nuovo allenatore
Torino, Nicola: «Contano i fatti, cambiamo rotta». Cairo: «Belotti? Presto l'incontro per il rinnovo»
Sabato sera nell’anticipo dell’ultima di andata a Benevento esordirà il tecnico che ha sostituito Giampaolo: «A me interessa il Toro: chi ha l’atteggiamento giusto è dentro. Faremo errori e li correggeremo, senza paura»
C’è Benevento-Torino, sabato sera, ma anche un nuovo allenatore (Davide Nicola, subentrato martedì a Marco Giampaolo) da presentare. La conferenza pre gara del club granata diventa l’occasione per fare un punto su tutto, anche su un 2020 oggettivamente nero, come sottolinea il presidente Urbano Cairo: «È stato un anno molto negativo quanto a vittorie, punti e tutto. E mi assumo la responsabilità di quel che si è fatto. Basta un elemento: dal 2011, quando cominciammo con Ventura, abbiamo cambiato tre allenatori in otto anni e mezzo, Ventura, Mihajlovic e Mazzarri. Da febbraio scorso quattro in dodici mesi, dallo stesso Mazzarri, che ha scelto di andar via, a Longo, che fatto un buon finale di stagione raggiungendo l’obiettivo, quindi Giampaolo. Mi spiace per lui, mi avrebbe fatto piacere se avesse aperto un ciclo qui. E ora Nicola. Questo certifica un andamento molto negativo. Ma credo pure che tutte le cose vadano valutate in manera razionale ed oggettiva, senza esagerare nelle cose positive come in quelle negative. Parliamo di nove anni... dal 2012 siamo al nono campionato in A, dove abbiamo fatto due settimi e tre noni posti. Sicuramente nel 2020 si è fatto malissimo, ma siamo qui per migliorare».
Il futuro con Belotti
«Oggi non è una bella giornata — aveva esordito il presidente granata — perché quando presenti un nuovo allenatore qualcosa non ha funzionato. E non ha funzionato perché tutti ci hanno messo del loro per non farlo funzionare, ma presentare Davide Nicola oggi è qualcosa che rende positiva la giornata». Le domande a presidente e allenatore del Toro sono tante, e non manca il punto su Andrea Belotti, il capitano, il simbolo dei granata. Ha un contratto in scadenza nel 2022, Cairo è chiaro: «C’è da tempo un contatto con il procuratore: nelle prossime settimane ci vedremo tutti insieme, io e il calciatore con il suo manager e Vagnati, per trovare un punto di incontro tra noi. L’operazione Meité-Milan non ha alcun collegamento con nessun altro giocatore del Torino. Non c’è nessun altra trattativa, come non ho mai pensato a Giampiero Ventura come d.t. o come dirigente, con ruolo diverso da quello tecnico».
La chiave? «Non avere paura di sbagliare»
Tempo di campionato, sabato sera, ma anche di mercato. Però è Davide Nicola che sgombra il campo e sottolinea una frase del presidente: «Quanti giocatori prenderemo ? Sono qui da tre giorni, voglio conoscere chi ho a disposizione e non posso aver fatto richieste alla società ora, perché significherebbe non credere a chi c’è. E io voglio credere nel gruppo, valutare il lavoro e dire se ci sono gli atteggiamenti giusti per giocare in questa squadra. Facciamo questa partita e poi vediamo». Nicola ha ribadito spesso, come un mantra, alcuni concetti chiari: «Non sono gli schemi a contare ma l’atteggiamento. Ho fatto poche richieste chiare e voglio vedere le risposte. Poi con calma costruiremo. Non ho parlato di cose speciali in questi tre giorni, li ho usati per conoscere, farmi conoscere e far capire… a me interessa il Torino e interessa l’obiettivo: chi ha l’atteggiamento giusto è dentro». E il gruppo non è soltanto una questione del piacere di stare insieme, è fare quel che serve a ciascuno ed alla squadra. Poi c’è la partita, che è un motivo di valutazione. Ne avremo venti, e non voglio dire o sentire dire che sono tutte finali. Non sono il salvatore della patria, ma sono convinto ci siano qui le condizioni per far bene. Perché ho sentito la disponibilità del presidente, del direttore, della squadra e di chi lavora qua. Ma le parole costano poca fatica, sono le azioni che contano. Mi interessano le azioni, e sarò un martello per raggiungere l’obiettivo».