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Nfl, Brady è leggenda: a 43 anni sfiderà il giovane Mahomes nel Super Bowl

(afp)
In una gara incerta e sofferta il quarterback ultraquarantenne dei Bucs sbaglia molto ma alla fine vince lui su un Rodgers e dei Packers poco coraggiosi. Nell'altra gara Kansas City facile su Buffalo. E la finalissima si giocherà a Tampa...
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Ci sono poche certezze in quest'ultimo ventennio segnato da rovinose crisi economiche, feroci aggressioni terroristiche e, da un anno, dalla terribile pandemia che ci tiene tutti col fiato sospeso. Una di queste è che Tom Brady riesce sempre ad arrivare in cima alla Nfl. Lo ha fatto anche adesso che ha 43 anni (in estate 44) e ha lasciato l'organizzazione e il tecnico più vincenti di sempre, i New England Patriots, per la poco gloriosa franchigia dei Tampa Bay Buccaneers (un solo titolo, troppi anni fa e poi praticamente più nulla). Lo ha fatto in una stagione particolare e difficilissima, segnata dal Covid anche nel football, da una pre season accorciatissima e per lo più virtuale e con stadi deserti o quasi. Lo ha fatto a dispetto di chi, ormai da molte stagioni, dice che TB è al canto del cigno, che non ce la fa più, e che senza il suo guru, Bill Belichick, è un quarterback senza anima.

Ma Tom Brady, lo si può dire senza alcuna enfasi, è una leggenda dello sport e ieri ha firmato un altro capitolo - a questo punto non crediamo sia l'ultimo - del suo romanzo agonistico ricco di successi e pathos. Nei play off è riuscito nell'impresa di vincere tre partite su tre tutte fuoricasa e, almeno due (Saints e Packers) assolutamente da sfavorito. Come da sfavorito giocherà l'ennesimo Super bowl che, ironia del destino, si disputerà proprio a Tampa, nella sua nuova casa ma contro la corazzata Chiefs, i campioni in carica del giovane astro Patrick Mahomes, alla sua seconda finale consecutiva e già nella storia di questa disciplina.

Dunque Brady ieri nel gelido Wisconsin è partito subito forte e ha messo immediatamente la gara sui binari giusti coi padroni di casa dell'altro fuoriclasse Aaron Rodgers costretti a inseguire sin dall'inizio. Tre passaggi da touchdown e tanta pressione su Aaron e compagni. Accumulato un discreto vantaggio, però, anche Tom ha mostrato il suo lato umano e si è fatto intercettare tre volte. Avete letto bene: tre volte. Un'enormità per uno come lui. E qui la difesa di Tampa ha fatto la parte del leone bloccando sul nascere ogni possibilità dei Packers. Che, ribadiamo, hanno avuto poco coraggio, sia nel coaching staff che nel suo leader. Quasi inspiegabile la rinuncia a correre sino in td di Rodgers in un fondamentale drive e, poi, la rinuncia a giocare un quarto down per, invece, andare a un inutile a quel punto calcio da tre punti (specie se non seguito da un on side kick). Insomma, Rodgers non ha fatto la differenza nel momento cruciale e i suoi Packers hanno perso una ghiotta occasione di giocarsi il titolo dopo una bella e convincene stagione.

Sorride Brady che ringrazia la difesa nella prima dichiarazione ufficiale e torna a casa dove disputerà la finalissima per, che statistica folle, provare ad aggiudicarsi il suo settimo anello da campione del mondo in dieci (sì, dieci...) Super bowl da protagonista.

Ma, come detto, si troverà di fronte fenomeno Mahomes che ieri ha guidato da leader assoluto i suoi Chiefs all'atto finale. Fragili e poco consistenti si sono rivelati al suo confronto i Bills (ma complimenti per un campionato di nuovo e finalmente di primissimo piano) che si sono presto arresi a lui, Hill, Kelce, insomma, alla marea montante di Kansas City.

E ora il gran finale: il vecchio e il nuovo. Di meglio, forse, non si poteva chiedere a questo fantastico campionato Nfl che, nonostante il virus, ha mantenuto intatte tutte le sue caratteristiche di competitività e incertezza.

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