un AR15 come quello che ha ucciso i ragazzi di Parkland, e lo usava per sparare contro cartelli con su scritto «Socialismo» o «Controllo delle armi».

Minacce contro il partito democratico

Tra le passate dichiarazioni di Greene, oltre al suo appoggio a QAnon (secondo cui i vertici del partito democratico sarebbero implicati in pratiche sataniche e pedofilia), ci sono stati incoraggiamenti alla violenza nei confronti di Nancy Pelosi, la speaker della Camera (uno dei commenti su cui ha messo un «like» diceva che il modo più facile per rimuoverla è un proiettile alla testa). Nuovi video del 2018 la mostrano dubitare sui fautori delle stragi dell’11 settembre, suggerire che Barack Obama sia musulmano e che i Clinton siano responsabili della morte di John F. Kennedy Jr. in un incidente aereo nel 1999 poiché sarebbe stato un rivale di Hillary per il Senato. Una collega afroamericana del partito democratico, Cori Bush, ha chiesto di essere stata spostata d’ufficio, dopo uno scontro verbale con Taylor Greene che l’ha accusata di mentire e di essere a capo dei «terroristi» di Black Lives Matter.

I post anti-islamici e antisemiti

La scorsa settimana un deputato democratico della California ha chiesto che Greene venga espulsa per quelle parole. Anche la scorsa estate i siti americani hanno denunciato i suoi messaggi razzisti contro afroamericani, musulmani, ebrei: allora diversi deputati repubblicani presero le distanze. Ma Greene vinse lo stesso nelle primarie del partito. Adesso, nonostante le proteste della Republican Jewish Coalition per le dichiarazioni antisemite della deputata e per essere apparsa in fotografia accanto ad un leader suprematista, la maggior parte dei colleghi restano in silenzio per paura che criticarla possa allontanare una parte dell’elettorato. Un portavoce di Kevin McCarthy, il leader della minoranza alla Camera, ha detto ad Axios la scorsa settimana che c’è in programma di discutere con lei a proposito dei post riemersi dai social. In un post su Twitter, Greene ha replicato che c’è una sommossa radicale di sinistra contro di lei, e ha sostenuto che ogni articolo negativo su di lei non fa che rafforzare la popolarità che riscuote «nel suo Stato e nel Paese».

Una star per Trump

Quando si è insediata al Congresso nei giorni scorsi, la deputata indossava una mascherina che proclamava «Trump won». L’ex presidente la definì «una star repubblicana» e lei gli è rimasta fedele al punto da essere, come lui, bandita da Twitter (ma solo per 12 ore) dopo accuse di brogli in Georgia, dove hanno vinto i democratici alle presidenziali e anche al Senato. Infine, il 21 gennaio Greene ha presentato un articolo di impeachment contro Joe Biden, accusandolo di «abuso di potere» da vicepresidente per aver consentito al figlio Hunter di prendere mazzette in Ucraina, Cina, Russia che avrebbero influenzato la politica statunitense. Il leader dei repubblicani alla Camera, Kevin McCarthy, ha criticato la sua mossa, ma a Greene non importa: la sua meteorica carriera non è mai stata danneggiata dal suo estremismo. E si dice che voglia correre per il Senato nel 2022 contro Raphael Warnock.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT