27 gennaio 2021 - 13:05

Covid, a San Valentino torna a Messa il segno della pace: ma senza contatti

Le indicazioni della Cei: dal 14 febbraio «un inchino del capo o un cenno con gli occhi», niente strette di mano

di Gian Guido Vecchi

Covid, a San Valentino torna a Messa il segno della pace: ma senza contatti A Messa distanziati: le regole sono in vigore da maggio (Imagoeconomica)
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CITTÀ DEL VATICANO A San Valentino torna il «gesto della pace» durante la Messa, sospeso da mesi per la pandemia. Non si tratta ancora del ritorno alla stretta di mano. Però, durante il consiglio permanente della Cei, «i vescovi hanno deciso di ripristinare, a partire da domenica 14 febbraio, un gesto con il quale ci si scambia il dono della pace, guardandosi negli occhi o facendo un inchino del capo». Le regole per le celebrazioni nel tempo del Covid, stabilite dal protocollo tra governo e Cei, sono in vigore dal 18 maggio: tra «accessi contingentati», mascherine obbligatorie, distanze e distribuzione della comunione con guanti monouso, si disponeva tra l’altro di non fare più lo scambio della pace, per evitare qualsiasi contatto. Ma ora sarà possibile almeno scambiarsi un cenno, come del resto già avveniva «ufficiosamente» in tante parrocchie.

«Non apparendo opportuno nel contesto liturgico sostituire la stretta di mano o l’abbraccio con il toccarsi con i gomiti, in questo tempo può essere sufficiente e più significativo guardarsi negli occhi e augurarsi il dono della pace, accompagnandolo con un semplice inchino del capo», scrivono i vescovi. Di qui le istruzioni: «All’invito “scambiatevi il dono della pace”, volgere gli occhi per intercettare quelli del vicino e accennare un inchino, può esprimere in modo eloquente, sicuro e sensibile, la ricerca del volto dell’altro, per accogliere e scambiare il dono della pace, fondamento di ogni fraternità. Là dove necessario, si potrà ribadire che non è possibile darsi la mano e che il guardarsi e prendere “contatto visivo” con il proprio vicino, augurando: “La pace sia con te”, può essere un modo sobrio ed efficace per recuperare un gesto rituale». Il segno della pace, nella liturgia, è antichissimo; la prima testimonianza si legge nell’«Apologia» di Giustino di Nablus, parole scritte intorno all’anno 155 dopo Cristo: «Finite le preghiere, ci salutiamo l’un l’altro con un bacio».

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