Si riparte?

La rinascita di Eriksen: ora Conte pensa a un nuovo ruolo per il danese

Il tecnico lo immagina vice-Brozovic: ruolo delicato, ma il danese ha il piede giusto. Ora il mercato è più lontano

Francesco Fontana @fontafrancesco1

Christian Eriksen, 28 anni, in gol nel derby di Coppa Italia. GETTY IMAGES

“Non arriverà e non partirà nessuno. E con Christian stiamo lavorando tatticamente per trovare un’alternativa a Brozovic, che in rosa manca. Sono felice per il gol: fa parte del progetto, ce lo teniamo stretto”. Più chiaro di così, Conte non avrebbe potuto essere e di fatto ha blindato un giocatore che in una manciata di secondi potrebbe aver cambiato la propria storia all’Inter. “Una rondine non fa primavera”, dicono. E giustamente, perché un ragazzo che ha parecchio faticato in un anno di Inter non può essere già ‘risorto’. Serve aspettare ancora, magari proprio ciò che il mister vorrebbe: un Eriksen nuovo di zecca, arretrato di qualche metro e pronto a dare ordine al centrocampo con la geometria, ma con il permesso/dovere di provarci pure più davanti. E non solo su punizione: uno con certe qualità, può e deve osare anche oltre il calcio piazzato.

E se il colpo fosse qui?

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Da un mese si parla di mercato, nel suo caso non particolarmente caldo: il Leicester era e rimane interessato (ma solo per il prestito), idem un Tottenham che, però, non potrebbe mai arrivare ai 7,5 milioni di euro netti che guadagna a Milano (contratto valido fino al 30 giugno 2024). Tanti, evidentemente. Troppi per poter pensare al romantico ritorno. Difficilissima la pista Roma, con la quale si era ipotizzato uno scambio con Dzeko: nulla da fare, l’ipotesi è stata bocciata dagli Zhang. Tutti scenari deboli e con pochi giorni a disposizione (stop alle trattative il 1° febbraio alle ore 20), l’Inter torna prepotentemente in auge come ‘nuova’ destinazione. ‘Nuova’ volutamente tra virgolette, perché la perla nel derby potrebbe rappresentare la linea divisoria tra ciò che era e ciò che, magari, sarà.

La nuova sfida da play

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Conte, nel post-match, si è concentrato sul ruolo: maluccio tra le linee nelle prime 40 presenze ufficiali in nerazzurro, quantomeno interessante immaginarlo regista davanti alla difesa (se mancasse il titolare Brozovic) con accanto i polmoni e la garra di Barella e Vidal. Vero, aumenterebbe la pressione (vietato, in quella zona, perdere palle pericolose), ma diminuirebbe il ritmo, aspetto che – insieme alla personalità – finora è mancato a Christian. E con un piede come il suo, avrebbe tutto per reinventarsi da play. Questa è la nuova sfida, proprio ora che il mercato dell’Inter non prevede colpi. Ma chissà che quello vero non possa essere già in casa.

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