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Il caso Gamestop e le regole che mancano all’incrocio tra Borsa e social network

Serve una cornice normativa per le nuove forme di sollecitazione del pubblico risparmio. Priorità alla tutela dei risparmiatori e alla Borsa come luogo di finanziamento delle imprese

di Alessandro Graziani

(EPA)

3' di lettura

A Wall Street c’è chi minimizza il caso e sostiene che, quando le azioni di Gamestop si riallineeranno al loro valore reale, le maxi perdite che subiranno i piccoli investitori “rialzisti” serviranno da lezione a loro e a chi avesse in mente future velleità di emulazione. Altri invece sostengono che quanto è accaduto in Borsa partendo dalle adunate virtuali sul social network Reddit (4 milioni di utenti per il canale “Wall Street”) sia «la versione finanziaria della rivolta di Capitol Hill» e chiede l'intervento della Casa Bianca contro «il terrorismo finanziario».

Inevitabilmente la vicenda Gamestop ha assunto un rilievo sociale e politico, oltreché finanziario. Tanto che la democrat Alexandra Ocasio-Cortez ha definito «inaccettabili le restrizioni al trading che sono state imposte (ai piccoli investitori), mentre gli hedge fund sono liberi di scambiare le azioni come credono». L'idea che alcuni piccoli investitori hanno tentato di trasmettere, peraltro esplicitata in molti post su Reddit (anonimi o con nickname), è che la vicenda non sia solo finanziaria ma risponda a un’esistenza di giustizia sociale.

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Lo storytelling diffuso via social è che per sconfiggere i “diavoli” degli hedge fund, che con le loro speculazioni al ribasso puntavano a far fallire un’azienda che occupa migliaia di lavoratori, una coalizione popolare si è unita e - acquistando azioni - ha respinto l'assalto degli hedge, costringendoli alla fuga e a ingenti perdite. E ora il focolaio Gamestop può propagarsi ad altre società quotate, ai prezzi di alcune materie prime, alle criptovalute.

Dal punto di vista finanziario, l'idea che ormai pare dominante - purtroppo non solo tra i piccoli investitori, come dimostrano le ipervalutazioni delle Ipo hitech da parte dei professionisti delle banche d'affari e del mondo collegato degli hedge - è che nessun asset abbia più un prezzo di equilibrio basato su valutazioni fondamentali. È una delle tante distorsioni che derivano dalle politiche monetarie delle banche centrali, dei tassi negativi e dei Qe che hanno di fatto quasi “nazionalizzato” il mercato dei bond e hanno dirottato la liquidità su azioni e asset esotici creando “bolle” valutative.

Tutti comprano e nessuno vuole stare fuori dalla grande e storica saga rialzista. Compreso un numero crescente di piccoli investitori retail che la crisi pandemica ha costretto a casa, con molto tempo libero, con servizi di mobile trading sempre più efficienti e a zero commissioni e, soprattutto negli Usa, con sussidi statali mensili nell'ambito dei piani di stimolo fiscale.Una somma di eventi nuovi ed eccezionali che però fanno solo da sfondo al caso GameStop.

A caratterizzare la vicenda è il crescente ruolo anche nel mondo della Borsa dei social media, dove milioni di persone a livello globale si scambiano idee d'investimento e in pochi minuti possono far scattare acquisti del valore di miliardi (come avvenuto su Gamestop) su un singolo titolo. È evidente che i regulator non possono e non devono impedire l'operatività di singoli trader, anche se improvvisati. Ma una qualche forma di regolamentazione sul coordinamento degli acquisti via social pare necessaria. Regole che peraltro servono in prima battuta proprio a tutela dei piccoli investitori, non sempre consapevoli dei rischi a cui vanno incontro, perché anche i social media possono diventare, se non è già così, il luogo dove alcuni grandi investitori trascinano la marea dei piccoli a fargli “la coda”. Magari lasciando credere che invece siano i retailers a dettare la direzione degli acquisti.

Gamestop e non solo. Così i piccoli trader sfidano la grande finanza

Alcuni temi sono oggetto dell'attenzione delle Autorità. Nelle nuove forme di connubio tra Borsa e social, siamo davanti a un fenomeno di “concertazione” degli acquisti di titoli? E inoltre: esiste un tema di sollecitazione del pubblico risparmio oppure ogni investitore è pienamente consapevole dei rischi? Non sarà facile arrivare a una regolamentazione del nuovo ruolo che i social avranno nel settore finanziario ma qualche riflessione è dovuta. E gli Usa faranno da battistrada, come peraltro saranno protagonisti - su spinta di vari esponenti democratici del Congresso che già si sono espressi sul tema - di una riforma che limiti l'azione degli hedge fund che da tempo sono accusati, a torto o a ragione, di aver determinato in più occasioni il fallimento di alcune società con le loro speculazioni “ribassiste”.

Senza regole, il mercato non funziona. E rischia di compromettere la funzione primaria delle Borse, che resta quella di garantire alle imprese l'accesso al mercato dei capitali.

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