Tik Tok, il Garante della privacy ha disposto il blocco

Dopo la tragica morte della bambina di Palermo, il Garante della privacy ha disposto il blocco immediato del social per gli utenti la cui età non sia stata verificata con sicurezza
Tik Tok il Garante della privacy ha disposto il blocco

«Blocco immediato dell'uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l'età anagrafica». È quanto disposto dal Garante della privacy nei confronti del social network Tik Tok in seguito alla tragica morte della bambina di 10 anni a Palermo, trovata in fin di vita dai genitori mentre in bagno cercava, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, di partecipare alla Blackout challenge (la sfida online che consiste nel tenere il più possibile una cintura stretta al collo e resistere). I medici dopo alcune ore sono stati costretti constatarne la morte cerebrale.

«La privacy e la sicurezza sono una priorità assoluta per TikTok e lavoriamo costantemente per rafforzare le nostre policy, i nostri processi e le nostre tecnologie per proteggere tutta la nostra community e i nostri utenti più giovani in particolare», ha commentato, in una nota, un portavoce del social network in merito alla decisione dell'Autorità per la protezione dei dati personali.

Ciò che è stato disposto dall'Autorità, corrisponde, come ha spiegato il Garante stesso a Repubblica a un blocco immediato del social, poiché «TikTok non ha al momento strumenti di verifica sicuri dell’identità». La disposizione resterà in vigore fino alla data del 15 febbraio, data in cui verranno effettuate nuove verifiche. Fino a quel momento, secondo quanto disposto, gli utenti con età minore di 13 anni non dovrebbero poter accedere alla piattaforma e chi è già registrato dovrebbe essere impossibilitato ad accedere al suo profilo fino a quella data.

«La tecnologia permetterebbe di accertare l'età, ma TikTok non utilizza al momento questi strumenti: questo conferma la necessità di un blocco», ha spiegato a Repubblica Guido Scorza, componente del collegio del Garante. Per questi motivi il social cinese era stato già posto sott'osservazione, lo scorso dicembre, dall'Autorità che contestava alla piattaforma web poca attenzione verso la tutela dei minori, sottolineando la facilità nel poter aggirare il divieto di accesso al social da parte dei minori di 13 anni.

«Esistono già regole chiare che dicono che nei social in Italia sotto i 13 anni nessun minore può iscriversi, eppure già a 8 anni hanno un profilo», ci spiega lo psicologo e psicoterapeuta Giuseppe Lavenia, autore del libro Voglio il cellulare!, al cui interno presenta il  progetto di patentino digitale a partire dalle classi 5 delle primaria. «Chi produce i cellulari sconsiglia di utilizzare lo smartphone prima di questa età eppure esiste in Italia una norma che prevede la sim per un minore già a 9 anni. È sempre comunque obbligatorio il documento e la firma del genitore o del tutore».

Ed è dalla famiglia che Lavenia suggerisce di partire per affrontare la complessità dell'accesso al web da parte dei minori. «Siamo noi a dare l'accesso alla rete sempre troppo presto e soprattuto senza alcuna regola o misura preventiva. Se proprio diamo una sim e uno smartphone a 9 anni, ed è questa l'età in cui viene regalato il primo smartphone, bisogna essere consapevoli che stiamo dando uno strumento importante ma che permette di accedere a contenuti che possono esporre il minore a rischi e pericoli».

Un rischio che si può tentare di monitorare. «Bisogna assumersi l'onere di seguire e conoscere i figli anche nel loro mondo digitale, chiedendo cosa fanno on line e facendo sapere loro che noi supervisioneremo costantemente il loro smartphone. Non esiste la privacy in questi casi, la responsabilità di quello che fanno e dicono on line resta (almeno fino a 18 anni) a noi adulti. Quindi prima regola da sottoscrivere se vostro figlio vuole il cellulare è che password sono condivise altrimenti il cellulare non si ha».

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